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Sgombero Curtatone, alloggi temporanei e prima accoglienza: ecco l'alternativa offerta

I rifugiati hanno rifiutato la soluzione proposta perché ritenuta insufficiente per tutti gli sgomberati

Ottanta posti nelle strutture di prima accoglienza di Roma Capitale e villette per sei mesi nella zona di Rieti. È questa l'alternativa offerta dal Comune di Roma e dalla società proprietaria dell'immobile agli sgomberati da via Curtatone. Un'offerta giunta nel corso di una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica svoltasi mentre a piazza Indipendenza tra occupanti e polizia montava la tensione

L'alternativa agli sgomberati da via Curtatone

Una riunione nel corso della quale il Prefetto ha sollecitato tutti i presenti, dal Comune alla Regione, a individuare una pronta risposta finalizzata a "superare le criticità ancora esistenti in piazza Indipendenza". La soluzione condivisa, si spiega dalla Prefettura, vedrà la Idea Fimit S.G.R., società che ha in gestione l'immobile di via Curtatone, mettere da subito a disposizione, senza oneri per l'amministrazione comunale e per un periodo di tempo di 6 mesi, alcune proprie unità abitative per la immediata collocazione alloggiativa degli aventi titolo". Secondo quanto appreso da RomaToday le unità abitative sarebbero situate a Rieti e andrebbero ad ospitare un totale di 40 nuclei familiari. Secondo la Prefettura "la soluzione messa in campo, che consentirà di procedere a liberare definitivamente ed in condizioni di sicurezza l'immobile sito in via Curtatone, sarà oggetto di attento monitoraggio da parte della Prefettura che, in prossimità della scadenza del termine dei sei mesi provvederà a convocare un nuovo Tavolo, per verificare le soluzioni nel frattempo messe in campo dagli Enti istituzionali coinvolti per una gestione strutturata della problematica". 

Altre 80 persone invece verranno ospitate in centri per la prima accoglienza del Comune di Roma. 

Via Curtatone, tensione rifugiati e polizia

La risposta degli sfollati 

Mentre si concretizzava la soluzione della Prefettura, in piazza montava la protesta contro la presenza della Polizia. Gli sgomberati , secondo quanto si apprende, avrebbero rifiutato l'offerta. Ritengono infatti che la soluzione individuata non riesca a rispondere alle esigenze di tutti e sia quindi solo assolutamente parziale. Anche la recente indicazione per uno Sprar sulla Casilina è stata ritenuta insufficiente. 

Dalle associazioni che si sono fatte mediatrici si apprende che alla base del rifiuto c'è anche la temporaneità dell'offerta, ritenuta una soluzione tampone. Per quanto riguarda gli 80 ospitati nei centri Sprar l'offerta viene vissuta come un passo indietro. "E' un centro di prima accoglienza", dicono. "Qui c'è gente in Italia da anni che andrebbe aiutata ad entrare nell'inaccessibile mercato delle locazioni". Al contrario invece viene dato loro un letto a castello in uno stanzone. Da qui la decisione di non lasciare piazza Indipendenza, che continua a restare una favela e dove i rifugiati si apprestano a dormire. Per la quinta notte consecutiva un centinaio di persone, quelle con fragilità e i nuclei familiari, dormiranno all'interno del palazzo, mentre invece una ottantina resterà nelle aiuole. 

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