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Più poteri ai Prefetti: così Salvini commissaria i sindaci. Schiaffo a Raggi dall'alleato leghista

La direttiva del ministero dell'Interno ai prefetti della Repubblica. Anci sulle barricate: "Non ci faremo commissariare". La sindaca di Roma: "Solo un foglio di carta"

Sindaci d'Italia commissariati o quasi da Salvini. Raggi compresa. Dal ministro degli Interni è arrivata una direttiva indirizzata ai prefetti della Repubblica e ha come oggetto la previsione di "indirizzi operativi antidegrado e contro le illegalità". Tradotto: i prefetti potranno sostituirsi de facto agli amministratori locali su un tema che investe anche competenze del Viminale, la sicurezza urbana. 

Si tratta di ricorrere a ordinanze antidegrado per tenere lontani spacciatori, abusivi, vandali dalle cosiddette "zone rosse" a più alto rischio: i centri storici, le piazze più frequentate, i siti turistici, i parchi storici, le aree vicine a scuole e università. Il ministro evoca "strumenti di natura straordinaria, contingibile e urgente" che siano di "prezioso ausilio alle politiche locali in atto". I prefetti procederanno convocando specifiche riunioni del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, per una disamina delle priorità da affrontare. Lo stesso Comitato fornisce poi "il supporto necessario a declinare una complessiva strategia di intervento". Gli interventi stabiliti "dovranno essere comunicati all'ufficio di Gabinetto, segnalando mediante una articolata relazione gli eventuali provvedimenti adottati". E dal 31 maggio, dovranno inoltre pervenire, con cadenza trimestrale, "puntuali report sul monitoraggio condotto in relazione alle ricadute delle ordinanze adottate". 

Nella direttiva si parla di muoversi con la "più ampia condivisione" possibile. E nel Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica siede anche il sindaco con il quale il confronto, almeno sulla carta, non dovrebbe mancare. Ma la direttiva ha già suscitato la ferma opposizione dell'Anci (l'Associazione nazionale comuni d'Italia), tutti contro quello che passa inevitabilmente come sorta di "commissariamento" dei primi cittadini. Dura anche Raggi, che, in pieno clima da campagna elettorale dove da giorni non si placano i botta e risposta con il ministro Salvini, ha commentato al Fatto Quotidiano: "E' solo un foglio di carta. Credo che i cittadini preferiscano un poliziotto in più". 

E ancora: "Io il Daspo urbano l'ho già inserito nel nuovo regolamento di Polizia di Roma Capitale, che era fermo al 1946. Non vorrei che (la direttiva, ndr) si riveli l'ennesima trovata elettorale. In base alla legge i prefetti potrebbero già intervenire. La vera soluzione sarebbe aumentare i finanziamenti per la sicurezza delle periferie e il numero di poliziotti. Sto mettendo strutture a disposizione gratuitamente per aprire nuovi commissariati in città". Una sfida sul terreno leghista per eccellenza. Da un lato Salvini, con una direttiva che punta a togliere a Raggi alibi eventuali, permettendo al ministro di continuare a urlare che, sul tema sicurezza, Roma ha avuto tutti gli aiuti del caso. Dall'altro i tentativi dei Cinque Stelle capitolini di demolire e smontare gli strumenti messi in campo dal leghista. Perché lo ha detto chiaro, la sindaca: "Non gli permetterò di prendersi Roma". 


 

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