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Piano rom, venti persone sotto sfratto dal centro di accoglienza: "Dal 2017 in 800 lasciati in strada"

A partire dalla storia di Costica la denuncia di Associazione 21 Luglio e Unione Inqulini: "Immediata sospensione degli sgomberi"

Dall’assistenza alla strada. Sabato prossimo venti persone, rom di nazionalità romena, verranno allontanate dal centro di accoglienza di viale della Primavera, a Centocelle, dove vivono da circa un anno, dopo esser state trasferite lì dalla struttura di Torre Maura, chiusa per le proteste di gruppi di estrema destra. “Dimesse” senza alternative, hanno tutte ricevuto l’invito da parte dell’Ufficio speciale Rom Sinti e Caminanti a “lasciare le stanze libere da persone e cose improrogabilmente entro la data del 7 marzo 2020”.

Per loro, però, non c’è altra soluzione che la strada, probabilmente in ripari di fortuna in insediamenti informali. Il progetto di accoglienza nel quale erano inclusi, dopo la seconda proroga, è arrivato al capolinea e il Campidoglio non ha prospettato per loro alcuna alternativa alloggiativa. Nei giorni scorsi Romatoday ha raccontato la storia di Costica e della sua famiglia, composta dalla moglie, invalida al cento per cento, dalla nonna, e da tre bambini di sette, otto e dieci anni, che frequentano una scuola del V municipio. Ma insieme a loro, tra due giorni, resteranno senza un tetto sulla testa altre 14 persone.

L’Associazione 21 Luglio, organizzazione no profit che segue da anni le politiche esercitate sulla popolazione rom della Capitale, e il sindacato Unione Inquilini puntano il dito contro il ‘Piano rom’ dell’amministrazione di Virginia Raggi, presentato in Campidoglio il 31 maggio 2017. Un piano definito “capolavoro da applausi” da Beppe Grillo e “che consente di riportare Roma in Europa” per la prima cittadina. Un piano promosso anche dal delegato alla Sicurezza della sindaca, il vice capo di gabinetto Marco Cardilli che, nel corso di un'intervista rilasciata a Romatoday, si è difeso così: "Il giudizio della Comunità europea che finanzia il piano è stato positivo". Dal maggio del 2017 però, scrivono l’associazione e il sindacato in una nota, “sono più di 800 i rom che sono passati dagli insediamenti formali della Capitale alla precarietà di un’esistenza condotta in strada”. Tutti i dati sono stati presentati dall'Associazione 21 Luglio alla Camera nel gennaio 2020 nel report 'Dove restano le briciole'.

“In realtà”, scrivono l’Associazione 21 Luglio e Unione Inquilini, “il principale impatto del ‘Piano rom’ si è tradotto in un semplice ‘travaso’ di persone dagli insediamenti formali a quelli informali con un accesso alle abitazioni dell’edilizia residenziale pubblica che appare irrisorio”. I numeri aiutano a capire quanto accaduto: “Per fare solo degli esempi negli ultimi tre anni nel ‘villaggio’ di Lombroso si è passati dalle 227 presenze del 2017 alle attuali 181 (-20%), in quello di Castel Romano da 1.062 presenze alle 542 (-49%), nell’insediamento di Salone il calo è stato del 41% (607 presenze del 2017 contro alle attuali 360) e in quello de La Barbuta dai passati 586 residenti, oggi se ne contano 425 (-27%). Nel caso del Camping River, chiuso nel luglio 2018, la chiusura è di fatto coincisa con l’allontanamento in strada della maggioranza delle famiglie residenti”.

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Quasi nessuna delle persone fuoriuscite da questi campi, la denuncia, è stata avviata grazie a progetti di inclusione e autonomia verso una casa: “In totale sono circa 800 le persone che risultano fuoriuscite dai ‘villaggi’ con un identico numero di soggetti passati a vivere all’aperto, dentro un camper, un’autovettura o all’interno di alloggi di fortuna sotto cavalcavia, in prossimità di discariche abusive o lungo i marciapiedi di strade periferiche”.

È questo il quadro in cui si inserisce lo sfratto di 20 persone previsto per sabato prossimo. È questo lo scenario in cui Costica e la sua famiglia stanno per rimanere per strada. Una storia “emblematica” per l’Associazione 21 Luglio e Unione Inquilini, che da tempo seguono queste persone. “Il nucleo, composto da 3 adulti e 3 minori, a seguito di ripetuti sgomberi, sotto l’amministrazione Alemanno è stato collocato nel centro di via Salaria per poi passare sotto la giunta Marino, in quello di via Amarilli. Con l’avvento dell’amministrazione Raggi è stato spostato prima nel centro di via Toraldo, poi in quello di Torre Maura e infine in quello di viale della Primavera, dal quale dovrà allontanarsi il prossimo 7 marzo senza soluzione alternativa”. Per questa famiglia, continua la denuncia, “con i soldi dei contribuenti le tre amministrazioni hanno consegnato nelle mani di cooperative e associazioni un totale di circa 150.000 euro per progetti di accoglienza e inclusione senza che nulla di concreto sia stato realmente svolto”. Come raccontato da Romatoday, inoltre, Costica ha avanzato domanda per una casa popolare solo poche settimane fa, nel febbraio 2020, dopo essersi rivolto a Unione Inquilini.

Le due organizzazioni pongono una serie di domande: “Chi ha monitorato questi interventi sostenuti con denaro pubblico? In forza di quale diritto questa amministrazione si arroga il diritto di mettere per strada un nucleo all’interno del quale c’è una persona con disabilità del 100% e un’altra con patologie gravi? Che garanzia verrà data alla continuità del percorso scolastico dei tre minori sgomberati?”. E ancora: “È questo il modello della Giunta Raggi? Svuotare gli insediamenti (campi o centri di accoglienza) per mettere le persone per strada?”

Secondo Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio: “Il peccato originale del Piano rom della giunta Raggi è l’incompetenza di chi lo ha redatto e la scarsa esperienza dell’Ufficio che lo sta implementando. A fronte di ciò l’Amministrazione è arroccata nel mantenere intatto l’impianto del Piano, chiusa ad ogni dialogo, arrogante nelle decisioni assunte”.

Secondo Silvia Paoluzzi di Unione Inquilini Roma: “Siamo di fronte al fallimento di questa amministrazione. È inaccettabile pensare che a Roma non ci sia alcuna tutela per un nucleo composto da tre minori e una persona con disabilità. Ogni giorno nel silenzio assoluto ben 10 famiglie vengono sfrattate con la forza pubblica. Non c'è alcuna rete di protezione per la precarietà alloggiativa perché mancano politiche abitative strutturali”.

Associazione 21 Luglio e Unione Inquilini chiedono quindi di bloccare il ‘Piano rom’ e, in particolare, una  “immediata sospensione dell’azione di sgombero del centro di via della Primavera con eventuale ricollocamento delle famiglie in altre strutture di accoglienza dove possa essere intrapreso un reale, sostenibile ed efficace percorso di inclusione”. 

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