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Dal sogno all'incubo: i lavoratori della Multiservizi sedotti e abbandonati dal M5s

Dall'occupazione dell'Aula alla gara a doppio oggetto

I lavoratori di Roma Multiservizi che ieri hanno assistito all’approvazione della delibera che dà il via alla gara a doppio oggetto ieri non hanno potuto fare a meno di ricordarlo. Era sempre luglio, quello del 2014, quando ad occupare l’Aula Giulio Cesare contro le decisioni dell’allora Giunta Marino c’era anche il Movimento Cinque stelle con l’attuale presidente del Consiglio comunale, Marcello De Vito, che restò tutta la notte con loro. 

Il travaglio del cambio di appalto della municipalizzata controllata al 51 per cento da Ama, che si è trascinato fino a ieri sera, era appena iniziato. Sul tavolo c’era la gara a cinque lotti approntato dall’allora assessora, Alessandra Cattoi. Una strada che per i lavoratori non forniva adeguate garanzie occupazionali. Per questo, il gruppo pentastellato allora all’opposizione, formato non solo da De Vito ma anche dalla sindaca Virginia Raggi, da Daniele Frongia e da Enrico Stefàno, aveva sostenuto le motivazioni dei lavoratori chiedendo di sospendere la gara e di valutare l’internalizzazione del servizio in Ama. 

Una battaglia che nei mesi precedenti al giugno del 2016 era diventata una vera e propria promessa elettorale: la miglior soluzione per uscire dall’impasse è la reinternalizzazione del servizio. Una promessa che il Movimento cinque stelle si è portato anche sugli scranni più alti del Campidoglio. 

E’ così che il 10 agosto del 2016, freschi di elezione, un ordine del giorno presentato da Fratelli d’Italia viene approvato con l’appoggio della maggioranza pentastellata. L’impegno richiesto per la sindaca e la sua Giunta è chiaro: “Vengano attivate con urgenza tutte le iniziative volte a permettere ai dipendenti della Roma Multiservizi di poter continuare ad esprimere al meglio le proprie potenzialità lavorative, garantendo i medesimi livelli occupazionali, con la possibilità di essere assorbiti in Ama Spa ed essere utilizzati nelle mansioni di spazzamento, pulizia e decoro di cui la città negli ultimi tempi risulta essere gravemente carente”.

La linea era stata ripresa anche dall’ex assessora all’Ambiente, Paola Muraro, che nel corso di una commissione capitolina all’inizio di ottobre del 2016 aveva assicurato che la "volontà dell'amministrazione è che la Roma Multiservizi diventi al 100 per cento di proprietà del Campidoglio". Passano pochi mesi. All’inizio di dicembre del 2016 l’ex assessore alle Partecipate, Massimo Colomban, annuncia in Aula il passo indietro appellandosi ad un particolare della legge Madia. 

L’amministrazione a Cinque Stelle vira sulla gara a doppio oggetto che insieme all’assegnazione del servizio prevede anche la selezione di un socio privato. Un percorso a ostacoli, che ne ha visto anche l’annullamento in seguito alla bocciatura dell’Antitrust. 

Fino al parere negativo espresso ieri dall’Organo di revisione economico e finanziario del Comune, l’Oref. “Altre società già esistenti potrebbero gestire questi servizi” ha spiegato Marco Raponi, componente del collegio dell’Oref. “Una potrebbe essere anche l'Ama, partecipante alla Multiservizi (di cui possiede il 51%, ndr) che teoricamente avrebbe in pancia il know-how della Multiservizi che potrebbe acquisire in sé”. Per il Campidoglio è meglio cercare sul mercato un socio privato: "Le capacità organizzative che Ama dovrebbe avere per gestire un servizio così delicato" ha spiegato il direttore generale del Campidoglio, Franco Giampaoletti "non ci mettono in condizione di confidare nelle capacità professionali dell'azienda".

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