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Campidoglio, con l'Usb in piazza anche le educatrici comunali: "No alla riorganizzazione del servizio"

Il Pubblico Impiego dell'Unione sindacale di base si mobilita in tutte le regioni italiane. Nella Capitale, oltre ai dipendenti capitolini, protestano anche le insegnanti di nidi e materne

Torna in piazza l'Unione sindacale di base che per mercoledì 14 maggio ha indetto una giornata di mobilitazione per tutto il personale della Pubblica Amministrazione. E se a livello nazionale l'attenzione è sulla proposta di riforma del settore “targata Renzi-Madia”, nella Capitale l'attenzione è tutta verso il personale capitolino. In piazza i dipendenti comunali, al centro nelle ultime settimane di paventati tagli sospesi solo dalla delibera approvata oggi in giunta, e il settore scolastico ed educativo oggetto di una “ventilata riorganizzazione”.

LA PROTESTA DELLE  EDUCATRICI - “La relazione del ministero dell'Economia e delle Finanze non ha rilevato particolari irregolarità sui salari che riguardano le lavoratrici del settore educativo e scolastico” spiega a Romatoday la delegata Usb Daniela Volpe. In piazza quindi nonostante il “nostro salario non verrà toccato”. Continua Volpe: “Ci è stata proposta dall'assessorato capitolino alla Scuola la sottoscrizione di un nuovo contratto che riteniamo estremamente penalizzante e che riscrive tutta l'organizzazione del lavoro” continua Volpe.

IL CONTRATTO CONTESTATO - “Da una parte aumenta il nostro orario di lavoro mentre verrebbero lasciate 'a casa' centinaia di insegnanti precarie che da anni prestano servizio per il Comune di Roma”. Questo, oltre a 'tagliar fuori' centinaia di precarie, “costringe di fatto chi è in servizio ad allungare il proprio turno a scapito della qualità del servizio stesso”. Dall'altra “verrebbero promosse a funzionari una serie di figure che attualmente svolgono funzioni organizzative mentre dentro ai nidi e alle scuole nominati dei referenti”. Per Daniela Volpe “questa decisione oltre ad andare contro la tendenza alla razionalizzazione delle funzioni di cui tanto si parla per la pubblica amministrazione, questa scelta romperebbe l'orizzontalità del gruppo che elabora la proposta educativa facendo venir meno la ricchezza delle competenze che danno qualità al servizio”. Per Volpe “non si tratta quindi di un problema salariale ma di cambiare il volto dei servizi educativi”.

LO SCIOPERO - Daniela Mencarelli, dell’Esecutivo Nazionale USB di Pubblico Impiego, spiega i motivi dello sciopero:“I lavoratori pubblici rispondono con la mobilitazione alla proposta di riforma della Pubblica Amministrazione targata Renzi-Madia, che smantella ulteriormente i servizi, ed alla lettera loro inviata, dove di tutto si parla meno che dei diritti e del salario” spiega.

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