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Sabato, 20 Aprile 2024
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Sindacati sul piede di guerra: "Su aziende partecipate Raggi non ha mantenuto accordi di Fabbrica Roma"

Oggi la firma di un documento di Cgil, Cisl, Uil che prelude a importanti mobilitazioni. Un atto d'accusa contro il Campidoglio, reo di non aver rispettato l'accordo denominato "Fabbrica Roma"

Altro che Fabbrica Roma, l'accordo sottoscritto dalla sindaca Raggi con le parti sociali per l'avvio di tavoli di approfondimento che tenessero accesi i riflettori sulle condizioni dei lavoratori delle società partecipate del Campidoglio. A due anni di quei tavoli promessi, accusano le associazioni di categoria, non si è visto nulla. E se nulla si vedrà a stretto giro, partiranno importanti mobilitazioni. 

L'attivo unitario dei quadri e dei delegati delle società partecipate di Roma Capitale, coordinato dal segretario genarale della Cgil di Roma e Lazio, Michele Azzola, dal segretario generale della Cisl Roma Capitale e Rieti, Carlo Costantini, e dal segretario generale della Uil di Roma e Lazio, Alberto Civica, ha approvato oggi un documento in cui viene evidenziato che "se dovessero perdurare le violazioni degli accordi sottoscritti e lo stallo nel confronto, Cgil, Cisl, Uil, insieme alle categorie, si impegnano ad alzare il livello della mobilitazione già a partire dal mese di settembre: in mancanza di risposte concrete, attiveremo tutte le ulteriori iniziative necessarie". 

Per gli esponenti della triplice sindacale è "urgente rilanciare la vertenza 'società partecipate di Roma Capitale'. Con l'accordo Fabbrica Roma del 1 giugno 2017, appunto, la sindaca M5s si impegnava ad avviare il confronto sui temi più sensibili per la vita della città tramite otto tavoli di approfondimento preventivo su: politiche di bilancio, fiscali e tariffarie; mobilità; ciclo dei rifiuti; riorganizzazione delle partecipate; politiche del welfare, della disabilità e abitative; politiche di sviluppo territoriale, di rigenerazione urbana e periferie; politiche per la cultura e il turismo; lavoro, appalti e azioni per la legalità - si legge nel documento - Ad oggi siamo ancora in attesa che si concretizzi uno solo di questi tavoli...". 

A fine giugno i segretari generali avevano scritto una lettera alla sindaca per chiedere un incontro urgente proprio "per una verifica degli impegni assunti nell'accordo sottoscritto" ma non avrebbero ancora ricevuto una risposta. E nel frattempo le situazioni delle aziende non sono migliorate, anzi: "A fronte di un accordo sottoscritto il 27 settembre 2017 con l'assessore Colomban, nel quale si escludeva la possibilità che la riorganizzazione delle partecipate potesse provocare esuberi, oggi - si legge ancora nel documento approvato - ci troviamo con situazioni quali la Multiservizi o la Roma Metropolitane dove, di fatto, sono messi a rischio i livelli occupazionali e salariali. Di fronte ai vari tentativi di promuovere la privatizzazione delle aziende comunali, specialmente quelle più appetibili per il volume di fatturato, noi continuiamo a sostenere il mantenimento del carattere pubblico di tutte le società che svolgono servizi fondamentali per la città".

Per le partecipate i sindacati rivendicano "una maggiore efficienza, una riorganizzazione e un riequilibrio economico, partendo dal principio che il capitale più prezioso di cui dispongono queste imprese sono i lavoratori, le cui professionalità e competenze vanno difese e valorizzate". Invece la situazione che registrano vede "il continuo succedersi di assessori in posti chiave che ha determinato difficoltà economiche alle aziende nonchè di una pletora di amministratori privi di competenze tecniche specifiche, che cercano di compensare il loro gap professionale mostrandosi più sensibili verso la politica che li ha nominati, piuttosto che verso l'interesse comune". Il Comune, in quanto socio (unico o di maggioranza a seconda dei casi), "deve fornire alle imprese chiari indirizzi strategici per non vivere alla giornata ed evitare che, in assenza di precise linee guida, gli amministratori rinuncino all'incarico". 

Nel loro atto di accusa al Campidoglio, Cgil, Cisl e Uil hanno voluto precisare che "il nostro non è un intento strumentale e non vogliamo essere confusi con i tanti che oggi chiedono le dimissioni della Giunta. Vogliamo il rispetto degli accordi e il riconoscimento del ruolo che ci deriva dall'essere portatori di istanze, capaci di tradurre richieste, bisogni e problemi in proposte. Siamo convinti che il sistema delle partecipate debba essere rilanciato, per questo non possiamo continuare ad assistere inermi al decadimento totale di questa città". Per questo l'attivo sindacale, tra le altre cose, ha deciso di "incalzare l'amministrazione Capitolina affinchè mantenga gli impegni sottoscritti e apra un confronto strutturato così come previsto da Fabbrica Roma" e di "promuovere, nel mese di settembre, una iniziativa pubblica in cui porre all'attenzione dell'opinione pubblica e delle forze politiche il nostro punto di vista sul futuro delle partecipate di Roma Capitale".

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