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Stadio della Roma: l'iter amministravo finisce nel mirino della magistratura

Nuovo filone d'indagine. Manca l'approvazione, da parte dell'Assemblea Capitolina, della variante urbanistica che consentirebbe di realizzare lo stadio

Il consiglio doveva approvare la variante urbanistica per consentire la realizzazione del progetto legato allo stadio della Roma. Codacons ed il team di architetti ed ingegneri che formano il cosiddetto Tavolo sulla libera urbanistica, lo ripetono da mesi

L'aula Giulio Cesare, nella prima seduta di consiglio utile dopo la chiusura della Conferenza dei Servizi, avrebbe dovuto votare la variante al Piano Regolatore Generale. Non è stato fatto ed ora la scelta procedurale seguita dall'amministrazione è ora finita sotto la lente della magistratura. L'accusa è di abuso d'ufficio ma non risultano al momento degli indagati.

Il voto mancante dell'Assemblea Capitolina

Sul sito di Roma Capitale, in merito all'adozione della Variante al Piano regolatore, il 12 aprile è stato pubblicato un post in cui si informavano i cittadini sulle e la modalità di pubblicazione e consultazione dei materiali sullo stadio. Contestualmente i cittadini venivano informati che, la dermina dirigenziale con cui la Regione chiude la Conferenza dei servizi, "al suo interno comporta variante urbanistica". Eppure, ed è questo in sostanza ad essere contestato, si è trattato di un errore procedurale:per rendere effettiva la variante, manca infatti il voto dei consiglieri capitolini. 

Il rischio idrogeologico

C'è un'altra questione che Codacons ed il Tavolo della Libera Urbanistica avevano sottolineato nel loro esposto.  L'area dov'è stata pensato il futuro stadio della Roma si trova sull'ansa del Fiume Tevere. E' quella una zona caratterizzata dal delicato equilibrio idrogeologico, come dimostrano le aree classificate R3 (elevato rischio) ed R4 (rischio molto elevato). In questi casi occorre qunidi che Il Piano di Assetto Idrogeologico modifichi la classificazione, prima di dare il via libera alle future edificazioni. Ma "in assenza del preventivo declassamento – ha dichiarato Rienzi – la variante in oggetto deve essere respinta perché in palese ed evidente violazione con le disposizioni del PAI”.

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