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Vendita delle case Ater, più sconti per gli inquilini: il taglio potrà arrivare al 50 per cento

Il 5 maggio la giunta Zingaretti ha approvato una delibera che stabilisce i criteri di abbattimento dei prezzi

Sconti fino al 50 per cento per gli inquilini Ater che acquisteranno le case popolari inserite nel piano di vendita. I criteri per l’abbattimento dei prezzi da applicare sono stati stabiliti con una delibera approvata dalla Giunta Zingaretti su proposta dell'assessore all'Urbanistica, Massimiliano Valeriani, il 5 maggio scorso. Il provvedimento accoglie una serie di proposte avanzate dalla commissione regionale Urbanistica e va così a modificare il piano di “alienazione degli alloggi di elevato pregio immobiliare” del “patrimonio di edilizia residenziale pubblica” approvato nel giugno del 2019. Lungo l’elenco delle zone interessate: da quelle centrali come Testaccio, San Saba o Trastevere fino a quartieri come San Lorenzo e Garbatella senza escludere zone più periferiche come Tor Pignattara, Primavalle o Cinecittà. Gli immobili da vendere dovranno essere di “pregio”, di “interesse storico-culturale” o di “particolare valore architettonico o urbanistico”, a prescindere dalle aree in cui sono collocati.

Per definire il valore della cessione si partirà dai valori di mercato, il valore minimo ‘Omi’, stabilito dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate. A questo verranno applicati una serie di abbattimenti che in ogni caso non potranno essere superiori al 50 per cento in caso di alloggi senza ascensore e al 45 per cento se invece sono dotati.

Ecco come verrà calcolato lo sconto. “Qualora l’assegnatario sia regolare nel pagamento dei canoni” verrà applicato un taglio del 40 per cento mentre scenderà al 30 per cento “nel caso di morosità superiore a tre canoni di locazione”. A questo si aggiungerà uno sconto per un ulteriore 5 per cento se il fabbricato è senza ascensore, ma solo se con più di due piani.

Nella determinazione del prezzo peserà anche lo stato conservativo della palazzina: verrà concesso un’ulteriore riduzione del 10 per cento se l’immobile ha più di 25 anni dalla data di costruzione. “L’abbattimento potrà inoltre venir meno a fronte di evidenze documentate dagli enti proprietari circa rilevanti interventi di riqualificazione del fabbricato, quali rifacimento tetti, facciate, impiantistica, effettuati negli ultimi 10 anni”. Altro criterio da prendere in considerazione: la localizzazione. Se l’appartamento si affaccia in un contesto degradato come discariche, ferrovie, tangenziali, autostrade e impianti industriali si toglie un altro 5 per cento. Queste cifre saranno valide solo se il reddito complessivo dell’assegnatario e del nucleo familiare, “alla data di approvazione del piano di alienazione”, sia inferiore al limite di decadenza. Qualora invece questo elemento sia superiore lo sconto perderà un 20 per cento.

I soldi che entreranno nelle casse di Ater dalla vendita di questi alloggi verranno in parte destinati (per una quota concorrente valore determinato ai sensi del Decreto-Legge 28 marzo 2014, n. 47) all’acquisto e alla realizzazione di nuove case popolari, alla loro manutenzione o frazionamento. La cifra derivante dalla differenza tra i valore di vendita effettivo e quello stabilito dalla legge del 2014  “potrà trovare destinazione nel risanamento economico-finanziario delle Ater”.

I primi a poter acquistare queste case sono gli attuali inqulini anche se potranno godere del diritto di prelazione anche i figli, anche se non conviventi, “purché in possesso dei requisiti per la permanenza nell’assegnazone degli alloggi di edilizia residenziale pubblica” o i “parenti di terzo grado anche se non conviventi”, sempre se con un reddito tale da poter restare in un alloggio Ater. In questo caso, l’assegnatario e il coniuge mantengono diritto all’abitazione per tutta la vita. Infine, possono partecipare anche gli assegnatari senza titolo che hanno chiesto la regolarizzazione e che presentano tutti i presupposti per ottenerla e coloro i quali hanno chiesto il subentro. Per chi non può comprare le cosiddette ‘procedure di mobilità’, e cioè il trasloco in un’altra abitazione, non avverranno prima di cinque anni. Con il collegato al bilancio regionale approvato a febbraio è stato deciso che il trasferimento avverrà nello stesso quartiere o in una zona limitrofa. 

Il responsabile Casa del Pd romano, Yuri Trombetti, ha dichiarato soddisfazione in merito: “L’obiettivo, grazie a questo sistema di abbattimenti, è permettere a un numero maggiore di persone di comprare casa così come avevamo promesso nel corso di una serie di assemblee all’interno dei lotti di case popolari interessate. Ora bisogna concentrarsi sulle tutele per chi non può comprare”.

Nei mesi scorsi la decisione di procedere con un consistente piano di vendita aveva sollevato le critiche di sindacati e dei movimenti per il diritto all’abitare. 

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