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Emergenza rifiuti, Raggi contro la Regione: nessuna decisione, si lavora al ricorso contro l'ordinanza

Nella serata di ieri la riunione con gli assessori e il via libera della parte politica al rivolgersi al Tar. Salta quindi la trattativa sulla discarica

Virginia Raggi tira dritto e continua la sua guerra alla Regione. Ieri in serata la giunta comunale si è riunita e ha deciso per il ricorso al Tar contro l'ordinanza, il dispositivo normativo che imponeva entro mercoledì scorso alla sindaca la scelta di una discarica per Roma, pena la nomina di un commissario ad acta. I termini sono scaduti, ma per il momento non sono ancora scattati i poteri sostitutivi promessi da Zingaretti per sbloccare l'iter e avviare la realizzazione di una cava per lo smaltimento. La Pisana ha preso tempo sperando di avviare una trattativa con il Campidoglio, opzione per altro sostenuta anche da una parte di pentastellati, ma la quadra per il momento non è stata trovata. 

La sindaca vuole ricorrere al Tar contro l'ordinanza regionale, emanata a fine novembre lo ricordiamo per far fronte all'emergenza che si paleserà inevitabilmente con la chiusura della discarica di Colleferro dal 16 gennaio. Gli uffici sono a lavoro per capire termini e modalità del ricorso. Se impugnare l'intera ordinanza o soltanto alcune sue parti. A non firmare l'atto in giunta c'è però la dirigente comunale Laura D'Aprile, la stessa a cui Raggi ha affidato la gestione del settore dalle dimissioni dell'ex assessore Pinuccia Montanari. D'Aprile si è sfilata perché ha già sottoscritto l'elenco di siti papabili dove poter realizzare la discarica, allegato all'ordinanza, che il M5s - con un atto in aula - ha bocciato. 

La trattativa saltata: le tappe

Uno strappo quello del ricorso uscito fuori ieri sera, dopo una 24 ore in cui sembrava che con la Regione fosse in corso una trattativa finale per scongiurare il commissario. Ne riassumiamo in breve i passaggi salienti.

Martedì il Consiglio straordinario sui rifiuti segna da una parte il no alla discarica - se non dopo l'approvazione del piano rifiuti, e quindi non sulla base della suddetta ordinanza - ma dall'altra anche la richiesta di una parte di grillini, specie in regione, di tentare la via del compromesso.

Raggi scrive allora a Zingaretti, chiede un incontro, ma l'ordinanza resta in vigore e scade mercoledì notte senza che sia stata presa alcuna decisione. Il governatore dem prende tempo: "Non vogliamo commissariare subito, speriamo che il Comune si prenda le sue responsabilità". Intanto il Campidoglio tace in via ufficiale ma sembrano profilarsi i termini di un accordo. Due le aree in prima fila per l'eventuale sito: Falcognana, in IX municipio, e Tragliatella, in XIV. Il tutto supportato dal prolungamento degli accordi per il trattamento con la regione Abruzzo, nuovi contratti con la Sardegna in via di definizione e il trasferimento all'estero su cui Ama sta lavorando in queste ore. Ma con la riunione di ieri sera è saltato tutto.

Cosa accade adesso

La sindaca Raggi sceglie lo scontro frontale. E se il Tar dovesse sospendere l'ordinanza, Roma dal 16 gennaio sarà inevitabilmente in emergenza. Se così non sarà, in assenza di decisioni, la Regione nominerà comunque un tecnico che deciderà dove realizzare la discarica al posto del Comune. Intanto Zingaretti ha avviato delle verifiche tramite i suoi dirigenti su quanto è stato fatto delle richieste contenute nell'ordinanza. "Questa mattina ho scritto alla Direzione regionale per chiedere lo stato di attuazione dell'ordinanza sui rifiuti. Dobbiamo sapere quanto di quell'ordinanza, che dava delle disposizioni all'amministrazione comunale, è stato rispettato. Sulla base della relazione faremo le nostre valutazioni. Mi auguro che si vada presto verso soluzioni definitive per togliere i rifiuti dalle strade di Roma. Questo deve essere l'obiettivo primario e urgente che ci diamo tutti". 

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