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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica via enrico cavaglieri

Romanina, allarme sul Selam Palace: "In 800 rischiano il permesso di soggiorno"

Come denunciano le associazioni, da qualche mese la Questura richiede come requisito per il rinnovo dei documenti la 'dimora reale'. E con il decreto Lupi in un palazzo occupato non è possibile prendere la residenza. Coda: "Violazione dei diritti basilari"

Non possono rinnovare il permesso di soggiorno perché non hanno il requisito 'formale' della residenza. È quanto sta accadendo ai circa 800 migranti che vivono nel 'Selam Palace' alla Romanina, in via Enrico Cavaglieri, che rischiano così di perdere i documenti per rimanere in Italia. 800 persone,  quasi tutte provenienti dal Corno d'Africa, quasi tutte titolari di protezione internazionale. La denuncia viene dalle associazioni che da anni li sostengono che hanno definito questa situazone una vera e propria "violazione dei diritti basilari".

Il Coda, Centro operativo per il diritto all'asilo, nei giorni scorsi ha visitato il Selam Palace con una delegazione composta anche dalla portavoce della campagna LasciateCIEntrare, Gabriella Guido, e dal capogruppo di Sel alla Camera Arturo Scotto, con il supporto dell'associazione Cittadini del mondo, che da anni lavora al fianco dei migranti all'interno del palazzo. "Il palazzo è stato occupato nel 2006 ma, malgrado alcune persone vi abitino stabilmente da circa 10 anni, nessuno può eleggere la propria residenza a Selam Palace" spiega il Coda in una nota. 

Il motivo è scritto nel decreto Renzi-Lupi (n. 47 28/03/2014): "Chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza nè l'allacciamento a pubblici servizi in relazione all'immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge". Contro il medesimo decreto infatti hanno manifestato più volte anche i movimenti per il diritto all'abitare. 

A complicare la situazione dei migranti che vivono al Selam Palace, spiega il Coda, il fatto che la soluzione “provvisoria” di indicare come residenza il palazzo occupato non è più accettata dalla Questura. “Negli scorsi mesi, la Questura di Roma ha iniziato a richiedere come requisito necessario la residenza per il rilascio o per il rinnovo del permesso di soggiorno”. Per il Cosa una “prassi illegittima quella di richiedere la dimostrazione della disponibilità di una 'dimora reale ed effettiva' all'interno della provincia di Roma e la conseguente iscrizione anagrafica presso il relativo indirizzo per il rinnovo dei Permessi per protezione internazionale”.

Continua il Coda: “In questo modo la Questura sta negando il diritto al soggiorno e l'esercizio dei fondamentali diritti connessi ai richiedenti che hanno effettuato l'iscrizione anagrafica nel comune di Roma presso le associazioni e gli enti abilitati (Centro Astalli, Casa dei Diritti Sociali ecc.)". La richiesta del Coda è quindi che la Questura recepisca "quanto prima la circolare del ministero dell'Interno del 18 Maggio 2015", in base alla quale "l'assenza di iscrizione anagrafica non può rilevare ai fini del predetto rinnovo, in quanto il suddetto titolo di soggiorno, emesso dal Questore del luogo di dimora, è il presupposto per l'iscrizione anagrafica e non anche il contrario".

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