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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Quadraro / Via di Centocelle

Sfasci chiusi, è guerra tra proteste e ricorsi: "Il Comune viola le norme"

Il legale delle attività interessate dal provvedimento di chiusura annuncia battaglia: "Sono obbligati a individuare aree alternative"

Autodemolitori fuori dal parco di Centocelle. Dal 28 giugno le notifiche del dipartimento Ambiente stanno arrivando a destinazione: in nome dei vincoli archeologici e paesaggistici presenti sul polmone verde (ricadente nel comprensorio Ad Duas Lauros) il Comune ha trasformato quelli che inizialmente erano progetti di adeguamento e messa a norma in piani di dismissione. Tradotto: se ne devono andare e bonificare la zona. Festeggiano abitanti e comitati di quartiere da tempo impegnati nella richiesta di allontanamento delle attività. E festeggiano gli amministratori parlando di risultati mai raggiunti prima. Ma non sarà semplice, carte alla mano, mettere in pratica gli annunci. I ricorsi dei titolari sono quasi scontati, a meno di un dietrofront del Campidoglio. 

"C'è un accordo di programma con la Regione che non è mai stato annullato. E' ancora vigente e il Comune lo sta ignorando". A parlare è l'avvocato Mario Manzi dell'associazione Vivere Verde onlus. Si occupa della quasi totalità delle cause dei rottamatori che affacciano su viale Palmiro Togliatti. Ci spiega le ragioni per le quali, a suo dire, l'operazione rivendicata da Virginia Raggi è possibile solo ignorando alcune inadempienze a monte. "I proprietari delle attività si erano già rivolti al Tar mesi fa per il progetto di adeguamento richiesto dal dipartimento". Una serie di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per mettere a norma lo smaltimento. "Lo hanno presentato comunque pena la revoca della concessione, ma nel frattempo si sono rivolti ai magistrati che hanno risposto invitando il Comune a mettere in atto la delocalizzazione degli impianti". 

Già, l'amministrazione parla di chiusura ma non di spostamento in aree lontane dai centri abitati come previsto dal suddetto Accordo di Programma. Che è il vero tema. Se ne parla da più di vent'anni. Perché in ballo c'è un'attività di pubblica utilità, rientrante nel ciclo rifiuti di Roma Capitale, al quale dovrebbe pensare il Comune se non fosse demandato a terzi privati, con evidente aggravio di spesa per la realizzazione di impianti pubblici. Non si può prescindere dunque dalla delocalizzazione, perché ci sono da smaltire circa 90mila veicoli l'anno (dato fornito dallo stesso dipartimento).

L'individuazione delle aree però è all'anno zero, o quasi, perché quelle presenti nella delibera di giunta 181 dell'ex sindaco Ignazio Marino, fatta eccezione per Osteria Nuova - e a detta degli stessi uffici tecnici nel corso dell'ultima commissione Trasparenza di aprile scorso sul tema - non sono più disponibili, perché risultate vincolate o anche queste oggetto di controversie legali in corso. 

"Chiederemo all'assessore Montanari una sospensione dei provvedimenti in autotutela" spiega Manzi. Oggi pomeriggio è previsto un incontro al dipartimento Ambiente. Ma difficilmente la categoria riuscirà a spuntare concessioni. La pioggia di cause dunque è dietro l'angolo. Senza contare che se il Comune si è finalmente deciso a far valere il suddetto vincolo sul parco archeologico, vi dovrebbero rientrerare anche gli sfasciacarrzze su lato di via di Centocelle e quelli su via degli Angeli. Perché tutta la zona rientra nel comprensorio Ad Duas Lauros, sotto tutela. 

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