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Politica San Basilio / Via di Scorticabove

Via Scorticabove, un immobile del Comune ai rifugiati? L'assessore apre: "Chiesto parere dell'Avvocatura"

Le associazioni sedute in rappresentanza dei migranti hanno presentato un progetto possibile. Nel frattempo resta l'opzione dei circuiti di accoglienza ordinari

"Chiederemo subito all’Avvocatura la fattibilità giuridica di una soluzione che consenta di ospitare in unico immobile queste persone". E così il Campidoglio grillino apre ai rifiugiati di via Scorticabove. Si è tenuto questa mattina uno degli appuntamenti del tavolo tecnico tra i 120 migranti sfrattati da un immobile di San Basilio e l'amministrazione locale. 

Rappresentati da associazioni per il diritto all'Abitare e sindacati - da Asia Usb ai Blocchi Precari Metropolitani - i sudanesi hanno chiesto fin da subito che la loro comunità non venisse smembrata, rigettando la sola soluzione prospettata dal Campidoglio: stanze separate nel circuito di prima accoglienza. Un passo indietro per loro che stanno in Italia da oltre dieci anni. E che quella fase, quella dei centri, l'hanno già passata. 

La proposta, per il momento, rimane quella. Che loro continuano a rifiutare, dormendo per strada. Ma l'assessore alle Politiche Sociali sta tentando dei passi, seppur minimi, verso le richieste avanzate dal gruppo. Nell'immediato è stato offerto uno spazio dove i sudanesi possano incontrarsi per non perdersi. Potrebbe essere la stessa sala dell'assessorato di viale Manzoni dove si sta tenendo il tavolo con le associazioni. I dettagli verranno definiti qualora la comunità accetti la proposta. 

Mentre più a lungo termine si pensa a un immobile dove far partire una sperimentazione modello "cohousing" tramite, spiega l'assessore Baldassarre, "una progettualità ad hoc che ne tuteli l’idea di comunità anche alla luce della specifica normativa regionale e nazionale". Le associazioni hanno presentato un progetto, alla luce della legge vigente sulla rigenerazione urbana (la n.7 del 18 luglio 2017). E il Comune ha risposto con richiesta scritta di parere ai legali capitolini. "La normativa già parla chiaro sulla possibilità di utilizzo di beni immobili pubblici a questo fine" spiega Federica Borlizzi, di Alter Ego. "Come associazioni abbiamo lavorato a un progetto che verrà presentato pubblicamente a breve". Mentre il confronto con il Campidoglio prosegue. Il prossimo incontro in viale Manzoni è previsto per il 6 agosto. 

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