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Il Comune sfratta l'ex custode di una scuola, per strada un'anziana e due ragazzi: "250 euro per riavere le mie cose"

Il giorno dello sfratto l'ufficiale giudiziario si è presentanto con una ditta di traslochi. Così ora Alessio rischia di perdere tutto

“Come fa una persona che dorme in macchina a versare 250 euro per prendere i vestiti dell’inverno da un magazzino? Questo non è solo uno sfratto, così tu una persona la ammazzi”. La voce di Alessio trema mentre racconta quello che gli è accaduto nell’ultimo mese. Quando l’hanno sfrattato dall’alloggio di servizio di una scuola comunale al Trullo era il 12 settembre e il clima era ancora molto caldo. Oggi invece, anche se i pomeriggi di sole sembrano continuare ad allontanare l’autunno, “quando cala il sole fa freddo e io ho con me solo magliette e pantaloncini”.

Alessio, 31 anni, ha vissuto fino al 12 settembre scorso nell’alloggio di servizio di proprietà del comune di Roma assegnato al padre che nel lontano 2003 era diventato il custode dell’istituto scolastico di via Oratorio Damasiano al Trullo. Con lui vivevano anche il fratello di 22 anni e la nonna di 82 anni. Tutti e tre finiti per strada il giorno dello sfratto. Alessio e il fratello sono entrambi disoccupati e trovare un’altra casa è praticamente impossibile. “Ogni tanto mio fratello o mia nonna riescono ad appoggiarsi ai parenti che vivono in zona ma nelle loro case non c’è molto posto e così anche mia nonna, diabetica, a volte è costretta a dormire in macchina”. Un incubo dal quale, senza lavoro e senza soldi, è praticamente impossibile uscire.

L’appartamento nel quale vivevano è di proprietà del comune di Roma e nel momento in cui Alessio, suo fratello e la nonna si sono ritrovati davanti alla porta di casa la polizia e l’ufficiale giudiziario che li hanno messi di fronte al fatto che non avevano più titolo per restare sono usciti senza opporsi. Anche se questo avrebbe significato dover vivere per strada. Nessuno si è chiesto dove sarebbero finiti e, secondo quanto apprende Romatoday, il Comune non ha avanzato alcuna proposta alternativa.

Come si legge nel verbale che la polizia locale ha redatto il giorno dell’operazione, l’incarico del padre è stato revocato l’11 maggio del 2019. Nessuna “funzione”, si legge nelle carte, giustifica più la loro presenza lì. A sollecitare l’intervento anche l’XI municipio che riporta una denuncia avanzata nel febbraio precedente della dirigente scolastica in merito alla presenza di un cane considerato causa di “pericolo” per “la salute e l’incolumità fisica degli alunni e del personale scolastico”. Il procedimento di riacquisizione del bene scatta nel marzo del 2019. Il 18 luglio del 2019 il dipartimento Patrimonio emette una determina dirigenziale che conferma l’iter e dà 20 giorni di tempo per andarsene. Senza alcuna possibilità alternativa.

Il 12 settembre l’ufficiale giudiziario bussa alla porta dell’appartamento accompagnato dalle forze dell’ordine. In casa c’erano solo i due fratelli. Non sapevano che sarebbe arrivata la polizia. Lasciano spontaneamente l’alloggio e tutte le loro cose vengono impacchettate e messe negli scatoloni da una ditta privata di traslochi giunta sul posto insieme alle forze dell’ordine e all’ufficiale giudiziario. Il trasloco è immediato.

“Mi era stato detto che avrei avuto sempre accesso alle mie cose e che solo superato il primo mese avrei dovuto versare una piccola somma per riaverle”, racconta Alessio. “Così la scorsa settimana sono andato al magazzino per prendere qualche vestito più pesante. Dormo in macchina e adesso la notte fa freddo. Ma mi è stato detto non potevo accedere subito e che sarei dovuto tornare martedì (domani, ndr) quando ormai è già scaduto il primo mese”. Il meccanismo di riscatto si rivela “un inferno”. Racconta ancora Alessio: “La somma da pagare ammonta a 250 euro. Inoltre dovrei portare via anche tutti i mobili ma senza una casa dove li porto? Io adesso ho freddo e ho bisogno dei vestiti non dei mobili. Ma come si può chiedere a una persona che dorme in macchina, disoccupata, di spendere 250 euro in questo modo? Così metti una persona nelle condizioni di perdere tutto”.

“Questa amministrazione”, commenta Angelo Fascetti di Asia Usb “invece di affrontare il problema abitativo continua a perseguitare le persone che stanno in difficoltà, i più deboli e i più poveri. L’elemento più assurdo è che il Comune ha eseguito uno sfratto ai danni di disoccupati e di un’anziana senza fornire alcuna soluzione alternativa. Vengono puniti solo perché sono poveri”. Aggiunge Yuri Trombetti, responsabile casa del Pd di Roma: “Consideriamo lo sgombero fatto a questi due ragazzi che soffrono un disagio familiare una delle pagine più brutte mai accadute in questa città. Si colpiscono i più deboli e li si gettano per strada. Faremo tutto il possibile, insieme alle associazioni dei sindacati, in primis Asia Usb che sta seguendo la questione per trovare una soluzione dignitosa a questa famiglia”. 

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