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Salva Roma, Conte: "In discussione a palazzo Chigi". Ma Salvini frena ancora: "Norma per tutti o per nessuno"

Oggi l'incontro in Campidoglio tra il premier e la sindaca di Roma

Fra i temi di chiarimento politico sull'agenda della fase due del Governo c’è "anche il salva-Roma". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte in Campidoglio, dove ha partecipato con la sindaca Virginia Raggi alle celebrazioni per l'anniversario dell'Organizzazione Internazionale per il lavoro. "E' certamente materia che dovremo decidere a palazzo Chigi nel vertice politico e in quello tecnico" ha ribadito il presidente del Consiglio. Senza però sbilanciarsi sul destino della norma che dovrebbe tendere una mano alle casse della Capitale.  

Cos'è il Salva Roma

Di cosa parliamo? Della norma inserita circa un mese fa nel decreto Crescita, fortemente voluta dai grillini romani con la sponda del viceministro all'Economia Laura Castelli, che puntava alla chiusura della gestione commissariale del disavanzo storico di Roma Capitale entro il 2021. Circa 12 miliardi di euro tra mutui accesi con le banche e debiti commerciali antecedenti il 2008, finanziati ogni anno con 500 milioni di euro: 300 provenienti dalle casse del Tesoro, e 200 dall'addizionale Irpef comunale e da extra tasse aeroportuali su Ciampino e Fiumicino. Ecco, l'operazione prevedeva con la chiusura della struttura commissariale, l'accollo di una parte consistente del passivo al Ministero dell'economia e delle finanze (Mef). 

Il freno della Lega e le modifiche al testo

Ma il muro posto fin da subito dal leader della Lega ha fatto sì che la norma sia passata nel decreto Crescita con una formulazione nuova che ne ha fortemente ridimensionato, se non capovolto, la portata: stralciati cinque commi su sette della norma, la gestione commissariale si chiuderebbe sì, ma dei 12 miliardi di debito si farebbe carico, con il contributo statale, il Campidoglio. 

Una versione che i grillini sperano ancora di poter cambiare a botte di emendamenti quando il dl verrà discusso in parlamento, la prima settimana di giugno. Ma a peggiorare il quadro, ora, ci sono le percentuali raggiunte dalle due forze di governo, Lega e M5s, la prima al 34% la seconda al 17. Solo un anno fa, per le politiche, invertite. E' chiaro che il peso contrattuale di entrambe è cambiato. E che Matteo Salvini non molla. "Aiutare tutti i Comuni in dissesto" è il mantra. Non Roma, o almeno, non con norme ad hoc. Ma il rischio, come più volte paventato dall'assessore Gianni Lemmetti, è che "dal 2021 il bilancio inizierà a scricchiolare, poi ci sarà il crollo".

Salvini: "O per tutti o per nessuno"

In realtà Matteo Salvini continua a ribadire la sua contrarietà al provvedimento. Sul "Salva Roma", ora forte del ribaltone elettorale delle Europee, il vicepremier non arretra di un passo. "O tutti o nessuno" ha ribadito nella giornata di ieri. "Noi vogliamo aiutare tutti. Vogliamo aiutare Roma e i romani. Ma o si trova uno strumento normativo per aiutare tutti oppure non vedo perché ci debbano essere cittadini di serie A e serie B".


 

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