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Roma Metropolitane, passo indietro sulla liquidazione: "Ora una fase di transizione"

L'assessore Meleo: "Il compito del nuovo amministratore unico sarà quello di gestire i conti e il bilancio aziendale". L'opposizione: "Vogliamo conoscere il destino della società"

Alla fine di una giornata di polemiche è stato necessario un comunicato dell'assessore Meleo: "La nostra idea sul futuro di Roma Metropolitane è chiara: non la ricapitalizzeremo" ha esordito "salvando" la mozione approvata in Aula dalla maggioranza a 5 Stelle lo scorso 4 novembre. Ma non verrà nemmeno liquidata, come di fatto era stato delineato dalla sindaca Virginia Raggi nel corso di quella seduta. "La nomina di una nuova governance è un passaggio fondamentale affinché abbia inizio il processo di cambiamento di Roma Metropolitane che terminerà nel trasferimento delle competenze di stazione appaltante in un'altra società di Roma Capitale". Sembra essere questa la quadra trovata ieri dal Campidoglio messo alle strette da un'opposizione infuriata per il passo indietro sul destino della società nata per svolgere sia i compiti di stazione appaltante sia quelli di progettazione del sistema metropolitano della capitale.  

Tutto è nato dalla decisione di nominare un nuovo amministratore unico, dopo le dimissioni del vecchio management avvennute solo mercoledì sera. La scelta è caduta sull'ingegnere Pasquale Cialdini, ex direttore generale del Ministero dei Trasporti ed ex presidente di Sezione del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici. Un passaggio in piena linea con lo stile grillino: un amministratore unico al posto di un consiglio di amministrazione a tre, un incarico "a titolo gratuito" disegnato dall'assessore Meleo come "un segnale di cambiamento che stiamo attuando
nell'ottica di risparmio ed eliminazione degli sprechi". La confusione è nata però sul mandato che è stato dato a Cialdini: "Il compito del nuovo amministratore unico sarà quello di gestire i conti e il bilancio aziendale ma soprattutto traghettare Roma Metropolitane durante questa fase transitoria" ha spiegato ancora l'assessore.

Dunque niente liquidazione, come era stato annunciato un mese fa dalla sindaca Raggi. Un annuncio mai smentito, tanto che solo lunedì scorso i dipendenti della società capitolina, preoccupati per il loro futuro, hanno indetto quattro ore di sciopero e manifestato sotto le finestre di Palazzo Senatorio. La confusione è esplosa ieri nel corso della commissione capitolina Mobilità che ha approvato la nuova nomina e, di fatto, il nuovo approccio della maggioranza verso la società. "Il gruppo del Pd capitolino ha abbandonato per protesta la riunione della commissione trasporti" hanno spiegato i consiglieri dem presenti a margine della seduta. "La maggioranza grillina smentisce se stessa e il suo atto di indirizzo e nel contempo contraddice la Sindaca Raggi che aveva parlato di dismissione della società. Entro il 31 dicembre dobbiamo necessariamente conoscere il destino di Roma metropolitane e dei lavoratori. Alle precise domande del capogruppo dem invece non sono seguite risposte ne sul futuro della societa'' ne sui percorsi che verranno intrapresi". La consigliera Pd Ilaria Piccolo ha parlato di commissione "surreale". Poi ha commentato: "Giunta e maggioranza grillina, sono in totale confusione: non sono in grado di dare indicazioni sul futuro della società, sul destino dei 170 lavoratori e sul percorso finale della linea C della metropolitana. Questi i motivi per cui ho deciso di abbandonare la riunione".

Stefàno ha ammesso il problema: "Su Roma Metropolitane oggi siamo oggettivamente in difficoltà. Siamo stati bravi a complicarci un po' le cose. Cialdini farà tutte le valutazioni del caso ma non per forza si va verso la dismissione della società. Ci sono varie ipotesi sul tavolo". La più probabile, per salvare la mozione e allo stesso tempo la società, sembra essere quello di un "risanamento senza ricapitalizzazione". Il capo segretaria dell'assessorato alla Mobilità, Francesco Scotto, nel corso della commissione ha spiegato: "Abbiamo strettissimi margini per riuscire, pur non ricapitalizzando l'azienda, a individuare in Roma Metropolitane una nuova stazione appaltante. Il nuovo au serve per creare uno spartiacque con l'amministrazione precedente, dalla quale vogliamo prendere le distanze, ed è un nuovo corso all'insegna di risparmi ed efficacienza che ci auguriamo possa eventualmente anche sconfessare le previsioni sulla dismissione della società". 

Le strade per mettere in piedi l'ipotesi di risanamento potrebbero essere diverse. Da un lato il nuovo Au Cialdini potrebbe lavorare per azzerare le perdite della gestione ordinaria, chiudendo i prossimi bilanci in pareggio. Dall'altro, parallelamente, si potrebbero generare risparmi in grado di neutralizzare parte delle perdite attuali, anche perchè il Campidoglio fa sapere che una ricapitalizzazione diventa obbligatoria solo quando la perdita supera il patrimonio sociale. Come riuscirci? Sul tavolo, ha ricordato Stefano, ci sono diverse opzioni. "Una di queste è trasferire una parte della società all'Agenzia della mobilità". Magari creando poi una nuova società con un nuovo nome, più snella ed efficiente. Il tutto preservando le competenze tecniche. "È un segnale di attenzione il fatto che non si cerchino scelte facili per poter minimizzare i danni in una situazione difficile da recuperare" hanno aggiunto i tecnici. Insomma, per il Comune è prematuro anticipare qualsiasi previsione sul futuro di Roma Metropolitane. Il tempo, però, è poco, perchè l'esercizio 2016 si sta per chiudere. 

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