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Roma Tpl, lavoratori ancora senza stipendio: rabbia contro l'amministrazione a 5 stelle

I sindacati: "Convocateci". Una delegazione di lavoratori oggi sotto l'assessorato. Confronto contro Stefano. Paolo Ventura della Fast Confsal: "Lavoratori ormai esasperati"

E' sempre più esplosiva la situazione all'interno della Roma Tpl. I lavoratori, esasperati, sono senza stipendi da dodici giorni e all'orizzonte non sembra esserci una soluzione. Una bomba pronta ad esplodere perché, come spiega Paolo Ventura del sindacato Fast Confsal "è una situazione che riguarda 1800  famiglie che da tempo ormai vivono quest'incertezza. Da qui a fine dicembre, in 45 giorni, l'azienda sarà chiamata a pagare 4 mensilità (ottobre, novembre, tredicesima e dicembre, ndr) ed appare chiaro che va trovato un rimedio strutturale anche perché ormai si va avanti così da oltre un anno".

A finire nel mirino delle critiche è il Movimento Cinque Stelle che nei mesi scorsi aveva trasformato proprio la vicenda Roma Tpl in un tema elettorale. Si legge in un volantino della scorsa primavera che sta facendo il giro della rete: "Il Comune di Roma dovrà mettere tra le priorità da imporre al gestore privato la  sicurezza ed il rispetto dei diritti dei lavoratori, la regolarità nel pagamento degli stipendi e la qualità del servizio". Una priorità che non trova, secondo i lavoratori, una corrispondenza nei fatti. Non soddisfano infatti le parole di Enrico Stefano che oggi, sia su facebook sia ai lavoratori che si sono presentati in via Capitan Bavastro, ha ribadito qual è il problema: "Al momento il Dipartimento non può emettere la determina dirigenziale di liquidazione perché è in attesa del documento unico di regolarità contributiva".

A chi fa notare la possibilità di sostituirsi all'azienda nel pagamento degli stipendi Stefano risponde: "Molti lavoratori citano in queste ore l'articolo 105 che prevede la sostituzione nel pagamento della stazione appaltante. Verissimo, ma se non arrivano per tempo le certificazioni Roma Capitale non può conoscere l'importo per il quale si deve sostituire. Oltre a questa ci sono poi altre gravi irregolarità che sono emerse e che bisognerà capire se siano sanabili o meno".

E ancora: "Tutti si aspettano soluzioni "immediate" e definitive, cosa ovviamente non possibile dato che di mezzo c'è un servizio pubblico e delle leggi da rispettare. Ogni soluzione percorribile, come già detto, è di difficile applicazione sia giuridica che pratica. E necessita quindi di tutte le  verifiche del caso. Noi facciamo il possibile ogni giorno, ma non possiamo risolvere in pochi mesi problemi che si trascinano da anni".

Parole che invece di calmare i lavoratori ne hanno esasperato gli animi. Tanti i commenti sotto al post su facebook. E anche nel faccia a faccia con il presidente della commissione trasporti il messaggio recapitato è stato chiaro: "Basta con gli spot". Non va giù infatti ai lavoratori l'attivismo, giudicato fine a se stesso, del Movimento Cinque stelle. 

Così, quando nel confronto Stefano ha fatto notare di essersi recato nei depositi alle cinque di mattina, c'è chi ha sbottato dicendo: "Basta! Noi non veniamo da voi a dirvi dove eravamo alle cinque di mattina. Dovete creare le condizioni perché i problemi si risolvano, non fare gli spot". Il rimprovero, neanche troppo nascosto, è quello di essersi trasformati in politici, con Stefano pronto a replicare: "Se fossi stato un politico non stavo qui a confrontarvi con voi". I lavoratori, arrabbiati, chiedono una soluzione definitiva "perché il mancato pagamento degli stipendi si ripeterà". Non va giù neanche il fatto che ci si interessi di Atac mettendo in secondo piano Roma Tpl: "Andate ad un'assemblea di Atac, quando loro lo stipendio l'hanno preso. Noi invece stiamo in una situazione in cui non ci viene neanche indicata una data. E' così che ci considerate una priorità?". 

E' tanta la rabbia dei lavoratori. Lo confermano i sindacati interpellati da RomaToday. Michele Frullo di Usb: "Chiediamo al Comune di convocarci. La nostra proposta è chiara ed è quella di sostitursi all'azienda nel pagamento degli stipendi. Questo a garanzia dei diritti dei lavoratori e degli utenti". C'è all'orizzonte un rischio blocco come accaduto esattamente un anno fa e la scorsa primavera? "Abbiamo ribadito e continueremo a ribadire sarebbe un'azione assolutamente controproducente", spiega Paolo Ventura di Fast Confsal il sindacato più rappresentato in Roma Tpl. "Certo non posso negare che giorno dopo giorno si fa sempre più fatica a tenere nei binari giusti una rabbia che ha ormai raggiunto livelli altissimi". Se il blocco appare per ora lontano, va registrato il dato del 30% di assenze per malattia.

Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto già lo scorso 3 novembre l'immediata convocazione di un tavolo, con in cambio il silenzio da parte dell'assessorato. Da qui il sit di oggi nel corso del quale "abbiamo ricevuto -  spiegano i sindacati confederali - una incredibile indifferenza alle richieste di chi, senza stipendio, continua a garantire una consistente fetta di mobilità nella Capitale". 

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