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Politica Tor di Valle / Via Ostiense

Stadio della Roma, Franceschini: "Non interverrò sul vincolo. E il PD vuole vedere le carte

Il gruppo capitolino del Partito Democratico punta ad un Consiglio Straordinario "per riportare la discussione all'aperto". Intanto il Ministro Franceschini annuncia l'intenzione di non intervenire sul vincolo della Soprintendenza

Il futuro di Tor di Valle resta incerto.  L’accordo raggiunto tra l’As Roma e la squadra di governo pentastellata, deva infatti fare i conti con il PD. A livello cittadino ed anche oltre. In mattinata infatti il Ministro Franceschini ha fatto sapere di non essere intenzionato a rimuovere il vincolo posto dalla Soprintendenza.

IL MIBACT ED IL VINCOLO  - "Io non ho strumenti per intervenire, nè lo farò. Ci sono delle forme previste dalla legge e dai regolamenti a disposizione o degli altri livelli istituzionali o dei privati per tutelarsi in caso non si condivida una decisione – ha sottolineato il titolare del Mibact – Ci sono competenze molto precise guidate dalla legge che stanno nella totale autonomia delle Soprintendenze che non hanno un livello politico gerarchicamente superiore che può  far cambiare una decisione. Anzi, se lo si facesse – sottolinea il Ministro Franceschini – si commetterebbe un reato". Resta dunque da comprendere come sia possibile realizzare qualsiasi progetto su un’area sottoposta a tutela dalla Sovrintendenza.

CARTA BIANCA - Anche a livello cittadino, il gruppo dem ha deciso di scendere in campo per  giocarsi la partita. “La rivisitazione o meglio il nuovo progetto #StadioDellaRoma, annunciato dalla giunta Raggi e dai vertici di Eurnova, non e' ancora nero su bianco. Sono passati 8 mesi e a causa dei ritardi di questa amministrazione, dovuti soprattutto ai loro continui tentennamenti, la Roma ha maturato rilevanti diritti economici che puo' far valere presso l'amministrazione pubblica. Ed e' per questo motivo che la Giunta ha deciso di dare pieno credito sulla parola ai proponenti, una carta bianca al buio, in assenza di un progetto compiuto, di un piano finanziario, di un progetto esecutivo” scrivono in una nota i Consiglieri democratici eletti in Campidoglio. “Il confronto pubblico sulla nuova struttura e sulle opere pubbliche connesse, aperto due anni fa è stato relegato in questi 8 mesi nelle segrete stanze del M5S. Noi vogliamo riportare la discussione all'aperto e fuori dalle competizioni dove l'hanno costretta gli interessi 'grillini'. E per questo motivo che chiederemo un consiglio straordinario e lo faremo per riportare la discussione nella città”.

PUBBLICA UTILITA' E STADIO - L’accordo raggiunto tra la Giunta Raggi ed Eurnova, comporta un taglio di cubature a cui corrisponde un taglio nei servizi. “Noi vogliamo capire se questo nuovo progetto potrà avere l'utilità pubblica. Le opere pubbliche sono la priorità del progetto e sono indispensabili, così come la loro quantità e la loro qualità. A nostro avviso è altrettanto indispensabile anche la qualità architettonica del progetto, la presenza del verde, la connessione dei due quartieri sulle sponde del Tevere e la viabilità”. C’è anche un’altra preoccupazione che i consiglieri democratici portano all’attenzione. “Anche il numero dei posti dello Stadio sembrerebbe scendere al di sotto dei 60 mila, cioè una capienza che impedisce di ospitare i grandi eventi Uefa. Si tratta di un grave handicap che a livello internazionale penalizzerà Roma”. A fronte di tutte le considerazioni  espresse “chiederemo questo consiglio straordinario. Forse la Roma pensava di poter giocare nel nuovo stadio nel giro di due anni – conclude la nota – purtroppo e a malincuore, visto come si sono messe le cose, forse non sarà così”.

LA REPLICA - Le perplessità palesate dai Consiglieri capitolini democratici, sono state respinte al mittente dal Capogruppo comunale Ferrara. “Di fronte alle sterili polemiche altrui rivendichiamo i risultati del nostro lavoro – ha commentato il pentastellato sul proprio profilo facebook – Abbiamo dato massima attenzione alle opere pubbliche e alle infrastrutture per la viabilità, dal ponte sul Tevere alla Roma-Lido, al verde, alla messa in sicurezza dell'area, alla qualità degli standard energetici. Abbiamo dimezzato le cubature previste dalla delibera del Pd, che preferiva una colata di cemento a un intervento eco-sostenibile, e che ora addirittura parla di presunti ritardi e tentennamenti. Ma quali? Noi in sette mesi – chiosa il capogruppo del M5s– una soluzione l'abbiamo trovata”.

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