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Rifiuti, si scalda il fronte del contratto: il 25 maggio scioperano gli 8 mila lavoratori Ama

La mobilitazione è stata indetta a livello nazionale. I sindacati, di fronte a un riassetto nazionale delle organizzazioni datoriali, all'Ama però chiedono di più: arrivare prima ad un accordo per "tornare ad essere protagonista"

Non solo il malfunzionamento degli impianti di trattamento e le difficoltà nella raccolta stradale. C'è un secondo fronte che si sta scaldando nell'azienda municipalizzata capitolina: il braccio di ferro sul rinnovo del contratto. Una questione nazionale che culminerà il prossimo 25 maggio quando anche gli 8 mila dipendenti della municipalizzata capitolina potrebbero decidere di aderire allo sciopero indetto da Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel.

Al centro del confronto le “linee guida del contratto di secondo livello” sul quale le sigle sindacali vorrebbero “sottoscrivere un accordo aziendale che riconoscesse parzialmente ai circa 8.000 lavoratori alcune parti normative ed economiche relative al mancato rinnovo contrattuale del comparto Federambiente scaduto il 31/12/2013” scrivono Natale di Cola della Fp Cgil, Alessandro Bonfigli della FitCisl, Stefano Bertinelli della Uiltrasporti e Massimo Cicco della Fiadel in una lettera inviata al sindaco di Roma Ignazio Marino e al presidente di Ama Daniele Fortini. I sindacati chiedono infatti all'azienda capitolina, che aderisce a Federambiente, di anticipare la firma del nuovo contratto diventando in questo modo una capofila nel panorama nazionale: fare in modo che “la più grande azienda a livello nazionale, possa tornare ad essere protagonista della contrattazione e dei relativi processi produttivi ed industriali del settore”. 

Sullo sfondo, la situazione nazionale e il riassetto delle organizzazioni datoriali. “Nei fatti la fusione in Utilitalia delle tre grandi organizzazioni datoriali Federambiente (a cui aderisce l'Ama, ndr), Federgasacqua e Federutility (che applicano il contratto collettivo nazionale di lavoro del settore, ndr) rischia di trasformarsi in una vera e propria annessione da parte di quest'ultima delle altre due associazioni che, in ragione degli indirizzi e delle scelte politiche che si stanno definendo, per quanto concerne esternalizzazioni e riduzione dei salari, oltre che alla pesante contrazione del peso specifico della contrattazione a livello locale, fanno si che l'area contrattuale relativa a Federambiente, rischia di ritrovarsi marginalizzata rispetto al confronto più generale sul rinnovo del contratto nazionale” si legge nella lettera. “A nostro avviso, infatti, nel caso che l'Azienda avesse deciso di fare un passo firmando l'intesa Azienda/sindacati, si sarebbe aperta la possibilità che Roma, congiuntamente ad Ama, ovvero il Comune più importante d'Italia e la più grande azienda a livello nazionale, potessero tornare ad essere protagonisti della contrattazione e dei relativi processi produttivi ed industriali del settore”.

Una mossa conveniente, per i sindacati, che scongiurerebbe “l'acuirsi di una fase di conflitto che vedrà i lavoratori di Ama impegnati sul fronte sia locale che nazionale relativamente al rinnovo, che vedrà il suo inizio con lo sciopero nazionale del 25 maggio, il quale determinerà ricadute pesanti sul decoro della città di Roma”. Conclude la lettera: “Riteniamo preoccupante il fatto che Ama, come soggetto determinante, rispetto alle dinamiche contrattuali nazionali più generali, abbia deciso invece di non procedere alla sottoscrizione dell'accordo sopraindicato, lasciando ad altri "soggetti" la definizione di protocolli nazionali e di settore, che rischiano di essere lontani dalle esigenze della Capitale e del comparto specifico”.

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