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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Stadio della Roma, rientrato lo scontro tra Comune e Pallotta: in nottata l'accordo sulla proprietà

Il Campidoglio puntava a inserire nella delibera un legame indissolubile tra il club sportivo e la proprietà dello stadio. "Ridicolo" la risposta di Pallotta. Soluzione: una 'joint venture' tra le due

È arrivato a notte fonda l'accordo tra il Comune e la Roma sul nodo della proprietà dello stadio. Un nodo attorno al quale, nel corso della giornata di ieri, si era rischiata una vera e propria rottura tra il Campidoglio e l'imprenditore statunitense. “Si costituirà una sorta di joint venture commerciale tra il club calcistico e la società che costruirà lo stadio in modo da rendere indissolubile il legame tra le due”. Ad anticipare la notizia è Enzo Foschi, coordinatore della segreteria del Partito Democratico romano che ha commentato l'esito dell'incontro avvenuto tra l'assessore alla Trasformazione Urbanistica Giovanni Caudo, il presidente giallorosso James Pallotta e la squadra di consiglieri di maggioranza istituita lunedì scorso proprio per seguire l'affaire stadio. Maggiori particolari dovrebbero arrivare nel tardo pomeriggio direttamente dal Campidoglio, dopo la seduta di giunta.

A spiegare i termini dell'accordo il coordinatore della maggioranza Fabrizio Panecaldo: "La Roma avrà lo stadio in concessione per 30 anni pagando 2 milioni di euro l'anno. La società giallorossa avrà un diritto di prelazione sull'acquisto dell'impianto. Pallotta ha anche accettato la penale nel caso venga meno il vincolo tra la Roma e lo stadio. Noi abbiamo anche chiesto che la Roma abbia una partecipazione simbolica nella società che costruisce l'impianto ma su questo non abbiamo avuto risposta" ha dichiarato Fabrizio Panecaldo a Teleradiostereo esprimendo la sua soddisfazione. 

Aggiunge il capogruppo del Partito democratico capitolino Francesco D'Ausilio: "Gli americani hanno accettato tre importanti clausole, non previste nelle intese originarie: una clausola rescissoria qualora da qui a 30 anni la proprietà dello stadio si distanziasse dalla AS Roma Calcio; un impegno prima della firma della convenzione urbanistica, in sostanza prima dell'avvio dei cantieri, a costituire una joint venture tra la Roma Calcio e la società che costruirà lo stadio, per far compartecipare l'AS Roma ai ricavi di tutto l'impianto, non solo delle partite di calcio; un diritto di prelazione sull'acquisto dello stadio per la Roma Calcio, dal primo giorno e fino al 30esimo anno".

Aggiunge Foschi: “In questo modo la società calcistica sarà valorizzata in quanto indissolubilmente legata alla struttura ma al tempo stesso non sarà costretta ad indebitarsi pesantemente annullando la sua competitività nel calcio mercato per i prossimi vent'anni” spiega a Romatoday l'esponente Pd.

Sul 'nodo proprietà' nel pomeriggio di ieri si era arrivati ad una vera e propria rottura tra Pallotta e il Campidoglio. Un muro contro muro proprio a poche ore dalla decisiva giunta capitolina di questo pomeriggio con in programma l'approvazione della delibera con la quale si riconosce la pubblica utilità per la struttura. Il Pd si era impuntato per fare in modo che la proprietà dello stadio, attualmente in mano a una NewCo creada ad hoc per l'occasione, sempre nelle mani di Pallotta, coincidesse con la proprietà del club sportivo o per lo meno se ne stabilisse un legame indissolubile. In caso contrario, la possibilità di inserire nella delibera una sorta di 'clausola' di rescissione. 

“E' un'affermazione ridicola” aveva commentato il presidente Pallotta in mattinata ai microfoni di Radio Radio riferendosi al 'paletto' posto dal Partito Democratico proprio in merito al 'nodo proprietà'. “Non c'è razionalità per chi critica questa cosa, non cambia nulla: non voglio dare un debito del genere alla società, è per salvaguardare il club” aveva spiegato.

Nessun passo indietro però dal Pd. Ha ribattuto il deputato ed ex capogruppo Pd in Campidoglio, Umberto Marroni: “Sulla condivisibile proposta di costruzione dello stadio della Roma, forse è bene specificare che la legge è stata fatta per patrimonializzare le squadre di calcio, per cui è necessario che l'impianto sia di proprietà della Roma, come richiesto dal Partito democratico” ha scritto in una nota. “Ben conosciamo le norme e, come maggioranza, stiamo lavorando a clausole contrattuali che rendano efficace il vincolo di indissolubilità tra la società sportiva As Roma e lo stadio. Se non occorreranno, meglio per tutti. La nostra sarà stata una preoccupazione magari eccessiva, ma mai ridicola” ha ribattuto il coordinatore della maggioranza capitolina Fabrizio Panecaldo.

Con l'accordo raggiunto in nottata, la strada verso il via libera della giunta capitolina dovrebbe essere in discesa. Poi la delibera sullo stadio passerà all'Assemblea Capitolina e soprattutto alla Regione Lazio che dovrà esprimersi sulla Valutazione ambientale strategica prevista per l'autunno. La prima pietra, se tutto fila liscio, potrebbe essere posta nella primavera del 2015. La prima partita nel 2017. Prima però si attende il sì della giunta.

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