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Cartelloni, bancarelle e camion bar: vincono Marino e il decoro

Tre giudizi del Tar del Lazio, tutti anti degrado. Tre vittorie per il Campidoglio, e per i provvedimenti adottati in materia dalla giunta Marino

Non c'è ricorso che tenga. Stavolta vince il decoro, e il suo paladino. Tre giudizi del Tribunale Amministrativo Regionale danno ragione al sindaco e alla sua giunta. I camion bar verranno riallocati insieme ai 'ricordari', i cartelloni pubblicitari dovranno rispondere alle norme del nuovo piano regolatore, e piazza Navona quest'anno sarà libera dai banchi di merce non più così in linea con l'artigianato natalizio. E il primo cittadino esulta: "Avevamo ragione".   

CAMION BAR - Degrado urbano e infrazioni del codice della strada per quelli che sostano incuranti sulle strisce o sui marciapiedi. Il dibattito sui chioschi ambulanti che impallano la visuale dei monumenti più visitati al mondo è acceso da anni. Con la Soprintendenza in prima fila nella guerra a quelle 68 concessioni rilasciate dal Campidoglio che sembrano intoccabili. Ora però si cambia. 

Dello scorso 30 luglio la delibera approvata in giunta che stabilisce il trasferimento dei banchi di cibo e bevande dalle aree artistiche di pregio. L'atto recepisce le decisioni del tavolo tecnico sul decoro istituito tra Ministero dei Beni culturali, Soprintendenze e Campidoglio e che insieme al Dl Cultura e alle novità contenute nel Testo Unico del commercio in discussione alla Pisana, dà tutti gli strumenti agli amministratori per vincere una partita centrale sul fronte decoro. Neanche a dirlo, la categoria ha scatenato il putiferio. 

In centinaia sono scesi in piazza rivendicando qualità e regolarità del lavoro svolto, in contrasto con gli abusivi "che sono migliaia e dovrebbero essere allontanati". Ma di fatto quei banchi autorizzati dal Comune con licenze rinnovate in automatico per anni, finiscono per occultare fontane e reperti archeologici, occupando senza limiti gli angoli più suggestivi di Roma. Da qui la necessità di un giro di vite che aggiri proteste e interessi di parte una volta per tutte, dopo anni di interventi vani. A portare il caso in tribunale, chiedendo al Tar una sospensiva della delibera di luglio, la categoria degli urtisti, i 43 venditori ambulanti di souvenir che girano per il centro. Il ricorso però è stato rigettato. 

CARTELLONI - La storia si è ripetuta molto simile per i cartelloni pubblicitari. Lo stesso vuoto normativo da colmare in nome di efficienza e decoro. A maggio la giunta Marino ha inserito nella delibera propedeutica al bilancio previsionale 2014 il Prip, Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari, norme scritte per regolare le affissioni in spazi pubblici. 

Diminuzione della superficie disponibile per i cartelloni, da 200 a 130 mila metri quadri, ma con aumento delle rendite per le casse del comune, senza deturpare le bellezze archeologiche e monumentali della città. Queste le chiavi della nuova gestione, che si avvarrà, e qui sta la vera svolta, di un bando per l'assegnazione delle concessioni. Anche qui le ditte si sono ribellate, rivolgendosi alla giustizia amministrativa. Che però ha rispedito al mittente l'istanza. 

PIAZZA NAVONA - La terza vittoria è quella sui 'bancarellari'. Un Natale più triste senza il classico mercatino della Befana? Sono in pochissimi a crederlo, la realtà è che gli stessi cittadini di quei banchi senza arte nè parte, che invadevano l'area come fosse un suk, non ne potevano più. E allora si gioisce alla decisione del Tar che ha rigettato la richiesta di sospensiva avanzata dai commercianti per il nuovo bando. 

Nuove regole redatte dal I Municipio, non per eliminare il mercato, ma semplicemente per ridurlo (con 72 banchi anzichè 115) regolamentando anche la vendita della merce. Gli ambulanti hanno partecipato alla gara e ma in protesta non hanno ritirato le concessioni, indispensabili per montare l'attrezzatura. Poi hanno manifestato, e anche loro si sono appellati al Tar. Niente da fare. Il bando non è stato sospeso. Piazza Navona rimane senza mercatino, ma nessun residente si lamenta. Anzi. "Meglio vuota che con quella massa di robaccia cinese". L'opinione è quasi unanime. E il sindaco porta a casa la vittoria. 

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