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Roma Metropolitane, il M5s approva la delibera tra le proteste: l'azienda sarà liquidata

Dopo 13 ore di seduta di Consiglio comunale il voto alla delibera. Strappo in maggioranza, la consigliera Montella: "Non posso votare, a rischio di essere cacciata"

L'Aula capitolina ha approvato la delibera per la messa in liquidazione di Roma Metropolitane. Dopo una seduta di fuoco, tredici ore dalle 10 del mattino tra le proteste dei lavoratori e delle opposizioni, alla fine il voto è arrivato: 25 favorevoli, nessun contrario perché i consiglieri di minoranza stavano occupando i banchi della giunta, e voci fuori dal coro anche nella maggioranza Cinque Stelle. Applausi sarcastici, grida di disapprovazione - "manca solo un anno e mezzo e ve ne andate a casa" - e "bella ciao" intonata dal fondo dell'aula da lavoratori e rappresentanti sindacali hanno accompagnato il momento del voto. 

"Questo percorso è una via di mezzo tra liquidazione e ricapitalizzazione per mettere in sicurezza l'azienda, capisco che è difficile da comprendere ma questa è la terza via" ha detto l'assessore alla Mobilità Pietro Calabrese, intervenendo poco prima della votazione. "Il vento è cambiato, le aziende partecipate devono fare le aziende partecipate. Non si può chiedere a Giunta e Consiglio di influenzarle. Come ha detto l'Oref, se l'azienda raggiunge il riequilibrio dei conti la liquidazione può essere revocata". Già, per i lavoratori però il vento sta cambiando in peggio, 45 di loro si avviano al licenziamento e gli altri (in totale sono 175 i dipendenti della controllata) restano appesi alla promessa di essere ricollocati in altre partecipate di Roma Capitale. Ecco lo sfogo dell'amministratore unico Marco Santucci, intervenuto in aula. 

"Lemmetti spieghi tutto alla Corte dei Conti"

"Assessore Lemmetti, nei suoi post su Facebook lei dice che noi non conosciamo questo istituto poco utilizzato della liquidazione volontaria, controllata, assistita, o come vuole lei. Ma l'unica cosa che so di certo è che la liquidazione controllata, secondo il Codice della crisi d'impresa, entrerà in vigore ad agosto del 2020, non so quindi se volete aspettare allora oppure spiegarci che cosa volete, dire perchè non è chiaro: dovete spiegarlo alla Corte dei Conti come si fa a ricapitalizzare una società in liquidazione"

Inoltre, ha sottolineato Santucci "voi dite che la liquidazione è controllata da dai criteri per la tutela occupazionale, io questi criteri non solo non li leggo, ma dalla mia figura apicale di riferimento in Roma Capitale ho sentito, virgolettato: 'Dall'azienda devono uscire delle persone o con le buone o con le cattive, scordatevi che tutti restano dove sono a fare quelle che facevano con la retribuzione che avevano. Quindi o in un tempo ragionevole raggiungiamo un accordo senno' bip, bip, bip e bip', non dico quello che e' stato detto". Per l'ex amministratore "i decreti ingiuntivi sono crediti certi, liquidi ed esigibili, non sono ricapitalizzazioni. Roma Metropolitane ha 9 milioni di cassa e 11 di crediti, è nella migliore condizione degli ultimi anni e viene liquidata in maniera controllata". Infine, ha concluso Santucci, "Giampaoletti dice che il Pums è il libro dei sogni: i nostri dipendenti invece ci hanno creduto". 

A seguito dell'intervento dell'au, le opposizioni hanno chiesto la sospensione della discussione per 48 ore. L'idea era quella di attendere l'incontro tra la sindaca Raggi, il ministro De Micheli e il presidente Nicola Zingaretti, per la valutazione di un possibile ingresso della regione Lazio nel capitale sociale della società. Richiesta respinta dalla maggioranza, che ha votato nonostante le proteste dai banchi occupati della giunta. Tutti tranne la consigliera dissidente Monica Montella, in aperta polemica con l'assessore Lemmetti.  

Lo strappo in maggioranza

"Ho una certa sofferenza a intervenire perchè mi sembra come se rappresentassi un'opposizione, ma non mi ci sento: mi sento una consigliera che cerca di fare luce su qualcosa che fino ad oggi non è chiara. Tutti gli atti su cui ho potuto fare approfondimenti non mi hanno permesso di dire 'questa è la strada giusta da percorrere'. Dall'intervento dell'assessore mi sarei aspettata un po' di risposte a quello che ha denunciato l'amministratore unico" ha detto la consigliera capitolina del M5S, Monica Montella, intervenendo in Assemblea. "Invece tu - ha evidenziato Montella rivolgendosi all'assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti - di risposte non me ne hai date. Se ridare dei crediti non è ricapitalizzazione, allora cambiano un po' gli scenari. Mi auguro che l'assessore ce li possa esporre, perchè io non posso votare un atto così, anche a rischio di essere cacciata dal M5S". Questo, ha spiegato la consigliera, "lo faccio perchè sono convinta che si possa trovare una terza strada. Aspettiamo almeno l'incontro tra la sindaca e il ministro De Micheli. Assessore, glielo chiedo in ginocchio: lavori per trovare una terza soluzione per il bene della città".

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