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"Rotazioni dei vigili illegittime. I sindacati non sono stati avvisati"

Accolto il ricorso della Uil. Stop al piano del Comandante Raffaele Clemente che prevedeva lo spostamento dei vigili da un gruppo all'altro nell'ambito del piano anticorruzione

Stop alle rotazioni dei vigili urbani. A sancirlo è una sentenza del Tribunale del Lavoro di Roma che ha accolto il ricorso presentato dall'Uil Funzione Pubblica Locale. Una sentenza che nel metodo, più che nel merito, annulla il discusso piano anti corruzione elaborato dal Comandante Raffaele Clemente in applicazione alla legge anticorruzione. Nel dettaglio il piano prevede lo spostamento di 850 vigili in tre anni, partendo dal bisogno che ispira il piano di "attenuare il radicamento territoriale, rispetto allo svolgimento delle medesime funzioni in altro gruppo".

Alla base della sentenza "il diritto delle organizzazioni sindacali ad essere preventivamente informate riguardo alle procedure di rotazione del personale". Un diritto violato in quanto, sostiene la sentenza, il piano sarebbe partito senza darne adeguata comunicazione alle organizzazioni sindacali. 

In particolare il documento sarebbe stato comunicato il 22 ottobre 2014, per poi partire, con i primi spostamenti del personale di categoria D, il 30 ottobre 2014. I tempi, secondo il giudice, di fatto sanciscono la violazione della legge. "E' evidente quindi", si legge nella sentenza, "che la “preventiva informazione” imposta dalla legge doveva essere attuata prima della adozione del Piano Triennale e non, come è avvenuto nel caso in esame, il giorno successivo alla sua approvazione ( mediante pubblicazione nelle sottosezioni di Amministrazione Trasparente ) e con la nota del 22 ottobre 2014 ( doc. 4 di Roma Capitale ) a distanza di 10 mesi dalla approvazione del Piano Triennale".

Esulta la Uil che parla di "importantissima vittoria". Grande soddisfazione per la nostra Organizzazione Sindacale rispetto a questo risultato, come sottolineato anche dal Segretario Generale, Sandro Bernardini, che dichiara: "Questa sentenza, ovviamente, rappresenta una grande vittoria per la UIL FPL Roma e Lazio, che non ha mai sottovalutato l’importanza di un Piano Anticorruzione all’interno dei diversi Enti Locali e che, al contrario, ne ha sempre rivendicato una applicazione coerente con la legge e non di carattere personalistico. In questo senso, dunque, non potevamo non opporci a provvedimenti che vanno a colpire in maniera diretta ed indiscriminata la dignità dei dipendenti e che, inoltre, si rivelano inefficienti ai fini che proprio la legge si prefigge".

“Dopo oggi, quindi, - continua Bernardini – a causa di una gestione dirigenziale insipiente, Roma Capitale sarà costretta a ricominciare da zero il proprio lavoro in merito, auspicando che in futuro non si renda necessario nuovamente l’intervento della magistratura per prendere atto di problematiche e criticità che, come in questo caso, il Sindacato aveva denunciato da tanto, troppo tempo. Anche in questo caso, la UIL FPL vigilerà sull’adempimento della sentenza e sul ristoro dei diritti lesi ai destinatari di un provvedimento ormai chiaramente definibile iniquo”.

Soddisfazione viene espressa da Alessandro Onorato, Lista Marchini che aggiunge: "È giusto pianificare una rotazione a patto che questa riguardi le competenze e non soltanto le sedi. Che senso ha spostare una persona che si occupa di urbanistica in un altro Municipio mantenendogli la competenza sullo stesso tema? Da ultimo - conclude Onorato- non si può pensare di prendere decisioni così importanti senza confrontarsi prima con le parti sindacali, le uniche in grado di consigliare e individuare quale sia il modo migliore per valorizzare ed efficientare il corpo di Polizia di Roma Capitale".


 

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