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Sabato, 20 Aprile 2024
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Stadio della Roma, la Conferenza dei servizi rigetta la sospensiva: ecco cosa succede adesso

Niente sospensiva, ma c'è tempo fino al 30 marzo per presentare il progetto 2.0. Poi la Conferenza dei servizi deciderà. Da valutare l'entità del taglio delle opere pubbliche. Da non sottovalutare infine il vincolo posto dalla Sovrintendenza

Niente sospensiva. La Conferenza dei servizi sullo stadio della Roma finisce qui. Anche se, tecnicamente, c’è ancora un mese di tempo per produrre tutta la documentazione che finora non è arrivata. Questo perché, come ha spiegato l’Assessore regionale Michele Civita “La Conferenza dei servizi ha durata di 90 giorni e può esser sospesa per un massimo di 30, mentre la procedura di valutazione legata alla legge sugli stadi è di 180 giorni.  Quindi la procedura va oltre la Conferenza dei servizi”. E quindi  “la procedura si chiudera' il 5 aprile”. 

Ma perché non è arrivata la sospensiva? Fondamentalmente perché il Comune non l’ha richiesta. Tale proposta è infatti arrivata soltanto da parte della società proponente, la Eurnova Srl. Il Comune è rimasto a guardare. Un non sense, che è stato rimarcato dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti. “Gli uffici non hanno potuto che prendere atto dell’orientamento esplicitato in sede di Conferenza dal rappresentante unico di Roma Capitale, come del resto da quello della Città Metropolitana, che non hanno fatto propria la richiesta di sospensiva e confermato invece come definitivo il parere negativo di Roma Capitale sul progetto. Orientamento in pieno contrasto con la comunicazione ricevuta ieri da parte del Sindaco di Roma”.  La lettera della Sindaca non è quindi stata presa in considerazione.  O quasi. La porta resta socchiusa.

ULTIMI GIORNI - “Ora fino al 30 marzo ci sarà tempo per far pervenire alla Direzione competente atti, decisioni formali e delibere fino ad ora annunciate solo a mezzo stampa – approfondisce in una nota il preisdente Zingaretti – Anche in attesa di questi nuovi atti la Regione Lazio ha differito il termine della propria determinazione al 5 aprile”. Quindi non arriva la sospensiva, ma una sorta di “proroga”. Perché per ora sul piatto c’è solo il progetto originario, quello che era stato bocciato da Roma Capitale ad inizio febbraio. Di quello 2.0 ancora non si ha traccia. Entro il 30 marzo dovrà essere messo su carta l'intendimento raggiunto con l'As Roma. Il taglio delle cubature ma anche le opere pubbliche che verranno modificate. E qui entra in gioco il pubblico interesse, con la vecchia delibera che dovrà essere emendata, per restare all'interno dell'attuale procedura. Cosa possibile a condizione di non stravolgere il quadro complessivo. In altre parole, se saltano totalmente alcune infrastrutture, difficile che possa reggere l'architrave della delibera. La modifica delle opere invece, potrebbe mantenere inalterata la valutazione di pubblico interesse.

IL VECCHIO PROGETTO - “Piu' che una conferenza dei servizi, quella di oggi e' sembrata una farsa- ha commentato a margine della seduta Carlo Rienzi, presidente di Codacons - ore di discussione su un progetto superato mentre quello nuovo ancora non e' stato messo nero su bianco dal Campidoglio. Tenere in piedi un procedimento inutile e improcedibile va ad unico vantaggio dei proponenti, e potrebbe costituire una forma di abuso di atti d'ufficio. Non possiamo che attendere le nuove delibere del Comune e valutarle ai fini delle eventuali iniziative da intraprendere".

SCENARI FUTURI - Intanto però i cittadini intervenuti, contrari al progetto originario e quindi alle torri, tirano un sospiro di sollievo.  “Non è una vittoria ma è il primo passo per ottenerla – commenta a caldo Bruno Ceccarelli, del Comitato Salviamo Tor di Valle dal Cemento – la sospensiva doveva esser richiesta eventualmente dal Comune e non dalla società proponente. Adesso ci aspettiamo che si faccia una nuova delibera sulla pubblica utilità  e che il progetto venga discusso nei municipi e con le associazioni ed i cittadini con la massima trasparenza”. Tradotto: si ricomincia da zero. Una condizione che si sta invece cercando di evitanre. Per passare invece, entro il 5 aprile, al progetto 2.0, sarà necessario non sottovalurare un'altra questione: il vincolo della Soprintendenza. Se rimane, allora si ricomincia tutto daccapo. Come auspicato dal Comitato Salviamo Tor di Valle dal Cemento.

IL CAMPIDOGLIO -  Nel tardo pomeriggio di venerdì, la questione dello stadio e gli sviluppi legati alla Conferenza dei servizi, sono stati commentati anche dalla Sindaca Virginia Raggi. “Roma Capitale ha espresso un parere negativo con prescrizioni relativamente al progetto dello stadio di Tor di Valle presentato dalla giunta del Pd, per intenderci quello con oltre un milione di metri cubi di cemento. Come già detto, questa amministrazione è pronta a valutare positivamente i miglioramenti già definiti nel corso del confronto con la As RomaEntrando nel merito della mancata sospensione della conferenza dei servizi – aggiunte la Sindaca – risulta che siano stati gli uffici della Regione Lazio a non volerla concedere, diversamente da quanto assicuratoci nei giorni precedenti – spiega Raggi – Spiace che in Regione qualcuno cerchi di strumentalizzare questa vicenda che abbiamo sbloccato dopo sei anni di immobilismo. Nuovamente si cerca di fermare il cambiamento e creare confusione con vecchi trucchi, privando così la città ed i cittadini di una opportunità di crescita e sviluppo eco-sostenibile”.

LA REPLICA DELLA REGIONE - L'uscita della Sindaca, è stata immediatamente commentata con una nota dalla Regione Lazio. "Il verbale della Conferenza dei Servizi e' on line nell'apposita sezione 'Trasparenza' del sito della Regione Lazio. Siamo, inoltre, disponibili a fornire al sindaco Raggi la registrazione dell'intera conferenza dove potra' verificare l'effettivo andamento della conferenza stessa oltre alle azioni poste in essere dai suoi rappresentanti. Ribadiamo, infine, che c'e' tempo fino al 30 marzo per ricevere atti, documenti e delibere su un'eventuale nuovo progetto annunciato per ora solo sui giornali, ma mai formalizzato in nessuna sede ufficiale".

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