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Stadio della Roma, Raggi punta i piedi: "Prima le opere pubbliche"

La Sindaca ha ribadito la necessità di realizzare innanzitutto gli interventi previsti nella conferenza dei servizi. In programma per la giornata del 5 maggio un nuovo incontro tra l'As Roma e gli uffici capitolini

Dare la precedenza agli interventi prescritti dalla Conferenza dei Servizi. La Sindaca Raggi è tornata a parlare dello Stadio della Roma. Lo ha fatto, alla vigilia di un nuovo incontro tra gli uffici capitolini e la società giallorossa,  ribadendo quelle che sono le priorità. Prima le opere pubbliche poi quelle che interessano all' AS Roma.

Le priorità

"Basta chiacchiere" ha tagliato corto la Sindaca a chi, a margine di un'iniziativa svoltasi il 4 giugno, le chiedeva conto della possibilità di trasferire il progetto da Tor di Valle a Fiumicino. "Il mio unico interesse è che la Roma mantenga gli impegni presi con la città: prima le opere pubbliche per i cittadini, poi il campo di calcio" ha dichiarato Raggi a margine di un'iniziativa svoltasi il 4 giugno.

Le opere previste nella Conferenza dei Servizi

La scala di priorità è stata brevemente ricordata.  "Prima si uniscono via del Mare e via Ostiense, prima si interviene per potenziare la ferrovia Roma-Lido e poi si fa lo stadio - ha ribadito Raggi - Sono le prescrizioni della Conferenza dei Servizi alla quale tutti si devono attenere". Sulla base di quelle opere, infatti, l'assemblea capitolina ha votato la delibera di pubblica utilità. E' quella che i consiglieri Grancio (DemA) e Fassina (Sinistra per Roma) chiedono di ritirare in autotutela. Senza la pubblica utilità, da ritirare secondo il Municipio IX, viene meno la possibilità di ricorrere alla legge sugli stadi. Ma se le opere pubbliche non vengono realizzate prima dello stadio, diventa difficile anche per la maggioranza pentastellata arginare la richiesta che arriva dai due consiglieri dell'opposizione capitolina.

Lo stadio non si farà: l'intervista a Berdini

"Mi auguro che domani (il 5 giugno 2019 ndr) la Roma porti una proposta definitiva e concreta" ha concluso la Sindaca. Tra l'altro, le sole opere elencate, non consentirebbero neppure di superarequella condizione "catastrofica" con cui,  il Politecnico di Torino, aveva bollato la mobilità. Per superare quel rischio però, come ha ribadito lo studio dell'università piemontese,  occorre che s'impegni anche l'amministrazione capitolina a realizzare le opere previste dal Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Ma la condizione essenziale è che l'As Roma mantenga l'impegno a fare le opere concordate nel progetto che ha ottenuto il via libera, nel dicembre del 2017, in Confenza dei Servizi.
 

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