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Sicurezza Urbana: i nuovi protagonisti saranno gli enti locali

Il prefetto Pecoraro: “I ruoli e le competenze in materia di sicurezza sono cambiati. Serve collaborazione tra le forze dell’ordine e gli enti locali”. Il Generale Mori: “Le forze di polizia hanno cominciato a limitare le fasce d'intervento”

“Roma è una delle città più sicure d’Italia. I reati dal 2005 in poi sono in continua diminuzione grazie all’attività efficiente svolta dalle forze dell’ordine”. Lo ha detto il prefetto della Capitale Giuseppe Pecoraro in apertura della conferenza “Le nuove dimensioni della sicurezza urbana”, tenutasi ieri alla Nuova Fiera di Roma, organizzata dall’assessorato Affari Istituzionali Enti Locali e Sicurezza della Regione Lazio e coordinata dal giornalista de “Il Messaggero” Mauro Evangelisti.

La città, dunque, non è più pericolosa di qualche anno fa. “Ad essere cambiati”, ha continuato il Prefetto, “sono, invece, i ruoli e le competenze in materia di sicurezza. Oggi gli enti locali devono essere i protagonisti delle nuove dimensioni della sicurezza urbana. Questo perché all’interno della tematica sicurezza da qualche tempo rientrano problematiche nuove”.

Spiega il generale Mario Mori, responsabile dell’ufficio extradipartimentale per la sicurezza del comune di Roma: “La struttura italiana non è più la stessa e di fronte a questa realtà le forze di polizia hanno iniziato a limitare la loro fascia d’intervento concentrandosi sul terrorismo internazionale, la criminalità organizzata, ecc.”. Questo significa che oggi spetta al Comune, alla Provincia ed alla Regione risolvere le problematiche di sicurezza ordinaria, facendo riferimento alla polizia locale.

In particolare, alla Regione, che dal 2001 può legiferare, spetta il compito di tracciare le linee guida.
Gli enti locali, infatti, per la prima volta si trovano a fronteggiare un’agenda politica per la quale non sono tradizionalmente attrezzati. Per andare incontro ai cittadini ed aiutarli a sentirsi più sicuri a breve nasceranno, invece, gli sportelli sicurezza. Spiega l’assessore Affari Istituzionali, Enti Locali e Sicurezza della Regione Lazio, Daniele Fichera: “Quando si subisce un reato ci si reca dalle forze dell’ordine per denunciare il fatto. Quando si ha la percezione del reato, ma il reato non c’è non si sa a chi rivolgersi. Gli sportelli sicurezza serviranno a questo”.
 
Durante la tavola rotonda è intervenuto anche Enzo Ciconte, presidente dell’Osservatorio tecnico scientifico sulla sicurezza e la legalità della Regione Lazio. Il professore ha parlato di mafie per sottolineare che, anche se a Roma le organizzazioni criminali non hanno il controllo del territorio, sono presenti nella realtà economica. Anche la Capitale, dunque, deve affrontare tale problematica spesso trascurata e deve farlo adesso. In un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo, infatti, le organizzazioni criminali che hanno liquidità potrebbero approfittarne per radicare la loro presenza sul territorio acquisendo attività economiche. L’incontro si è concluso con una riflessione dei partecipanti sul decreto sicurezza ed in particolare sulle ronde. Il prefetto Pecoraro ha detto: “Prendiamo la parte buona della legge. Avremo degli osservatori da utilizzare nei luoghi in cui le forze di polizia sono poco presenti, come per esempio nei parchi”.
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