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Stadio della Roma, in dodici domande tutti i dubbi sull'operazione: la Raggi chiamata a rispondere

Nell'ex quartiere generale della Raggi l'asse tra la consigliera grillina e Stefano Fassina. Sanvitto: "E' una questione di democrazia"

Dall'iter urbanistico "molto complesso", un "papocchio" che nasconde numerosi "dubbi di legittimità". All'architettura finanziaria "che meriterebbe l'interesse della Consob (Commissione nazionale per le società e la borsa, ndr). Fino al cuore del problema, alla "mancata trasparenza" e al "rispetto della democrazia". Sull'iter di approvazione del progetto dello Stadio della Roma dal Consiglio comunale capitolino calano due interrogazioni. Dodici domande in totale a cui la Giunta di Virginia Raggi dovrà rispondere in forma scritta. La doppia firma è un duetto inedito nell'assetto degli scranni dell'Aula Giulio Cesare: la consigliera del Movimento cinque stelle, Cristina Grancio, nei mesi scorsi sospesa e poi riammessa al gruppo pentastellato proprio per aver espresso le sue perplessità sulle decisioni dell'amministrazione Raggi in merito al progetto dello Stadio, e Stefano Fassina, consigliere di Sinistra per Roma, candidato alla Camera con Liberi e uguali.
 
La firma è avvenuta nella sala riunioni dell'ormai storica sede di via Tirone del 'Tavolo della libera urbanistica' animato da quella base di movimento rimasta contraria all'operazione avviata dall'amministrazione di Ignazio Marino, anche dopo la decisione della sindaca Raggi e dell'allora neo assessore all'Urbanistica Montuori di dare il proprio via libera all'iter. Le stesse stanze dove due anni fa il Movimento romano aveva posto il suo quartier generale da cui partire alla conquista elettorale della città. "Non si tratta solo di salvaguardare l'urbanistica pubblica di questa città, forse dell'intero paese. Qui siamo di fronte a una questione di democrazia" ha affermato l'architetto Francesco Sanvitto, coordinatore del tavolo e animatore degli animi anti-stadio dentro alla base. Davanti a Grancio e Fassina, una trentina di persone, rappresentanti di vari comitati e associazioni decise a continuare la battaglia. Tra loro anche Italia Nostra.

Tra i nodi centrali che sollevano le domande poste nelle due interrogazioni si nasconde un "vero e proprio vulnus per la democrazia" le parole di Stefano Fassina. "Su questo percorso è mancata la partecipazione" le parole di Cristina Grancio. A sollevare dubbi di legittimità "sull'iter progettuale" è il fatto che la variante al Piano regolatore "venga 'adottata' da un organo tecnico" come la Conferenza dei servizi "esautorando l'Assemblea capitolina da un dibattito e da un compito che le norme di legge le hanno destinato di diritto" riporta una delle otto domande della prima interrogazione, quella "che affronta l'aspetto urbanistico", illustrata ai presenti da Grancio. E ancora. "Se sia legittimo procedere alla pubblicazione nell'Albo pretorio del fascicolo sul progetto senza la preventiva adozione in Assemblea capitolina di una variante urbanistica predisposta secondo quanto prescritto dalla legge regionale e dal Piano regolatore comunale vigente".

La seconda interrogazione è stata illustrata da Stefano Fassina e riguarda "l'aspetto finanziario". I consiglieri chiedono di sapere se le delibere, quella della Giunta Marino prima e della Giunta Raggi poi, "siano da considerarsi atti non legittimi". Per i consiglieri, infatti, il soggetto privato favorito dall'operazione "non sarebbe la società sportiva, unico soggetto legittimato a beneficiare della procedura amministrativa semplificata" ma una "società di cartolarizzazione del credito, la As Roma Spv Llc". Una società, ha spiegato Fassina, "che emette obbligazioni. E non è difficile pensare che saranno i cittadini di questa città e i tifosi ad acquistarle". Quali garanzie avranno "qualora il debitore non restituisse il suo debito", un'altra delle domande. E ancora. I consiglieri si chiedono inoltre se "l'amministrazione capitolina ha compiuto le verifiche idonee atte ad accertare la solidità finanziaria della Eurnova Spa". Dalla sala si solleva un applauso. Sanvitto promette: "Questa è solo la prima parte". 

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