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Salva Roma, Marino in aula: "Ce la faremo, abbiamo progetti e risorse". In piazza le proteste

Consiglio straordinario aperto ai cittadini su Salva Roma e piano di rientro. Aula Giulio Cesare gremita E in Campidoglio associazioni e movimenti in protesta contro "le privatizzazioni e messa in vendita del patrimonio pubblico"

Novanta giorni di tempo per stare ai patti. E consegnare a Palazzo Chigi un piano di rientro economico che consenta alla Capitale di uscire dal pantano. Si parte oggi, con un consiglio straordinario proprio sul Salva Roma. Un'aula Giulio Cesare affollatissima, con centinaia di persone tra comitati, semplici cittadini, rappresentanti di categoria, industriali. Tutti pronti, e invitati dallo stesso sindaco, a contribuire con proposte e suggerimenti per sanare le finanze della Capitale.

La seduta si apre con l'intervento del presidente dell'Assemblea Capitolina, Mirko Coratti, che richiama i presenti prima di tutto a un'assunzione di responsabilità. "Dobbiamo essere consapevoli che il commissariamento della citta' sarebbe una sconfitta della politica e una sconfitta della democrazia rappresentativa. Siamo stati eletti per governare la citta'. Tutti noi dobbiamo assumerci responsabilita' di fare scelte decisive sul futuro di Roma". 

Prende poi la parola il sindaco Marino. Un lungo intervento nel tentativo di infondere fiducia alla platea di cittadini presente in aula. 

"Il piano triennale che deve essere predisposto nei prossimi 90 giorni dovrà contenere misure volte alla razionalizzazione della spesa nell'ottica di poter pervenire a un equilibrio di bilancio. In proposito, vorrei subito fugare un dubbio: non si tratta di un commissariamento, seppur mascherato, di Roma Capitale - ha continuato Marino - Quello che ci viene chiesto è di esplicitare quegli interventi di razionalizzazione della spesa, già previsti dalla normativa vigente che, con riferimento ai rapporti con le società partecipate, è contenuta nella legge di stabilità per il 2014. 

Davanti a noi, dunque - ha proseguito - abbiamo una grande opportunità: utilizzare i 90 giorni previsti dal decreto legge per consolidare il modello innovativo di gestione delle aziende partecipate, di valorizzazione del patrimonio pubblico, di riorganizzazione della macchina capitolina e di rilancio complessivo dell'economia romana. Come ho avuto modo di dire in altre occasioni pubbliche, e lo ribadisco oggi, non mi presterò in nessun modo a fare da commissario liquidatore". Anche perché, sottolinea il primo cittadino, i soldi ci sono. 

"Altro che 'salva Roma'. Cio' che serve e' il 'libera Roma'! dobbiamo avere la possibilità di utilizzare le risorse sottraendole dalla gabbia del patto di stabilità, investire sulla manutenzione, la rigenerazione urbana, la cura delle persone e del territorio". 

Poi l'elenco di priorità: qualita' dei servizi pubblici locali, certezze di risorse agli interventi di manutenzione di strade e scuole, decoro di quartieri cittadini abbandonati al degrado da secoli. "Abbiamo i progetti e in taluni casi abbiamo anche le risorse -ha anticipato- parliamo di centinaia di milioni di euro". 

E il capitolo, amaro, delle municipalizzate, le società di servizi afferenti al Campidoglio indebitate fino al collo. "Servono nuovi processi di governance e razionalizzazione dell'assetto delle aziende partecipate di primo e secondo livello". Un'apertura a processi di privatizzazione? Non esattamente.  

Marino ha spiegato che non si tratta della messa in liquidazione delle società, ma di un processo complessivo che contempli anche "operazioni societarie piu' articolate quali fusioni, incorporazioni, senza escludere forme di apertura a nuovi soci pubblici o privati interessati allo sviluppo del business". Sulla liberalizzazione delle partecipate capitoline punta il dito anche Unindustria, con l'intervento del vicepresidente Attilio Tranquilli. 

"Noi vogliamo essere coinvolti, perchè da qui ne usciamo tutti insieme o non ne usciamo. Marino dice che la Capitale d'Italia non può fallire, perchè fallirebbe la vita di 2 milioni e 600mila cittadini, ma i numeri in realta' dicono il contrario: Atac e Ama assommano da sole 3 miliardi di euro di debito, sono queste aziende che gestiscono la vecchia logica di fare politica che manda in rosso il bilancio di Roma". 

