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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Roman Sport Center: "Il Comune interverrà per riassorbimento dei lavoratori e tutela dei soci"

Sul caso della palestra vip chiusa a luglio per fallimento, un tavolo convocato dal consigliere Onorato, che annuncia una mozione in Aula per tutelare i coinvolti. Improta: "Interverremo, ma prima risolvere rapporto con Saba"

Una quarantina di dipendenti mandati a casa e oltre un migliaio di clienti che hanno perso le quote di abbonamenti rinnovati a poche ore dal crac finanziario. A tre mesi di distanza dalla chiusura dell'attività si torna a discutere della Roman Sport Center, la palestra dei vip a Villa Borghese che il 5 luglio ha dichiarato il fallimento.

Di ieri la Commissione speciale per la tutela dei consumatori, convocata dal consigliere Alessandro Onorato (Lista Marchini), alla presenza dell'assessore alla Mobilità Guido Improta, delegato al piano urbano parcheggi, e di alcuni protagonisti dei fatti: Anna Ghergo rappresentante di Saba Italia, le associazioni Adoc, Usicom e Codici, un gruppo di dipendenti della struttura e il Comitato Soci Roman Sports Center, guidato dal giudice Sebastiano Sorbello.

“Presenteremo un atto di indirizzo da firmare in Aula per tutelare i lavoratori e trovare un modo di risarcire chi non ha potuto usufruire dei servizi promessi nonostante li avesse già pagati” ha annunciato Onorato al termine della sessione. Una prima mossa, l'unica possibile per il Comune nel breve periodo. Ma la partita sul destino dello spazio è ancora più che aperta. 

Cosa ha a che fare l'amministrazione comunale con la chiusura del centro sportivo nel cuore della Roma bene? Semplice, si tratta di una struttura commerciale affidata in sub concessione alla Roman Sport Center da Saba Italia, filiale italiana di una multinazionale spagnola regina dei parcheggi di mezza Europa, a cui il Comune di Roma ha a sua volta affidato la gestione, con convenzione del 2007, del famoso parcheggio del Galoppatoio. Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire in che modo il Campidoglio è chiamato in causa nella vicenda.

Duemilasette, giunta Veltroni. La Saba srl si aggiudica la gara pubblica per la “realizzazione delle opere di adeguamento e ampliamento e della gestione del parcheggio sotterraneo del Galoppatoio di Villa Borghese”. La concessione, della durata di 50 anni, avviene con il modello del project financing: tutto a carico del privato, con un investimento di 141,6 milioni di euro e un progetto che prevede, oltre ai lavori di ristrutturazione del parcheggio (mai ultimati), una serie di servizi commerciali in gestione alla Saba. 

Tra questi la palestra supervip, settemila metri quadri su due livelli con saune, campi da squash e piscine olimpioniche, affidata dalla Saba, in subconcessione, alla Roman Sport Center, e oggi sotto sequestro. Una complessa vicenda giudiziaria scattata per l'accumulo di debiti con la Saba, che li quantifica tra i 2 e i 4 milioni di euro per il solo mancato pagamento del canone di affitto. 

Cosa ne sarà della mega palestra? Per paradosso, se il Comune non aprisse bocca sul caso, sarebbe Saba a deciderlo. O meglio, le procedure per una nuova subconcessione non sono pubbliche, e possono avvenire alla stregua di trattative private, che infatti sono già in corso. 

“Stiamo valutando una serie di offerte e opzioni per il nuovo affidamento, è nel nostro interesse che l'attività venga ripristinata al più presto” ha spiegato Anna Ghergo, legale della società di parcheggi, presente alla Commissione, assicurando che il nuovo concessionario verrà sensibilizzato sulla situazione di lavoratori e soci, ma puntualizzando che "Saba con il fallimento della Roman, a cui chiedeva canoni aggiornati solo sulle rivalutazioni Istat, non c'entra nulla”. 

Sempre stando a quanto comunicato dal legale della Saba, la scelta della società che prenderà in gestione lo spazio è prevista per i primi di novembre, con ipotesi di riapertura non prima di settembre 2015. Il Comune però ha promesso che non starà a guardare. L'intento, come annunciato da Onorato, è quello di porre come clausole alla subconcessione il riassorbimento dei lavoratori, e formule di risarcimento per i soci che hanno perso le loro quote. Certo i tempi potrebbero allungarsi e non di poco. Sullo sfondo infatti restano da chiarire aspetti del project financing con Saba. 

La società dei parcheggi doveva rientrare degli investimenti con la vendita dei box auto, mai realizzata per mancanza di domanda. Così l'ampiamento del Galappatoio è ancora in attesa di essere ultimato. Come spiegato dall'assessore Improta, "Saba avrebbe dovuto effettuare dal 2007 in avanti una serie di prestazioni che non si sono realizzate. E qui, come in altre vicende, vedi Metro C, l'amministrazione precedente ha complicato il rapporto, aggravando con la variante del 2011 la relazione tra le parti". Tra gli aspetti della convenzione emersi durante il tavolo, il canone pagato da Saba al Comune di Roma: 10 mila euro l'anno. 

"Domani, appena potrò visionare gli atti e verrà confermato quanto detto dai tecnici capitolini farò un esposto in Procura. Non è immaginabile - ha dichiarato Onorato - che l'amministrazione comunale ottenga 10.000 euro all'anno, a fronte di 50 anni di concessione per il parcheggio più importante e grande di Roma, con la gestione di tutti gli spazi commerciali, compresa la palestra Roman Sport Center".

Insomma, parallelamente alla vicenda della palestra, serve far luce sul rapporto che lega le parti. "La prossima settimana incontrerò i dirigenti della società, per chiarire – annuncia Improta - nel momento in cui non si trovi l'accordo tra Comune e Saba, c'è anche l'ipotesi di rescissione e di ritiro della concessione". Ipotesi che posticiperebbe la questione Roman a data da destinarsi.  

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