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La stazione pullman della Tiburtina finisce alla Corte dei Conti: contestati i mancati aumenti di canone

La società: "Sempre pagato quanto richiesto". Corsetti (Pd): "Senza autorizzazioni, pericolo per l'incolumità"

Il mancato aggiornamento del canone per la concessione della gestione dell’autostazione Tibus a Tiburtina avrebbe causato alle casse del Campidoglio perdite per 4 milioni di euro. Ad accertarlo è il Nucleo anticorruzione della Guardia di Finanza al termine di un indagine coordinata dalla Corte dei Conti di Roma. Il danno erariale, secondo i magistrati contabili, è ascrivibile a sei dirigenti comunali che nel 2008, scaduta la concessione risalente al 1999, hanno prorogato l’affidamento fino al 31 marzo del 2016 alle stesse condizioni economiche (circa 90 milioni di euro all’anno pari 47 mila euro). 

Ad oggi nella stazione transitano oltre 8 milioni di viaggiatori ogni anno, 103 operatori del trasporto, circa 900 autobus giornalieri tra arrivi e partenze. Di fronte alla notizia delle ultime ore la società specifica: “L’autostazione costituisce il capolinea di tutti i servizi con autobus di lungo raggio che transitano a Roma per esplicita disposizione del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, che rilascia le relative autorizzazioni, tale da configurare un servizio pubblico che non può in alcun modo essere interrotto” si legge in una nota. Spiega a Romatoday uno dei membri del consiglio di amministrazione di Tibus, Tullio Tulli, “lavoriamo nella situazione paradossale per cui il Comune non ha ancora individuato le alternative ma noi non possiamo sospendere le attività perché sarebbe un’interruzione di servizio”. 

In quanto al canone, specifica, “abbiamo sempre pagato quello che ci è stato richiesto. Una cifra che, va specificato, negli anni è stata aggiornata. Anche dopo il 31 marzo 2016 (data di scadenza dell'ultima concessione non prorogata dalla gestione commissariale di Tronca, ndr) abbiamo continuato a pagare”. 

L’autostazione, continua la nota, "è stata realizzata interamente con oneri a carico della Tibus, senza alcun intervento pubblico”. Non solo: “La società ha più volte sollecitato le autorità competenti all’indizione di una gara internazionale per l’assegnazione del servizio, ed ha anche presentato uno specifico project financing del valore di 6 milioni di euro senza mai ricevere alcuna risposta. Per difendere la Tibus da ulteriori dichiarazioni calunniose, il prossimo consiglio di amministrazione della società valuterà ogni iniziativa utile a tutela della stessa e del servizio pubblico da essa gestito”.

L’attuale situazione dell’autostazione resta, però, tutta da definire. Ormai quasi un anno fa, il 20 ottobre del 2017, l’assessora alla Mobilità Linda Meleo aveva spiegato: "Abbiamo intimato a Tibus il rilascio dell’area”. Poi la denuncia: “Il consorzio Tibus occupa questi spazi abusivamente da marzo 2016 e noi lo sappiamo bene dato che ci siamo rifiutati di prorogare questa concessione, del tutto surreale, sottoscritta nel 1999”. L’intento era quello di mettere a gara il servizio ma ad oggi, secondo quanto apprende Romatoday, il nuovo bando non è ancora pronto. 

Intanto non si fermano le denunce in merito alla situazione contrattuale dell'autostazione. A portarle avanti è ancora il consigliere del Pd, Orlando Corsetti, che nel maggio del 2017 aveva depositato alla Procura della Repubblica un esposto proprio in merito alle concessioni di Tibus. “L’indagine della guardia di finanza ha appurato i danni economici fino al 31 marzo 2016 ma non è potuta andare oltre perché da quella data Tibus opera nel piazzale Tiburtino senza alcuna autorizzazione” ha spiegato l’esponente Pd. “Mi chiedo cosa accadrebbe con le tutele assicurative in caso di incidente”. La mancanza di autorizzazioni, sostiene Corsetti, “rappresenta un pericolo per la pubblica incolumità”. Per questo il consigliere dem due giorni fa ha presentato nuove denunce alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti, all'Anac e al comandante generale della polizia locale Antonio Di Maggio. 

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