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Roma 2024, Malagò: "Avanti fino a no formale. Si assumano le proprie responsabilità"

La conferenza del presidente del Conni: "Non possiamo fermare la candidatura sulla base di una conferenza stampa della sindaca Raggi"

Amareggiato, ma non arrabbiato. Nel giorno del no ufficiale alle Olimpiadi di Virginia Raggi e del Movimento Cinque Stelle, Giovanni Malagò convoca una conferenza stampa nella sede del CONI. Non è trascorsa neanche un'ora dalle dichiarazioni della sindaca e si prova a guardare avanti. "Andremo avanti fino a un no formale. Si devono assumere le loro responsabilità", sostiene Malagò davanti ai giornalisti. 

"Se non c'è adempimento formale, la delibera del Consiglio comunale, non possiamo fermare la candidatura sulla base di una conferenza stampa della sindaca Raggi. Dal punto di vista politico, invece, è possibile andare avanti ma i membri del Cio ci guarderebbero con sospetto se non avessimo l'appoggio della città". 

Quindi la ricostruzione di queste ore, con la richiesta di un incontro, la riunione tecnica e l'assenza all'appuntamento di oggi. Malagò parla del rifiuto e recapita un consiglio alla sindaca: "Ve lo chiedo per cortesia, non parlate di cose che non conoscete", il riferimento è ai dati diffusi da Virginia Raggi, sulle candidature di altre città negli ultimi anni, come Amburgo e Boston. "L'unica cosa che dico, e do un vantaggio perchè sono corretto, è questa: non tirassero fuori quelle motivazioni perchè Wikipedia non è aggiornata e gli uomini di sport lo sanno molto bene". 

Strumentali secondo Malagò le accuse di giochi del mattone e della speculazione: "La premessa che da molti viene dimenticata, io spero non volutamente, è che noi siamo candidati perchè sono cambiate le regole del gioco. Mi è dispiaciuto che Raggi non lo abbia ricordato in conferenza stampa. Senza le nuove regole del Cio, l'agenda 2020, nessuna città avrebbe potuto aspirare a candidarsi. E' tutto qui il punto centrale". 

E all'accusa di ruberie risponde parlando di populismo: "Demagogia, populismo. Parliamo di argomenti e cose vere. Se il motivo per cui non si volevano fare le Olimpiadi erano le ruberie, diciamo fatele voi. Ma quali migliore garanzia dei portabandiera dell'onestà e della trasparenza". 

Quindi l'accusa di poca trasparenza: "Abbiamo chiesto lo streaming delle riunioni cui abbiamo partecipato ma ce lo hanno negato proprio loro che sono i paladini della trasparenza. E sapete perchè? Hanno i sondaggi come li abbiamo noi, e sono chiarissimi. E vanno ogni giorno che passa verso una certa direzione. Ultimo dato del Codacons parla dell'85% a favore dei Giochi. E il Codacons non è un'associazione vicina alle nostre posizione, non fa sconti a nessuno". 

E si arriva alle conseguenze, al taglio dei fondi per altre iniziative: "In virtù delle maggiori esigenze dell'Uefa, dobbiamo investire circa 10 milioni e 600mila euro per ospitare le partite dell'Europeo 2020. Se viene meno la candidatura olimpica, quei soldi il Coni non puo' più tirarli fuori. Questo è il primo di tanti problemi". Sullo stesso evento attacco frontale alla sindaca che ha parlato dell'organizzazione degli Europei di calcio del 2020 "grazie allo sblocco delle procedure comunali e alla stretta collaborazione con Figc e Coni". Per Giovanni Malagò presidente del Coni, "non è così e lo dimostra la corrispondenza con Gianni Infantino. Sono stato io, nel 2014, a metterci la faccia per dare le garanzie sull'Olimpico, di proprietà del Coni. Perchè già all'epoca si parlava di candidatura olimpica: se ora si ritira la candidatura, il Coni quei soldi non puo' più tirarli fuori", ha concluso. 

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