"Renzi- ha proseguito l'esponente di Unindustria- dice che dobbiamo contenere i costi e riportarli ai livelli standard dei grandi Comuni italiani, e adottare nuovi modelli di tpl e raccolta dei rifiuti anche ricorrendo alla liberalizzazione, il che non significa privatizzare, ma superare il monopolio, che anche quando e' pubblico non e' mai positivo".

Insomma, ha sottolineato Tranquilli, "bisogna avere il coraggio di fare sacrifici, uscendo dall'alibi del 'prima sistemo le societa' e poi le metto sul mercato'. Questa prova che ci chiede Renzi non e' un commissariamento ne' una sfiducia, ma una sfida alla classe dirigente della citta': noi vi daremo tutto l'aiuto che serve su proposte, idee e studi di fattibilita', caricandoci questi costi, ma serve una risposta coerente, responsabile e seria che si puo' dare solo tutti insieme. E ricordiamoci- ha concluso il vicepresidente di Unindustria- che non abbiamo piu' 90 giorni di tempo, ma da oggi 80".

Nel corso dell'intervento il sindaco ha ricordato l'importanza del sostegno alla ripresa economica e produttiva della città anche attraverso una forte sinergia con il sistema delle piccole e medie imprese, con il circuito delle universita' e delle ricerca.

Un altro asse su cui il Campidoglio sta puntando, secondo quanto annunciato dal primo cittadino, è quello della programmazione comunitaria 2014-2020. "Ho personalmente partecipato ai lavori di Bruxelles -ha ricordato Marino- poche settimane fa con i sindaci delle piu' importanti citta' metropolitane europee per discutere dell'Agenda urbana e decidere gli ambiti prevalenti di attribuzione del 5% dei fondi strutturali a progetti per la citta'".

"Siamo predisponendo il dossier per la nostra citta', che portera' a Roma direttamente tra i 40 e i 60 milioni di euro. Stiamo raccogliendo idee ad ogni livello, ho chiesto contributi progettuali a tutti -ha ribadito Marino- tra i tanti progetti anche quello per la rigenerazione del Tevere e il rilancio del settore audiovisivo con Cinecitta'".

INTERVENTI IN AULA - Tante le voci che si levano dall'aula. Valeria Roscioli, del Senato Accademico Sapienza, ad esempio, ha parlato dei "giovani romani che devono lasciare la città per andare a lavorare fuori. Anche io otto anni fa ho dovuto lasciare il mio paese di origine per trasferirmi a Roma. Attualmente tornerei nel mio paese perche' non vedo un futuro per me e per i miei coetanei". 

"Siamo mossi dalla frenetica ricerca di un lavoro, abbiamo smesso di sognare - ha continuato Roscioli -. Da Roma deve partire la spinta riformatrice: occorre fare in modo che tutte le strade portino a Roma". Monsignor Enrico Feroci, della Caritas, invece, ha puntato i riflettori sull'"amarezza di tante persone per la carenza di risposte, credo sia doveroso aiutarvi perche' la disperazione non si tramuti in atti inconsulti". "Alta formazione, ricerca, innovazione e lavoro di squadra", queste invece le quattro direttrici indicate nel suo discorso dal rettore di Tor Vergata Giuseppe Novelli. 

PROTESTE - Nel pomeriggio intanto associazioni e movimenti romani, tra cui sindacati di base, Usb e Cobas, e lavoratori delle aziende partecipate, si sono dati appuntamento per partecipare all'assemblea capitolina "aperta" e protestare contro il provvedimento e in particolare contro "le privatizzazioni e messa in vendita del patrimonio pubblico". 

"L'amministrazione capitolina - spiegano in un comunicato i manifestanti - sarà sottoposta ad una vera e propria "troika", composta da presidenza del Consiglio, ministero dell'Interno e dell'Economia, che dovrà approvare il piano triennale di rientro dal debito predisposto dal Comune di Roma. Una tenaglia che impedisce di derogare dal "patto di stabilità" voluto dal Governo e dall'Europa". 

In piazza anche i concorsisti del Comitato "22 procedure per la giustizia", che questa mattina hanno consegnato una lettera e una maglia con la scritta "Il Salva Roma siamo noi" al sindaco, attendendolo sotto il Campidoglio.

PROTESTE IN CAMPIDOGLIO - Foto di A.Ronchini/Romatoday

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