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Tivoli Terme: Marino e la Giunta in ritiro per "Conoscersi meglio"

Il sindaco, gli assessori e i consiglieri di maggioranza al Grand Hotel Duca d'Este di via Tiburtina dove rimarranno sino a domenica. Il primo cittadino: "Dobbiamo lavorare nell'interesse della città"

Il sindaco Ignazio Marino, i ‘suoi’ 12 assessori con tanto di staff e i 29 consiglieri di maggioranza sono da questa mattina in ritiro in un hotel di Tivoli Terme per una due giorni 'Team Building'. Un modo per "Fare gruppo" con la squadra del primo cittadino che sino a domani sarà in ritiro al Grand Hotel Duca d'Este di via Tiburtina. Un ritiro a porte chiuse con assessori e consiglieri dotati di cartellini, con nome e cognome, da tenere ben esposti per farsi riconoscere. Non è la prima volta che una ‘squadra di amministratori’ decide di passare del tempo insieme in questo modo. Da Gianni Alemanno a Monteporzio Catone sui Castelli Romani a vari ritiri dei governi (Da Letta a Mario Monti), sono diversi gli esempi del passato. Questa volta però dal Campidoglio hanno che le spese saranno a carico esclusivo dei singoli partecipanti. Le casse di Roma Capitale non saranno intaccate di un euro.

ARRIVO A TIVOLI TERME - Alcuni assessori sono arrivati in pullmino attraverso il servizio offerto dall'Hotel che fa da navetta dalla Stazione Termini; altro hanno invece utilizzato il proprio mezzo privato. È il caso dell'assessore allo Sport Luca Pancalli che è arrivato col suo suv, spiegando di essere "abituato a ritiri del genere. Avendo sempre fatto sport, anche questa volta, mi affido all'allenatore". Anche Flavia Barca, assessore alla Cultura, ha spiegato che "quando abbiamo preso l'impegno ne abbiamo anche accettato le conseguenze e se questa esperienza serve, ben venga". "Sarà anche divertente" per l'assessore alle Politiche sociali Rita Cutini. Athos De Luca, consigliere comunale del Pd, dopo aver parcheggiato la sua 500, ha voluto precisare che "da attento ambientalista ho scelto una macchina a gas con la quale, oltretutto, si risparmia".

QUESTIONARIO IMPACT - Squadra che dopo aver lasciato in camera le borse e scritto il proprio nome e cognome su un cartellino che hanno attaccato addosso (per il sindaco solo l'informale 'Ignazio'), gli ospiti, qualcuno persino in bermuda, sono stati divisi in squadre e si sono cimentati in attività all'aperto come tenere in equilibrio una leggerissima bacchetta puntando sulla ponderazione della forza di ciascuno o dentro gli spazi dell'albergo come una caccia al tesoro. Tra le domande previste dal questionario predisposto dalla società Impact, esperta di team building c'era quella che chiedeva di contare quanti fossero i pali che reggevano le bandiere nel parcheggio o determinare 'il numero delle lampade in una piscina al centro del ristorantè, o ancora scovare il cartello vietato fumare o una lanterna cinese. "Sta andando benissimo - ha commentato Marino intercettato durante la pausa pranzo -. L'obiettivo è quello di arrivare a credere l'uno nell'altro. Dopo ogni esercizio vengono esaminati gli errori comportamentali che abbiamo fatto nel raggiungere gli obiettivi. C'è un'analisi critica degli elementi positivi e negativi". "A differenza di quanto fatto nel passato, dalla precedente amministrazione durante la quale - ha affondato il vicesindaco Luigi Nieri -. C'erano litigi tra giunta e consiglio e all'interno della maggioranza stessa. Noi vogliamo creare una bella squadra".

UNA ROMA CHE FUNZIONI - A spiegare il senso del "Team Building" il sindaco di Roma Ignazio Marino: "Una Roma che funzioni, concentrata non sull'interesse individuale della classe dirigente ma su quello collettivo dei cittadini" ma anche un incontro per "conoscersi meglio" e creare spirito di gruppo. Il sindaco è arrivato accompagnato in auto dall'assessore alla Scuola Alessandra Cattoi. "Non so cosa ci aspetta io sarò un discente - spiega ancora Marino in relazioni alle attività di team building -. Questo metodo deriva dalla mia esperienza negli istituti degli Stati Uniti dove il preside organizzava incontri con la facoltà di questo tipo con cadenza regolare. Lo scopo era quello di creare spirito di squadra. È anche una metodologia comune nello scoutismo per conoscersi meglio. Io ho iniziato a farlo negli anni '70-'80". "Noi dobbiamo lavorare per l'interesse della città - ha aggiunto - e qualunque strumento per migliorare il nostro lavoro noi lo useremo. Sempre con quella sobrietà che abbiamo dimostrato dall'inizio". 

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