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Coronavirus, contro il via libera ai tamponi a pagamento dai privati la Regione ricorre al Consiglio di Stato

Nei giorni scorsi il Tar del Lazio aveva accolto il ricorso di una struttura privata contro le limitazioni

Sui tamponi eseguiti da centri sanitari privati la Regione Lazio non si arrende. L'ente guidato da Nicola Zingaretti ha fatto sapere di essersi rivolto al Consiglio di Stato per chiedere la riforma o l’annullamento dell’ordinanza del Tar del Lazio che nei giorni scorsi aveva accolto il ricorso di una struttura sanitaria che chiedeva l'annullamento delle limitazioni per i privati nello svolgimento dei tamponi per la diagnosi del virus Sars-Cov-2.

"L’errore in cui cade l’ordinanza oggetto di impugnazione", scrive in una nota l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato, "è quello di confondere una questione di sanità pubblica, con una limitazione alla libera concorrenza. Il test per il Covid non è un ordinario test diagnostico, ma si tratta di un test che, in caso di positività, ha importanti implicazioni sulla sfera delle libertà individuali, sulla circolazione e movimento. Nonché sulla salute come interesse della collettività, finanche, in caso di focolai, sulla determinazione delle cosiddette ‘zone rosse’", scrive ancora. 

In altri termini "se un cittadino risulta positivo al Covid scattano limitazioni alla sua libertà personale (quarantena) e indagini epidemiologiche sui contatti che ha avuto al fine di limitare la diffusione del virus. Non solo ma vi è l’obbligo di notifica anche al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e queste sono prerogative esclusivamente di sanità pubblica".

Visti i tempi di esecuzione di un tampone da parte della sanità pubblica del Lazio, per l'assessore non c'è inoltre necessità di ricorrere ai privati. "Dallo stesso monitoraggio condotto dal ministero della Salute risulta oggi nel Lazio un tempo medio tra la data di inizio sintomi e la data di diagnosi (tampone) pari a 48 ore. Pertanto non vi è tecnicamente alcuna esigenza di rivolgersi ai laboratori privati per eseguire questi test che vengono fatti gratuitamente dalla rete del Servizio sanitario regionale. Auspichiamo che il Consiglio di Stato voglia accogliere l’istanza della Regione Lazio al fine di non compromettere la gestione coordinata dell’emergenza sanitaria".

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