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"Spostiamo 150 cani da Muratella", il Comune viene inondato di mail e rinvia lo sgombero

Un fax in mattinata annunciava l'iniziativa del dipartimento Ambiente. Dai lavoratori il tam tam e il mail bombing che ha portato alla retromarcia del Campidoglio. Sgombero rinviato a data da destinarsi

"Sposteremo 150 cani come abbiamo deciso a marzo". "Troppe minacce, lo sgombero è rinviato". Si consuma nel giro di quattro ore l'ennesima assurda puntata della vicenda relativa al canile della Muratella, la cui gestione è stata revocata ad Avccp, con conseguente licenziamento per 93 persone. Il Comune, con un fax inviato in mattinata, aveva annunciato che 150 cani sarebbero stati prelevati e spostati nella struttura di viale Marconi, gestita da L'Impronta, associazione a cui lo stesso dipartimento ambiente ha affidato la gestione della Muratella. 

Tanto è bastato per rendere ancora più calda una situazione già incandescente. I lavoratori infatti, appresa la notizia, hanno iniziato un tam tam per sensibilizzare i cittadini per invitare a "rivoltarsi" contro la decisione del Comune di "privare i cani dei loro punti di riferimento, delle persone che si prendono cura di loro ormai da anni. Hanno deciso di allontanarli dai lavoratori che li trattano come fossero propri, per trasferirli in strutture inadeguate e con personale insufficiente a garantire il loro benessere, privandoli di quel poco che hanno". 

A questo messaggio gli ex lavoratori, ora volontari, hanno fatto seguire un invito a tempestare di mail e fax il comune per dire "no al trasferimento coatto dei cani di Muratella, giù le mani dai lavoratori e dagli animali". In poche ore il Comune è finito inondato di quelle che, in un successivo fax, gli stessi uffici definiranno "minacce". E proprio le tante sollecitazioni esterne hanno spinto il Dipartimento alla marcia indietro: "Niente sgombero, rinviato a data da destinarsi. Troppe le minacce giunte a questo dipartimento". 

Nel frattempo al Campidoglio era venuto meno anche il sostegno delle associazioni di volontariato, disposte a supportare L'Impronta nella gestione post Avccp. "La nostra posizione", spiegano Feder F.I.D.A. , 6 Orme, Angeli a 4 Zampe ed Amici di Fido, è sempre stata rivolta al benessere animale ma non partecipativa ad alcuna operazione di "trasferimento" dei cani dal canile Muratella all' Ex Cinidromo , né  presso altre strutture. Pertanto, le nostre associazioni, rinnovano  la loro disponibilità a svolgere volontariato, laddove ve ne sia bisogno per gli animali ma rifiutano l'invito a coadiuvare qualunque  iniziativa che non riguardi il  benessere degli stessi o che sia difforme dalle nostre competenze".

Rincara la dose Loredana Pronio, presidente di Federfida onlus: "Siamo volontari, non "celerini" né "esercito". Con questa richiesta e dopo i fatti di domenica 1 maggio, abbiamo capito che, a questa amministrazione, evidentemente non sta a cuore la nostra incolumità fisica!". 

A Muratella da una settimana i lavoratori, rimasti senza lavoro, hanno deciso di prendere in autogestione il canile, prendendosi cura degli animali e rilanciando le immagini della loro attività sui social network. A loro dire le associazioni di volontari, che avrebbero dovuto prendere il loro posto, non si sono presentate. Diversa è invece la versione di Feder FIDA, 6 Orme, Angeli a 4 Zampe ed Amici di Fido che raccontano di essere stati respinti all'ingresso del canile già il 1 maggio.

Per risolvere la situazione ieri era stato convocato un incontro presso il dipartimento Ambiente, definito in qualche modo interlocutorio. Nessuna delle parti infatti pare disposta a cedere. Da un lato i lavoratori che non ci stanno a soluzioni a ribasso come quella dell'ingresso della nuova associazione che ha proposto la salvaguardia di appena 30 dei 93 posti di lavoro.

Dall'altra il Campidoglio, deciso nel portare avanti le prescrizioni dell'Anac e del nuovo bando. Anche per questo ieri si è ribadito che la linea è quella dell'affidamento all'associazione Le Orme, supportata da associazioni di volontariato. Ad impedire il nuovo corso l'occupazione degli ex lavoratori. All'orizzonte nessuno sbocco, ma solo diverse ipotesi, tra le quali quella di uno sgombero coatto degli occupanti, con la forza pubblica. Ma per far questo il caso dovrebbe approdare in Procura, un passaggio al momento lontano dalla realtà. Quanto vissuto oggi però ha evidenziato che le sorprese si nascondono dietro ogni angolo. 

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