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Rotazioni vigili, giudice accoglie il ricorso: "Spostamenti tra gruppi illegittimi"

Una sentenza che mina le fondamenta del piano anticorruzione voluto dal comandante Clemente. Le rotazioni dovranno avvenire all'interno tra incarichi a rischio, all'interno dello stesso gruppo

Le rotazioni dei vigili, così come avviate lo scorso dicembre, sono illegittime. A stabilirlo è il Tribunale del Lavoro che ha accolto il ricorso presentato dalla Cisl in merito allo spostamento, da un gruppo all'altro, di un vigile. La sentenza è arrivata lo scorso 5 giugno e a renderla nota è stato lo stesso sindacato. "L'amministrazione è stata condannata a ricollocare il vigile, per cui era stato fatto ricorso, nella sua posizione e a pagare le spese legali", spiega il segretario romano Roberto Chierchia. La sentenza però sancisce anche una serie di principi che minano nelle sue fondamenta il piano anticorruzione presentato dal comandante generale del corpo Raffaele Clemente e avallato più volte da Raffaele Cantone, presidente dell'autorità nazionale anticorruzione.

IL PIANO - Per capire la sentenza un piccolo passo indietro. La proposta di rotazione, presentata dal comando lo scorso 5 settembre e diventata esecutiva a dicembre, si basa sulla necessità, considerata preminente, di "attenuare il radicamento territoriale, rispetto allo svolgimento delle medesime funzioni in altro gruppo". Il documento puntava ad evitare casi di corruzione all'interno del corpo. Dopo funzionari e dirigenti, 850 in tutto secondo i numeri del corpo, toccherà poi a tutti i vigili in servizio (personale di categoria C). A trasferirsi personale che ha maturato 5 anni di anzianità in un gruppo (per quanto riguarda i funzionari) e sette (per quanto riguarda gli agenti). I trasferimenti avverranno tra gruppi territoriali e tra gruppi speciali. In pratica un agente del III gruppo Montesacro potrà essere trasferito, ad esempio, al V Casilino. Un vigile dello SPE potrà invece spostarsi solo al Gruppo Pronto Intervento traffico o al GSSU.

LE PROTESTE - Il provvedimento è stato osteggiato, sin da subito, da tutti i sindacati. L'11 novembre scorso in via della Consolazione, davanti al comando, furono 4000 gli agenti a scendere in piazza con tanto di guanti bianchi e la scritta: "Io ho le mani pulite". Una protesta vibrante che ha portato, nel caso della Cisl, ad un ricorso davanti al giudice del lavoro. Ricorso che è giunto, appunto, a sentenza qualche giorno fa.

I PRINCIPI DELLA SENTENZA - La sentenza nel dettaglio stabilisce che le rotazioni, così come pensate, ledono l'autonomia dei singoli gruppi che sono delle vere e proprie unità organizzative, con dei propri dirigenti. In sostanza il Corpo di Polizia Locale non è da intendersi come un unicum, all'interno del quale muovere gli agenti, ma composto da 19 piccole strutture. Questo comporta che le rotazioni devono avvenire non per territori, ma per incarichi. L'anzianità, sempre secondo quanto stabilito dalla sentenza, è da intendersi in base all'effettivo tempo trascorso nell'incarico a rischio. Il piano invece stabiliva che chi ha un "radicamento territoriale" di cinque o sette anni è a rischio corruzione e quindi va ruotato. Ancora, la sentenza ha stabilito la condotta anti sindacale dell'amministrazione, sottrattasi al confronto sul piano.

COSA ACCADRA' ORA - "Per noi questo era una sorta di ricorso pilota", spiega a RomaToday Giancarlo Cosentino, della Cisl FP e coordinatore RSU di Roma Capitale. "Ci siamo mossi perché ritenevamo che ci fossero dei principi sbagliati in quel piano ed il giudice ha dato ragione alle nostre posizioni". La sentenza stabilisce infatti una serie di principi che ora mettono il Campidoglio di fronte ad un bivio: andare avanti con le rotazioni, aprendo la strada ad una valanga di ricorso oppure prendere atto di quanto stabilito dal giudice per riscrivere insieme il piano. "Per questo", continua ancora Cosentino, "abbiamo scritto all'amministrazione per avviare innanzitutto un meccanismo di autotutela. Va detto che il giudice ha condannato l'amministrazione anche al pagamento delle spese legali, provvedimento che arriva quando i motivi del ricorso sono totalmente a favore di chi l'ha presentato".

...E COME SI COMBATTE LA CORRUZIONE? - La Cisl, come del resto altri sindacati, si è sempre detta a favore delle rotazioni, ma per incarico e non per territorio. Cosentino: "Abbiamo sempre chiesto criteri certi, trasparenti ed imparziali. Non ci siamo mai sottratti al confronto su questa materia, anzi in molti casi siamo stati noi a proporlo, mettendo sul tavolo le nostre idee. In questi giorni di Mafia Capitale noi con gli altri sindacati manifestiamo contro la corruzione nelle amministrazioni pubbliche. A questa amministrazione lancio un appello: ci dica quali sono le sue intenzioni sulla ristrutturazione organizzative della struttura, ragioniamo insieme sulla modalità con cui combattere la corruzione e non fermiamoci solo alla critica e alla denuncia come sta avvenendo in questi giorni".

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