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Salario accessorio, i dipendenti non mollano: il 6 giugno sciopero generale

A proclamarlo Cgil, Cisl e Uil che definiscono "inaccettabile la condotta dell'amministrazione che non vuole o non sa cogliere fino in fondo le indicazioni ministeriali sui contratti decentrati"

Venerdì 6 giugno, si ferma il Campidoglio. Dopo il congelamento dell'agitazione del 19 maggio, Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di rompere gli indugi e di proclamare una nuova data di sciopero. "Il 6 giugno sarà sciopero generale per l'intero turno di tutti e 24.000 i lavoratori di Roma Capitale", annunciano Natale Di Cola, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, segretari generali delle Federazioni di Roma e Lazio di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil Fpl. A fermarsi tutti i comparti, dalla polizia locale, agli amministrativi alle maestre d'asilo.

Alla base della protesta sempre la vertenza sul salario accessorio. "Prosegue - spiegano - la vertenza aperta nei confronti di Roma Capitale di fronte all'inaccettabile condotta dall'amministrazione, che non vuole o non sa cogliere fino in fondo le indicazioni ministeriali sui contratti decentrati e nel contempo produce atti restrittivi e penalizzanti verso i dipendenti, lasciando inalterati gli interessi e gli sprechi della politica segnalati dal Mef".

"Con una sequenza ininterrotta di iniziative, tra cui la straordinaria assemblea generale del 6 maggio scorso in Campidoglio, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl stanno mantenendo alto e costante il livello della vertenza verso Roma Capitale, confermata dalle assemblee che si stanno tenendo nuovamente su tutti i posti di lavoro in queste ore e che si protrarranno fino alla fine del mese. Sarà un'altra occasione per manifestare l'indignazione dei lavoratori e difendere fattivamente il contratto decentrato di Roma Capitale, che non può essere modificato in alcun modo da atti unilaterali, lanciando anche chiari segnali al Governo Nazionale sulla fondamentale importanza della vertenza in atto".

Concludono i segretari: "Continueremo a partecipare a tavoli di confronto ma la mobilitazione non si arrestera' sino a quando i lavoratori non riceveranno le giuste risposte ed atti concreti che ancora attendono da questa amministrazione, non escludendo il ricorso ad azioni legali a tutela del potere di acquisto delle retribuzioni dei lavoratori capitolini".

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