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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Salario accessorio, il 'no' al referendum alleggerisce gli stipendi: metà 'bonus' solo a fine anno

Con il ritorno al cosiddetto contratto unilaterale la produttività verrà versata tra il 50% e il 60% a fine mese mentre il saldo alla fine dell'anno. Saltano anche una serie di indennità reintrodotte dalla pre-intesa

Non sarà privo di effetti nel breve termine il 'no' dei dipendenti capitolini alla pre-intesa sul salario accessorio. Mentre si prende tempo per tornare al tavolo delle trattative, nel mese di aprile i 24 mila lavoratori comunali si ritroveranno le buste paga alleggerite. Con il ritorno al cosiddetto contratto unilaterale, rientrato pienamente in vigore dopo la bocciatura del referendum, verranno meno infatti tutta una serie di indennità che la pre-intesa aveva reintrodotto. Tra questi, per esempio, le turnazioni per notturni e festivi per i vigili. Ma non solo. La decurtazione riguarda anche quella parte del 'bonus' produttività che, dopo l'abolizione richiesta dal Mef delle indennità a pioggia, è stata legata a una valutazione. Con l'intesa con i sindacati il Campidoglio aveva deciso di anticiparla quasi interamente, al 90%. Con l'unilaterale, invece, la percentuale, a seconda della posizione contrattuale, oscillerà tra il 50% e il 60% con un saldo posticipato alla fine dell'anno. Dal Campidoglio assicurano che sull'intero anno l'importo degli stipendi non subirà perdite ma nei prossimi mesi, se non si raggiungerà una nuova intesa, la perdita oscillerà tra i 50 e i 200 euro a seconda delle categorie contrattuali.

IL CAMBIO AI VERTICI - L'arrivo della busta paga di aprile, quindi, potrebbe inasprire ulteriormente gli animi dei dipendenti capitolini. “Il ritorno all'unilaterale era una scelta obbligata” fanno sapere dal Campidoglio dove ricordano che, in assenza di un impianto contrattuale, non sarebbe stato possibile versare il salario accessorio. L'attesa è tutta per la ripresa delle trattative. Prossimi passi: rinominare la delegazione che dovrà andare a trattare. A pesare sarà anche il cambio ai vertici del dipartimento Organizzazione Risorse Umane. Via la dirigente Antionella Caprioli, che ha gestito negli ultimi mesi la tormentata vicenda sindacale. Una decina di giorni fa è arrivata la dirigente dell'Inps, Laura Benente. Una nomina che segna la volontà capitolina di un cambio di passo, sancita anche dall'intesa tra il Campidoglio e l'ente previdenziale.

LA TRATTATIVA - Il percorso è in salita. In Campidoglio sono disponibili a riaprire il dialogo. Anche perché lo richiede la legge. Ma la consapevolezza, dentro alle stanze di palazzo Senatorio, è quella che il lavoro prodotto con la pre-intesa sia quanto di meglio si poteva sperare di ottenere. Ed è chiaro ormai che l'amministrazione non si allontanerà dalla strada del 'merito' e della 'produttività' imposta dal ministero dell'Economia e delle Finanze. Strada che non è per niente andata giù ai lavoratori che hanno espresso il proprio voto negativo nonostante la 'spada di Damocle' del ritorno allo sconveniente accordo unilaterale.

CGIL FP - A fare appello a “comportamenti coerenti” da parte del fronte sindacale del 'no' è la Cgil Fp, firmataria della pre-intesa e fautrice del 'si'. Dichiara Marco D'Emilia della Fp Cgil Roma: “Dopo il referendum rimaniamo vicino ai lavoratori cercando di riaprire un tavolo della trattativa che purtroppo riparte dalla situazione penalizzante che si è venuta a creare dopo l'esito del referendum con la riattivazione dell'atto unilaterale in ogni sua parte” dichiara. “Ripartiremo dal confronto senza illudere nessuno che sia possibile eludere le leggi, comprese quelle che abbiamo contrastato in questi anni come la 'Brunetta', i cui effetti nefasti abbiamo cercato di annullare nell'atto della pre intesa. Ora però ci aspettiamo comportamenti coerenti da parte di quei sindacati che, legittimamente, si sono schierati per il no. Speriamo che presentino una proposta alternativa organica e credibile anche nel rispetto di chi ha dato loro fiducia”.

COSA CAMBIA TRA IL VECCHIO CONTRATTO, IL NUOVO E L'INTESA BOCCIATA

SULPL - Più dura la posizione del Supl, tra le sigle sindacali più critiche verso la pre-intesa. “Già a luglio avevamo denunciato che ci sarebbero stati dei tagli. Finalmente l'amministrazione ha tolto la maschera” il commento del segretario romano del Sulpl Stefano Giannini. “Prima ci hanno venduto un contratto come se fosse il migliore dei contratti possibili. Il tutto unito alle dichiarazioni del vicesindaco Nieri che sosteneva che il saldo del 2015 sarebbe stato maggiore di quello del 2014. Ma non è così. La prova” continua Giannini “è nel piano triennale che l'amministrazione ha sottoscritto con il Governo e che prevede forti tagli ai dipendenti comunali ma non di certo agli stipendi più alti o alle consulenze esterne”. Conclude Giannini: “Attendiamo una convocazione. Lo prevede la legge”.

LA SCUOLA - Ad aver già toccato con mano le conseguenze del ritorno al contratto unilaterale è il settore scolastico. In seguito al voto contrario al referendum, il dipartimento capitolino alla scuola lo scorso 27 marzo ha inviato una circolare con cui ha reintrodotto la “disciplina decentrata adottata in via unilaterale”. Per le insegnanti quindi sono state reintrodotte le 3 ore in più a contatto con i bambini a settimana (mentre rimane inalterato il monte ore totale). Come hanno spiegato dall'assessorato alla Scuola le tre ore potranno essere effettuate o 3 tutte insieme una volta a settimana, o 1 ora e mezza due volte a settimana, oppure “1 ora nelle giornate in cui viene effettuata la traslazione in entrata, dalle ore 11 alle ore 10 a copertura ottimale dell'orario pomeridiano, e le restanti due ore negli altri giorni della settimana”. Salta anche il conteggio del cosiddetto 'fuori rapporto' tra il numero di bambini per insegnante, fortemente contestato da insegnanti e genitori (LEGGI LE MOTIVAZIONI DELLA PROTESTA) Dai sindacati è allarme caos. Lo sottolineano la Cgil Fp e la Cisl Fp che dichiara: “Caos organizzativo e diritti negati a insegnanti, educatrici, bambini, famiglie e alle migliaia di precarie che ogni giorno permettono alle scuole di aprire”.

PROTESTE IN ARRIVO - Si prepara alla mobilitazione l'Unione sindacale di base. “Negli asili nido è il caos” denuncia Daniela Pitti. “Basta pensare che durante la prossima pausa pasquale le insegnanti o si metteranno in ferie oppure dovranno recarsi al lavoro anche senza bambini svolgendo l'orario degli amministrativi dalle 8 alle 15 e senza pause”. Poi l'annuncio: “Al rientro delle vacanze, per il 9 aprile, stiamo preparando insieme ad altri sindacati un'assemblea”.

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