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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Sgomberi più facili, Viminale al lavoro: alternativa solo "ove possibile" e per le 'fragilità'

Obiettivo: modificare la circolare Minniti che impone lo stop alle operazioni in assenza di alternative

Gli uffici del Viminale sono già al lavoro. Obiettivo: modificare le modalità di applicazione delle disposizioni vigenti in tema di occupazioni abusive di immobili per dare il via libera ad una “necessaria e rigorosa politica degli sgomberi”. Se in tema di migranti ha apprezzato l’operato dell’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, sulla politica degli sgomberi Matteo Salvini è pronto a voltare pagina con l’eredità del Governo Renzi. O almeno, a correggere il tiro. Nel mirino c’è la cosiddetta ‘circolare Minniti’ che nell’ultimo anno ha di fatto imposto uno stop a qualsiasi operazione in assenza di alternative valide per le famiglie in “disagio economico e sociale” che vivono all’interno di questi stabili. 

La circolare era stata emessa il primo settembre del 2017 in seguito a due sgomberi avvenuti a Roma: quello di via Quintavalle a Cinecittà, con una sessantina di famiglie rimaste nelle tende per mesi, e quello di via Curtatone, in seguito al quale centinaia di rifugiati eritrei e somali restarono accampati per giorni in piazza Indipendenza prima di essere sgomberati con la forza. Il provvedimento chiedeva alla Cabina di regia interistituzionale costituita ad hoc di provvedere “ad una ricognizione dei beni immobili e privati e delle Pubbliche amministrazioni inutilizzati, compresi quelli sequestrati e confiscati” con il fine di valutarne l’utilizzo a fini abitativi. Ma ad un anno di distanza nessuna soluzione è stata individuata e della mappatura non c’è nemmeno traccia. Niente alternative, niente sgomberi quindi.

Il ministro Salvini, fanno sapere dal Viminale, cercherà di uscire dall’impasse mettendo mano alla circolare con l’intento di coniugare gli sgomberi a tutela del “diritto di proprietà” con l’assistenza alle persone più vulnerabili come donne, bambini e persone malate che, assicurano, "nessuno ha intenzione di far rimanere per strada". Un orientamento che promuove la linea mantenuta dall’amministrazione a Cinque Stelle di Virginia Raggi che di fronte agli sgomberi ha sempre offerto una soluzione alle sole ‘fragilità’. Donne con bambini, anziani e disabili, la maggior parte delle volte con separazione dei nuclei familiari. L'amministrazione Raggi aveva di fatto reinterpretato in maniera restrittiva quanto indicato nell’articolo 11 del decreto sulla ‘sicurezza urbana’ varato dall’ex ministro Minniti che prescriveva invece una “tutela dei nuclei familiari in disagio economico e sociale” indicando quindi anche il fattore del 'reddito' tra i parametri da prendere in considerazione. Per il momento, però, secondo quanto si apprende, il decreto Sicurezza non dovrebbe essere toccato e all’obiettivo si dovrebbe arrivare con la sola correzione della circolare.

La chiave per rendere più semplici gli sgomberi starebbe nell’aggiunta di un “ove possibile” in relazione alle alternative da individuare. Questo particolare, il ragionamento, permetterà ai sindaci di avere le mani più libere a procedere con gli sgomberi. Salvini pensa anche ad un Viminale più attivo al fianco dei sindaci nell’affrontare questo problema, mantenendo sempre un equilibrio con gli enti locali che conoscono al meglio i casi in questione e le risorse disponibili in termini di servizi sociali. 

Salvini ha già preso impegni precisi: “Quello che muoverà la mia attività di Ministro è il fatto che la proprietà privata è un diritto intangibile e su questo lavoreremo anche con alcune modifiche normative alle quali stanno lavorando i miei uffici” ha affermato in Senato rispondendo ad un’interrogazione di Franco Del Mas, parlamentare di Forza Italia ed ex segretario provinciale di Confedilizia. “È altresì necessaria una rigorosa politica degli sgomberi, utile anche a ridurre il numero delle situazioni risalenti nel tempo” ha continuato. “Ho intenzione di stabilire una forte e costante collaborazione con i sindaci di tutta Italia e con le categorie economiche interessate, nell'ottica di garantire, sempre e comunque, la legalità, attraverso soluzioni operative concrete ed efficaci”.

Applaude Confedilizia, con diversi comunicati stampa: "I proprietari non hanno tutele e il nostro sistema legislativo è, di fatto, più garantista con chi occupa che con chi subisce l'occupazione” le parole del presidente Spaziani Testa. Poi ha puntato il dito proprio contro l’articolo in questione: “A peggiorare il quadro, poi, è arrivato di recente il cosiddetto 'decreto sicurezza', che con il suo articolo 11 ha, in sostanza, attribuito ai prefetti il potere di vanificare i provvedimenti dell'autorità”. 

Il nodo delle occupazioni è in cima alla lista delle priorità della sindaca Virginia Raggi che ne ha già discusso con il ministro in occasione della visita al Viminale della scorsa settimana. Il Campidoglio ha già pronta la lista con gli immobili da sgomberare in via prioritaria e dopo lo strappo con la Regione della scorsa settimana è ormai ufficiale che gli uffici delle Politiche Abitative capitoline non sono intenzionati ad utilizzare quei 40 milioni di euro che l’ente guidato da Nicola Zingaretti aveva messo in campo anche per individuare soluzioni abitative anche per gli occupanti. 

La macchina ripartirà quindi sul fronte della sicurezza e su quello assistenziale. La lista degli immobili, circa 90 in tutta Roma, è da mesi sul tavolo del Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza che nell’ultimo anno si è periodicamente riunito in Prefettura. Il Capidoglio ha già stilato un minielenco degli immobili da cui partire dove insieme ad occupazioni storiche come via Carlo Felice 69 a San Giovanni o le scuole occupate di via Cardinal Capranica 37 a Primavalle e via dell'Impruneta 51 a Magliana, viene infilata anche via Tiburtina 1040 a San Basilio, meglio conosciuta come l'Ex fabbrica della penicillina. A Palazzo Senatorio ci lavorano da mesi. Per sbloccare il piano, però, si attendono le nuove direttive del Viminale. 

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