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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Rifiuti, Roma rischia l'emergenza: Malagrotta rallenta, ad Ama 500 tonnellate in più al giorno

Gli impianti del Colari, per necessità di manutenzione, tratteranno meno rifiuti. E quelli di Aprilia e Frosinone non possono lavorare in soccorso alla Capitale. La situazione è appesa ad un filo

Il peggio sembrava passato. E invece la Capitale è di nuovo sulla soglia dell'emergenza rifiuti. Ieri dagli impianti di Malagrotta è arrivata una comunicazione che ha avuto l'effetto dell'ennesima tegola sul fragilissimo sistema di gestione dei rifiuti romano: gli impianti del Colari hanno bisogno di manutenzione e per farla dovranno trattare oltre 500 tonnellate di rifiuti in meno al giorno. Dai 1250 garantiti fino ad oggi a 700. Copione simile a qualche mese fa quando l'impossibilità di smaltire il cdr aveva spinto il Colari a questa decisione. Da oggi, quindi, oltre 500 tonnellate di rifiuti al giorno non hanno un impianto dove essere trattate e appesantiranno il sistema di raccolta cittadino con il rischio che il caldo estivo arrivi insieme ai rifiuti per le strade. 

La soluzione non è dietro l'angolo. Gli impianti di Aprilia e Frosinone, che già ricevono complessivamente circa 300 tonnellate di immondizia romana al giorno, non potranno aumentare il carico. Nella notte tra il 3 e il 4 giugno è andato a fuoco l'impianto di trattamento meccanico biologico di Casale Bussi a Viterbo, di proprietà della Ecologia Viterbo, una delle società riconducibili a Manlio Cerroni. Per non mandare in emergenza le zone servite da quell'impianto, dal viterbese al reatino, la Regione ha chiesto agli impianti di Aprilia e di Frosinone di accettare il carico con non poche conseguenze sulla gestione locale tanto che anche a Latina, ha annunciato il Comune, si stanno registrando dei disservizi. E' molto improbabile quindi che per i rifuti romani ci sia spazio.

La situazione è di quelle da affrontare con i nervi saldi. Già ieri il direttore generale dell'Ama, Stefano Bina, si è incontrato con l'assessora all'Ambiente, Pinuccia Montanari, e con il commissario che gestisce gli impianti del Colari. Poi subito l'incontro con i sindacati. La situazione, per Ama, è critica ma non ancora da allarme rosso. Gli impianti romani, dopo le difficoltà delle scorse settimane, avevano ricominciato a svuotarsi e potranno reggere altri cinque o sei giorni. Nei prossimi giorni, però, si tenterà di utilizzarli al massimo. Per ora la municipalizzata non ha messo sul tavolo alcun ordine di servizio che obblighi i lavoratori a turni fissi più lunghi ma quasi certamente sarà necessario il ricorso a straordinari. La speranza è che l'emergenza Malagrotta non duri più di una settimana e che gli impianti di Rocca Cencia e Salario, messi nuovamente sotto pressione, reggano allo sforzo senza registrate guasti. 

"Abbiamo manifestato chiaramente ad Ama e al Comune la necessità di risolvere il problema alla radice" spiega Nalate Di Cola, segretario della Fp Cgil di Roma e Lazio. "La situazione è sempre al limite e basta un intoppo che si rischiano nuovi fermi. Prima di chiedere nuovi sacrifici ai lavoratori è necessario smettere di proseguire con queste soluzioni tampone. Ricordo inoltre che ogni emergenza ha un costo: concentrare tutte le energie per togliere i rifiuti dalle strade fa si che vengano trascurati gli altri servizi. Senza considerare che aumentare l'attività nei Tmb impedisce le manutenzioni aumetando così il rischio di un fermo agli impianti. E' un cane che si morde la coda. Senza soluzioni strutturali avremo sempre nuove emergenze". 

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