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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Stipendi dipendenti comunali, pronto il pressing sul governo Renzi

Un flash mob davanti al ministero dell'Economia di Sel e della lista Tsipras proietta la questione verso le elezioni europee. Intanto in Campidoglio si lavora a una soluzione pronti a far valere con il governo il ruolo di Roma Capitale

Non si arrestano le polemiche attorno ai salari dei dipendenti capitolini. É di questa mattina un flash mob davanti al Ministero dell'Economia e delle Finanze di via XX Settembre del gruppo capitolino di Sinistra ecologia e libertà (Sel) e della Lista Tsipras in difesa degli stipendi del personale comunale. La questione da Palazzo Senatorio arriva così davanti alla sede governativa guadagnandosi un posto nella campagna elettorale verso le elezioni europee. Intanto in Campidoglio si lavora per trovare una soluzione che permetta di 'regolarizzare' il salario accessorio pronti a far valere presso il governo Renzi tutto il peso delle difficoltà che Roma, e di conseguenza anche dei suoi uffici, deve affrontare in quanto Capitale d'Italia. Giovedì prossimo, l'incontro con i sindacati. E sul taglio degli stipendi, nessuno sembra disposto a cedere.

Questa mattina la sede istituzionale è stata simbolicamente incatenata. Motivazione:‘Chiuso per attività antipopolare e ostile verso i dipendenti comunali' si legge sul cartello affisso all'entrata e sui volantini diffusi all'esterno del palazzo. Nel mirino la relazione del Mef che, in merito al quinquennio dal 2008 al 2013, ritiene 'non in linea' il salario accessorio ricevuto dai dipendenti capitolini, quello chiamato genericamente 'indennità di disagio', prospettando la possibilità di tagli alla busta paga.“Questa azione è una risposta all'aggressione ai salari dei dipendenti del Comune di Roma suggerita dalla relazione degli ispettori del ministero sui conti capitolini e rivolta anche a chi in Giunta si fa portavoce di questa linea" spiega Gianluca Peciola polemizzando con l'assessore al Bilancio Daniela Morgante che nella manovra economica aveva inserito la possibilità di tagliare il salario accessorio valutando la possibilità di accantonare un tesoretto di circa 70 milioni di euro.

“Come Gruppo Sel in Campidoglio ci opporremo ad ogni ipotesi di riduzione” continua Peciola annunciando una mozione, presentata con procedura d'urgenza, che verrà discussa oggi in Consiglio. “Impegneremo il sindaco e la giunta ad accelerare i processi di rinnovamento dell’amministrazione capitolina, affinché possano essere riconosciuti e valorizzati il lavoro e le professionalità dei dipendenti”. E nel pomeriggio la mozione, firmata da tutti i capigruppo capitolini, è stata approvata dall'Aula Giulio Cesare.

Intanto in Campidoglio si lavora per trovare una soluzione che possa mettere d'accordo i controllori del Mef con la volontà, più volte ribadita sia dal sindaco Marino che dal vicesindaco Luigi Nieri, di non toccare gli stipendi. Una voce non confermata racconta di un incontro informale avvenuto ieri tra i sindacati confederali e il primo cittadino nel corso della quale l'ipotesi dei tagli non è stata esclusa con certezza aprendo addirittura alla possibilità di agire sugli arretrati. I diretti interessati però smentiscono categoricamente.

Di ufficiale c'è invece la convocazione di giovedì prossimo alle 14.30 in Campidoglio sono stati convocati i sindacati per affrontare la relazione del Mef e più in generale il progetto di riforma della disciplina decentrata del personale di Roma Capitale come anticipato da un accordo firmato tra le parti a febbraio. Allo studio le ipotesi che permettano di introdurre gli istituti normativi grazie ai quali 'regolarizzare' la parte del salario accessorio. Tra le possibilità, quella di legare gli stipendi alle 'performance' e ai risultati dei dipendenti capitolini alle prese con le esigenze di una città che deve fare i conti con la 'mole di lavoro' di una Capitale. Lo ha ricordato anche il vicesindaco Nieri in una nota “Quando è stata approvata la legge su Roma Capitale oltre a mancare i finanziamenti, sono mancati gli strumenti normativi per adeguare i contratti dei dipendenti alle evidenti peculiarità dell’ente e alle prerogative dimensionali e strategiche della Capitale”.

La discussione è destinata ad aprire un nuovo fronte con il Mef e con il governo Renzi per fare in modo che alla Capitale vengano riconosciute le norme e i fondi “adeguati” in base al ruolo che le compete. Un capitolo che entra nel pieno della discussione in un momento delicato per la politica, vicina alla verifica delle elezioni europee, e per la Capitale alle prese la discussione del bilancio e del Piano di rientro che l'amministrazione capitolina dovrà presentare al governo nei prossimi mesi.

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