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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Tmb Rocca Cencia, Salvini tenta il blitz: "Non ci fanno entrare, denuncio Ama ai magistrati"

La Lega vuole entrare nell'impianto parzialmente sotto sequestro. L'ex ministro: "Hanno qualcosa da nascondere?". Provò a visitare la struttura anche nove mesi fa

Matteo Salvini prova a entrare a Rocca Cencia ma resta fuori. L'impianto di trattamento meccanico biologico (Tmb) di proprietà di Ama, è in parte sequestrato nell'ambito di un'inchiesta della Procura per presunte violazioni nell'iter di trasformazione dei rifiuti organici. E il leader della Lega, sul posto questa mattina insieme ad altri esponenti leghisti, dal deputato Claudio Durigon ai consiglieri Maurizio Politi, capogruppo in Comune, e Davide Bordoni, ha chiesto di poter visitare la struttura. Il no dei vertici Ama è stato netto. Mentre il Prefetto contattato sul posto non ha dato risposta.

"Ci è stato impedito l'accesso (hanno qualcosa da nascondere?) - tuona Salvini ai cronisti fuori dal Tmb - Roma rischia il caos rifiuti: in molti quartieri c'è l'immondizia in mezzo alla strada, non c'è un piano per il futuro, la raccolta differenziata torna indietro anzichè andare avanti, gli impianti sono vecchi e ogni tanto vengono sequestrati". Gli fa eco il capogruppo Politi: "Raggi aveva promesso ai romani la chiusura dell'impianto ma non ha fatto niente. Roma è al collasso e sulla gestione dei rifiuti il M5s non è stato in grado di trovare alcuna soluzione valida. Lo diciamo da tempo, l'unica strada percorribile è la termovalorizzazione". 

Stessa scena di nove mesi fa, quando sempre Salvini con i suoi rappresentanti territoriali si recò fuori dall'impianto tentando il blitz. E stesse motivazioni del no, messe nero su bianco in una nota firmata dall'amministratore unico della partecipata Stefano Zaghis, in risposta alla richiesta di accesso avanzata per iscritto dal consigliere Politi. 

"Stante l'operatività dell'impianto industriale e dell'autorimessa di Rocca Cencia - si legge nella comunicazione che RomaToday ha potuto visionare - vi è la necessità di ridurre al minimo i rischi interferenziali e garantire la sicurezza dei lavoratori, consentendo l'ingresso ai soli addetti alle lavorazioni nonché alle movimentazioni dei mezzi pesanti e leggeri". 

Una motivazione che a qualcuno è parsa un po' paradossale. Se parte dell'impianto è sotto sequestro è perché gli ex dirigenti Ama indagati, sei in totale, secondo l'accusa, non avrebbero rispettato sei importanti prescrizioni contenute nell'Aia (Autorizzazione integrata ambientale). La prima, tra il rischio di collisione per i mezzi di trasporto rifiuti ai presidi antincendio inadeguati, riguarda proprio le "disposizioni relative alla sicurezza dei lavoratori". 

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