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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Dal rimpasto alle elezioni, parlano i minisindaci: "Quel che conta è evitare lo stallo"

Interpellati dall'agenzia Dire i presidenti di municipio si sono espressi sulla situazione capitolina. Se il giudizio politico varia, l'urgenza di amministrare è unanime

Lo stallo amministrativo fa male ai territori. E’ questo il commento unanime espresso dai minisindaci della Capitale, tutti di centrosinistra, interpellati dall’agenzia Dire in merito all’amministrazione Marino.  Deve cambiare passo o deve proseguire per la sua strada? Il rimpasto è una priorità? Lo storico successo alle europee è solo merito di Matteo Renzi o anche del Pd romano? Se la valutazione politica non è unanime, l’urgenza degli amministratori è una: “Fare quello che si deve fare”.

SABRINA ALFONSI – Secondo il presidente del Municipio I, gli stessi cittadini "hanno un'attesa più veloce dei tempi dell''Assemblea capitolina”. Perchè a cambiare "sono proprio i tempi della politica, grazie a un uomo (Matte Renzi) che ha portato un'inversione di tendenza a cui dobbiamo adeguarci tutti, sindaco compreso". 

ANDREA CATARCI – A chiedere un “cambio di passo” anche il presidente dell’VIII municipio Andrea Catarci. A suo dire "le priorità su cui intervenire non si contano: mobilità, rifiuti e decoro su tutte. Questa città ha pagato la crisi più di altre e i cittadini ci hanno votato per cercare di risalire, ma questa risalita per ora è lenta" commenta. Per quanto riguarda il risultato alle europee del Partito democratico, Catarci, in quota Sel, però ammonisce: "Nessuno agiti il bilancino della vittoria per imporre diktat, perché quel 40% (43% a Roma ndr) è ascrivibile a una sola persona: Matteo Renzi".

GIAMMARCO PALMIERI – Il presidente del V Municipio Giammarco Palmieri invece lancia un appello: "E' bene che Consiglio e Giunta si assumano le proprie responsabilità e non si impantanino su questioni interne. Il rischio è che a rimetterci siano sempre i Municipi che sono i primi a rispondere - anche fisicamente - alla carenza di servizi e alle criticità dei territori". 

PAOLO MARCHIONNE - Giunta Marino promossa ma con riserva, per il presidente del Municipio III, Paolo Emilio Marchionne. Secondo il minisindaco, "Marino qualcosa ha fatto ma molto gli manca da fare". Detto questo Marchionne trova "stucchevole il teatrino di nomi che di certo non sarà quello a determinare il tanto auspicato ''cambio di passo''.

MAURIZIO VELOCCIA - Se di stallo si parla, secondo Maurizio Veloccia del Municipio XI, è riconducibile quasi esclusivamente "all'eredità lasciata dalla precedente amministrazione Alemanno e in parte alla squadra nuova che è stata messa in campo che ha necessitato di tempo per ambientarsi". E'' tuttavia innegabile "la spinta al rinnovamento che Marino sta portando avanti ed è bene che l'Assemblea capitolina avvii con la Giunta un dialogo fatto di proposte costruttive". 

ANDREA TASSONE – Al contrario per il presidente del Municipio X Andrea Tassone non ci si può nascondere dietro “il solito scaricabarile della pesante eredità lasciata dalla vecchia amministrazione”. Anche lui vorrebbe un’accelerazione: "L'amminstrazione- ha spiegato Tassone- deve correre perchè i bisogni sono tanti e non si può pensare che il Governo proceda spedito e la Capitale sia ferma”.

SUSI FANTINO -  Susi Fantino del Municipio VII, invece, si rivolge direttamente al presidente del Consiglio: "Renzi riconosca che molti dei voti alle europee provengono da elettori romani e riconosca quindi alla città quello status di Capitale da tempo invocato. Capisco l'allegria e la soddisfazione da parte del Pd per il risultato elettorale ma Roma deve essere lasciata lavorare". 

VALERIO BARLETTA - Dalla parte del primo cittadino anche Valerio Barletta, presidente del Municipio XIV: "Indietro non si torna. Il risultato elettorale deve dare unicamente più forza al Governo della città per portare avanti quel cambiamento già avviato da un anno. Tutti devono assumersi la responsabilità - maggioranza in primis - di sostenere l'operato della Giunta. 

GIUSEPPE GERACE – Secondo il minisindaco del Municipio II "il primo ad esser d'accordo sull'esigenza del ''cambio di passo'' è lo stesso Marino che sta cambiando gli assessori" commenta. "Non c'è attrito ma solo sintonia e volontà di portare i migliori risultati per Roma". 

ANDREA SANTORO - Di tutt'altro parere il presidente del Municipio IX, Andrea Santoro secondo il quale ai romani "non gliene frega niente di chi sarà il nuovo assessore. Una lettura particolare del voto europeo ed eventuali rimpasti fanno solo perdere tempo alla citta''. Considerando che i drammi della città arrivano in primis dentro le stanze dei presidenti dei Municipi, prima finiscono le polemiche, prima riusciremo a dare qualche risposta ai cittadini". 

DANIELE TORQUATI – Per il presidente del Municipio XV Daniele Torquati la squadra del Pd romano è uscita rafforzata dal 43% ottenuto alle elezioni europee. Torquati ha però sottolineato che "le cosiddette diatribe interne, lasciano il tempo che trovano. Ai cittadini interessano quelle che sono le priorità e cioè, piano di rientro, bilancio, città più pulita e più sicura. Il resto- ha concluso- sono in larga parte strumentalizzazioni di stampa". 

CRISTINA MALTESE - Di diatribe non vuole sentir parlare nemmeno Cristina Maltese del Municipio XII. Se due assessori si sono dimessi "è fisiologico che il sindaco nomini una nuova squadra. Lo farà - come è giusto che sia - confrontandosi con la sua maggioranza e con il Partiti". 

EMILIANO SCIASCIA - Nulla di drammatico da un rimpasto anche secondo il presidente del Municipio IV, Emiliano Sciascia. "Se serve ad apportare miglioramenti- ha spiegato - bene venga, basta che il confronto avvenga in modo civile e democratico". 

VALENTINO MANCINELLI - Infine, Valentino Mancinelli presidente del Municipio XIII, si è dichiarato "non interessato - in quanto presidente di Municipio - a determinate dinamiche politiche". Se rimpasto deve essere, tuttavia, "che sia fatto il prima possibile perche'' c’è da approvare un bilancio vitale per i Municipi. Soprattutto dopo che negli ultimi tre anni è stato approvato sempre a fine anno". 

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