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Autodemolitori, il Governo si schiera con Raggi: "Impugneremo proroga della Regione"

La richiesta di impugnativa verrà discussa nel prossimo Consiglio dei ministri

Il Governo si prepara a impugnare davanti ai giudici costituzionali la norma "salva rottamatori" licenziata dalla Regione Lazio, accogliendo l'appello messo nero su bianco dalla sindaca Virginia Raggi. A confermare la decisione a RomaToday fonti del ministero dell'Ambiente. La richiesta di impugnativa è stata inviata al dipartimento Affari regionali, e verrà discussa nella prossima riunione del Consiglio dei ministri, già questa settimana.  

L'emendamento pro rottamatori 

Si tratta nello specifico dell'art.21 comma 15 della Legge di Stabilità 2019 votata alla Pisana a fine dicembre, con cui "si autorizza la prosecuzione dell'attività" dei rottamatori, "indicando la tempistica di delocalizzazione" che "dovrà essere effettuata entro sei mesi e attuata entro un periodo massimo di ventiquattro". Un via libera entrato in contrasto con lo stop del Campidoglio alle autorizzazioni temporanee, di sei mesi prima, con la richiesta di adeguamento alle normative ambientali e con i conseguenti provvedimenti di chiusura imposti alle circa 70 attività di autodemolizione (rimaste aperte solo per la compravendita dei pezzi). 

Lo scontro Comune-Regione

Una decisione quella di palazzo Senatorio che ha innescato le proteste del comparto interessato, e una serie di incontri tra Regione e Campidoglio per capire il da farsi. E' durante una di queste riunioni, alla presenza anche della Prefettura, che secondo quanto ricostruito dalla Pisana si sarebbe deciso per il passo indietro: una proroga nelle more della delocalizzazione degli "sfasci" in aree fuori dal Raccordo, stabilita da decenni e mai attuata. Ma il Comune smentisce e nega di aver dato il benestare all'ennesimo permesso a tempo. Anzi, incolpa la Regione dell'ultimo pronunciamento del Tar, a favore dei demolitori, arrivato proprio in forza della nuova norma regionale (vedi subito in basso). 

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L'appello di Raggi al Governo

Già a gennaio Virginia Raggi aveva scritto una lettera al ministero dell'Ambiente chiedendo di impugnare alla Corte costituzionale l'emendamento regionale, perché frutto di un'interpretazione secondo Raggi "estensiva" e fuori dalla competenze dell'ente locale. La richiesta, a quanto appreso, è stata accolta, "per difetto di competenza - fa sapere il ministero - in quanto la normativa regionale comporta un abbassamento degli standard di tutela ambientale fissati dalla legislazione statale".

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