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Rifiuti, la Regione: "Riattiviamo impianto di Colleferro ma senza combustione". E l'idea piace al ministro

La proposta di Zingaretti al ministro Sergio Costa, che precisa: "Nessun commissariamento"

Dal ministro dell'Ambiente Sergio Costa con un progetto per sollevare Roma dall'emergenza: riattivare l'impianto di trattamento di Colleferro, un termovalorizzatore, ma "senza processi di combusione" con soli "trattamenti a freddo". E' la ricetta che il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha messo sul tavolo del ministro del governo Conte durante l'incontro di oggi, convocato per affrontare il tema del ciclo rifiuti (in crisi) della Capitale.  

"La nostra ipotesi si basa sull'opzione di superare la scelta della termovalorizzazione nell'area di Colleferro". Ovvero? "Immaginiamo di trasformare l'impianto di trattamento del Fos e del residuo dei tmb senza nessun elemento di combustione con tutte tecnologie a freddo. Questo permetterà di essere all'avanguardia, è una possibile soluzione al problema del ciclo dei rifiuti". E, lo precisiamo, fa già parte del piano in vigore. Al ministro sembra piacere l'opzione: "Potrebbe diventare proprio un prototipo nuovo di sistema". D'altronde,"il Lazio ospita la Capitale, è anche bello in questo senso". Ma non prende parte, perché in contemporanea appoggia anche la strada tracciata dal Campidoglio, la raccolta differenziata spinta (ma ancora ferma al 44%, l'obiettivo è il 70 nel 2021), "una soluzione nuova e interessante". 

Poi ha precisato, smentendo notizie stampa diffuse in queste ore: "Non c'è alcuna intenzione da parte mia di proporre alcun commissariamento, perchè ogni commissariamento è un fallimento di qualcosa e qualcuno. Qui invece le istituzioni nella loro pienezza di poteri e responsabilità devono fare il proprio, come Regione, Città metropolitana e Campidoglio". Già, a chi compete quale mossa per la soluzione del problema è tema di discussione da tempo. Stando a una nota uscita dalla Direzione Rifiuti del ministero dell'Ambiente, e diffusa dal quotidiano Il Messaggero, starebbe alla Città Metropolitana (ex provincia) l'individuazione di aree per i nuovi eventuali impianti. Tradotto: a Virginia Raggi. 

Che sia la "mancata definizione delle aree idonee a colmare il deficit impiantisco" la causa delle criticità romane lo ribadisce lo stesso Ministero in risposta a un'interrogazione del deputato e membro della Direzione Nazionale del Partito Democratico, Roberto Morassut. Che ha commentato: "Per due anni la sindaca e il suo partito hanno cercato di scaricare le responsabilità di una gestione fallimentare sulla Regione Lazio, ma ora sono stati sbugiardati dal loro stesso governo".

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