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Politica Alessandrino / Via Vincenzo Tineo

Malato di leucemia, sfrattato dal residence: "Il mio reddito Isee è di 6 mila euro all'anno"

Lo sgombero è stato eseguito ieri ma l'intervento in extremis dell'assessore Mazzillo ha permesso all'inquilino di rientrare. Secondo gli uffici del Dipartimento Politiche Abitative, però, deve liberare l'immobile

Gli 'uffici' lo buttano per strada. L'intervento dell'assessore Mazzillo, a sgombero praticamente già eseguito, ferma tutto e permette all'inquilino di rientrare. Cronache di ordinaria follia nei residence della Capitale. La decisione del titolare della delega al Bilancio e Patrimonio della Giunta Raggi, allertato dall'intervento 'in extremis' del sindacato Asia Usb, non è certo un caso di 'parentopoli': l'inquilino in questione, Gianluca, 47 anni, dipendente Atac, è malato di leucemia. A carico ha una figlia di 14 anni con un grave deficit cognitivo. La sua prima richiesta per una casa popolare l'ha avanzata nel 2001 e nel 2008, dopo essere stato sfrattato, è finito con moglie e figlia nel Centro di assistenza abitativa temporanea di via Tineo, a Tor Tre Teste.

A differenza dell'assessore Andrea Mazzillo, che ha deciso di concedere ulteriore tempo, il Dipartimento Politiche Abitative del Comune di Roma pensa che Gianluca non ha diritto all'assistenza alloggiativa: il suo reddito annuale supera di una manciata di migliaia di euro il limite di reddito fissato dagli uffici capitolini, 18 mila euro lordi. "Ma il mio reddito Isee è di 6 mila euro all'anno. Come posso trovarmi un'altra casa?" spiega Gianluca a Romatoday. 

La lettera di sfratto è arrivata nel 2015, dopo che l'amministrazione Marino ha avviato la sua guerra per chiudere i costosissimi residence cittadini. "Lavoro per Atac e il mio stipendio lordo annuo è di 23 mila euro" spiega Gianluca. Per gli uffici del Dipartimento Politiche Abitative, però, il reddito lordo per restare nei residence non dovrebbe superare i 18 mila euro lordi. "Prendono in cosiderazione il Cud quando invece bisognerebbe valutare a quanto ammonta il netto. Il mio Isee, considerata la malattia e la famiglia a carico, è di 6 mila euro all'anno".

Gianluca, malato di leucemia è invalido al 100% e deve sottoporsi a cure costanti. La figlia, 14 anni appena compiuti, è affetta da un deficit cognitivo. Moglie e figlia a carico, "nell'alloggio di 40 metri quadrati che ci hanno assegnato vive anche una cagnolina". E' un consiglio dei medici. La cosiddetta 'pet terapy' fa molto bene a sua figlia sottoposta ormai da due anni alla paura costante di rimanere per strada da un momento all'altro. Per la seconda volta nella sua giovane vita. "Negli ultimi mesi, per paura di uno sgombero, abbiamo portato molte cose in un deposito. E' rimasto il letto, qualche vestito e qualche pentola. Ieri avevo già portato fuori anche queste poche cose. Poi l'intervento di Asia Usb e sono potuto rientrare". 

La busta paga di Gialuca è, nei fatti, "di 800 euro al mese. Negli anni scorsi per poter sostenere il pagamento di alcune cure e per le spese arretrate per il precedente sfratto ho chiesto un prestito e, ogni mese, in busta paga mi vengono sottratti circa 600 euro" spiega. "Gli uffici lo sanno, io ho portato tutta la documentazione. Ma questo non è bastato a fermare lo sfratto". Inoltre, con gli accordi firmati nell'estate del 2015 in Atac, che hanno modificato il cosidetto parametro 'Era 2' sulla produttività, Gianluca deve stare attento anche ai giorni di assenza che richiede per effettuare le cure altrimenti va incontro ad ulteriori decurtazioni dello stipendio.  

Non solo. Essere allontanato dal residence per Gianluca e la sua famiglia significa anche perdere il diritto ad una casa popolare. "Dopo anni sono il 738esimo in graduatoria con 39 punti. Se dovessi essere cacciato ne avrei solo 19 e tornerei in fondo ad una lista che vede ben 12 mila persona in attesa. Praticamente perderei il diritto all'assegnazione di un alloggio". Un alloggio vero. Perché 8 anni in un residence non sono semplici. 40 metri quadrati di alloggio ricavato da un 'ex ufficio'. La guardiania all'ingresso alla quale ogni visitatore, "comprese le amichette di mia figlia", deve lasciare un documento per poter entrare. "Questo non è il posto per far crescere dei figli. Ma non abbiamo alternativa". 

Il sindacato Asia Usb contesta i parametri impiegati dagli uffici capitolini per stabilire i criteri del diritto all'assistenza alloggiativa.  "Il Comune considera Gianluca ricco con un reddito Isee di 6 mila euro annui. Dal 2013 gli uffici capitolini hanno iniziato a revocare il diritto alla permanenza nel residence per tutti coloro che superavano i limiti di reddito di 18 mila euro lordi. Il tutto nonostante queste persone, con redditi lordi non superori ai 33 mila euro, avrebbero dovuto già avere una casa popolare" spiega Angelo Fascetti, di Asia Usb. "Nel caso di Gian Luca il reddito contestato è stato di 22.873 euro lordi nel 2014". Per il sindacalista, però, "il limite di reddito dovrebbe essere fissato in base a criteri forniti dalle norme statali e regionali, ovvero quelli dell'edilizia pubblica, fino al 2013 di 18 mila euro netti oggi divenuto di 20.340 euro netti, quindi circa 35 mila lordi".

Gianluca, conclude Fascetti, "ha avuto un danno non solo per il mancato rispetto dei diritti acquisiti come l'assegnazione di un alloggio pubblico ma anche alla luce della delibera di Giunta regionale numero 18 del 2014 che ha approvato un piano di emergenza che impegna fondi anche per assegnare abitazioni agli inquilini dei residence. Con questo comportamento gli uffici capitolini criminalizzano gli ospiti dei Caat facendoli passare tutti per imbroglioni. Abbiamo più volte segnalato gli appartamenti comunali vuoti che, a distanza di anni, non vengono ancora assegnati".

Di fronte alla notizia dello sfratto, anche i colleghi Usb di Atac hanno espresso solidarietà: "Il collega, dopo l'accordo era1/ era2 che ha tagliato ingiustamente il salario a chi si assenta per malattia (perché considerato poco produttivo!), percepisce uno stipendio molto basso. Da anni ha fatto richiesta al comune di Roma di un alloggio popolare, senza alcun esito" si legge in una nota. "Grazie all'intervento dell' Asia Usb questa mattina lo sfratto è stato impedito. Nell'esprimere massima solidarietà al collega per le ingiustizie che sta ricevendo dall'azienda Atac, dal Comune e dallo Stato che l'hanno abbandonato, vogliamo inviare un appello a tutti i dipendenti Atac e ai cittadini romani a sostenere questa famiglia". 

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