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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Rifiuti, il Tmb di Ama è sotto sequestro e Roma rischia un'altra emergenza

Cosa accade alla filiera della raccolta rifiuti? Tutto dipenderà dal piano che verrà messa a punto dall'amministratore giudiziario Pierluigi Palumbo. Certo l'impianto, in parte, si fermerà

La Procura sequestra il Tmb di Rocca Cencia. E Roma si ritrova a incrociare le dite. La speranza è di non ritrovarsi con un'altra emergenza rifiuti come quella che la città ha già sopportato nel 2019, tra secchioni puzzolenti e marciapiedi ridotti in condizioni indecenti. I cassonetti sono già in sofferenza, non solo per questioni legate all'impiantistica. Manca il personale, Ama è in affanno e non riesce a garantire tutti i servizi a 360 gradi. Davvero non ci voleva la tegola sull'unico impianto funzionante del territorio (l'altro gemello al Salario è fuori gioco dall'incendio del 2018). Quali conseguenze? Cerchiamo di capirlo. 

Il sequestro all'interno dell'impianto

Partiamo dai numeri. Nelle vasche di raccolta di Rocca Cencia arrivano tutti i giorni 700 tonnellate di indifferenziato. Di queste, dopo la separazione dalla parte di rifiuti secca, circa 200 sono quelle destinate alla stabilizzazione, alla trasformazione in Fos (Frazione organica stabilizzata) una sorta di terriccio utilizzato per le operazioni di copertura delle discariche. È questa la parte dell'impianto che è stata sequestrata nell'ambito dell'inchiesta su un presunto malfunzionamento dell'iter di trattamento. I magistrati sostengono che ci siano state negli anni delle gravi mancanze nel processo di lavorazione dell'organico. Trattato male e spedito "impuro" ad altri impianti fuori regione, con un procedimento che non sarebbe conforme alle norme e alle prescrizioni dell'Aia (Autorizzazione integrata ambientale).

Un'indagine che viene dal lontano

Un po' colpa delle strutture obsolete un po' di manutenzioni che non sarebbero state fatte in maniera sufficiente e secondo tutti i crismi. Da qui anche i miasmi sopportati (e denunciati) per anni dai residenti della zona. Un'inchiesta quella che ha portato al sequestro che venne aperta un anno fa, in seguito a una relazione dell'Arpa Lazio del 2018 con cui i tecnici bocciavano in toto l'impianto. Sono sei gli indagati, tra cui anche gli ex amministratori delegati Stefano Bina e Massimo Bagatti, scelti dai 5 Stelle. 

Cosa succede con il sequestro? 

Dicevamo, ora la parte di impianto incriminato è sotto sequestro. Ieri è rimasta ferma per circa cinque ore, il tempo necessario ai tecnici Ama e al commissario Pierluigi Palumbo, l'amministratore giudiziario nominato dal giudice per la gestione presente e futura, di effettuare un sopralluogo all'interno del Tmb. Per il momento rimane attivo. Fermarlo equivarrebbe a mettere in ginocchio la raccolta rifiuti in città. E comunque serve del tempo per pianificare le attività di manutenzione e gli interventi necessari per ripristinare il corretto funzionamento della filiera. Il piano è in mano al commissario. Prima o poi l'impianto dovrà fermarsi, ma serve trovare in parallelo delle alternative solide. Palumbo è anche amministratore in parallelo dei due Tmb a Malagrotta, di proprietà del Colari, il che potrebbe facilitare la convergenza sui due impianti quando sarà necessario. Tra le opzioni a cui appoggiarsi anche il Tmb di Guidonia (sempre di Manlio Cerroni), dissequestrato proprio in questi giorni. 

Ama: "Manutenzioni già in programma"

Dal canto suo Ama si è affrettata ieri a far sapere che il Tmb non si è fermato, e che comunque l'azienda aveva già provveduto a pianificare un ciclo di manutenzioni da febbraio scorso. Della serie, prima o poi lo stop sarebbe arrivato comunque. Tocca però capire quanto e come. E non sarà Ama a deciderlo, come invece lascia intendere il presidente M5s della commissione Ambiente Daniele Diaco. "Si tratta del bacino di stabilizzazione aerobica. lavori erano già stati programmati, ma li si è dovuti sospendere per una serie di necessità, tra le quali il rispetto delle norme sul Covid. Al momento però i cantieri procedono a pieno regime, e quando saranno conclusi l'area sarà dissequestrata". In realtà i cantieri non procedono, sarà il piano firmato da Palumbo a stabilire quando procederanno e a cambiare le carte in tavola. Uno stop con ogni probabilità sarà necessario. Ed essendo l'unico impianto rimasto a trattare i rifiuti di Roma, il problema si porrà presto e non sarà di poco conto. 

Le polemiche

Intanto il sequestro ha fatto scoppiare la polemica. Dai sindacati alle forze di opposizione. "Denunciamo da anni le condizioni di lavoro nei Tmb di Ama - ha commentato Natale Di Cola, segretario della Cgil Roma e Lazio - tutte le nostre denunce (lavoro in quota, mezzi al lavoro sui cumuli, rischio incendio, rischio ribaltamento, qualità della produzione, condizioni di sicurezza per gli operai) hanno tristemente trovato un'altra conferma nelle ragioni del sequestro". 

Sul tema è tornato anche il capogruppo di Fratelli d'Italia Andrea De Priamo. "Il fallimento del ciclo dei rifiuti è un'altra responsabilità firmata 5 Stelle. Chiediamo alla Raggi, a seguito del problema sul Tmb di Rocca Cencia e al fine di evitare un possibile emergenza, di venire in Aula a spiegare come intende pianificare nei prossimi mesi l'attività di smaltimento dei rifiuti". 

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