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Roma lercia e boicottata (per la Raggi): "Zingaretti obblighi impianti a trattare nostri rifiuti"

La lettera della sindaca alla Regione Lazio, al premier Giuseppe Conte, al prefetto e alla procura di Roma. Zingaretti replica: "Nessun problema con nostri impianti"

Imporre agli impianti di accogliere i rifiuti romani "fino al massimo della loro capienza". E' quanto chiede la sindaca Raggi per affrontare l'emergenza rifiuti della Capitale in una lettera inviata al presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, al premier Giuseppe Conte, al prefetto e alla procura di Roma. A obbligare gli operatori privati, per la sindaca, può pensare il governatore Zingaretti tramite un'apposita ordinanza. 

Per la prima cittadina gli impianti di trattamento e smaltimento non starebbero rispettando gli accordi siglati con Ama. Dietro ci sarebbe "una crisi costruita a tavolino". Ipotesi che non scarta nemmeno il neo consigliere del Cda Ama Massimo Ranieri, oggi in commissione Trasparenza per dare il quadro (disastroso) della situazione"Potrei anche pensare che ci sia un accordo per mettere in difficoltà Roma". Per quale ragione gli impianti di Trattamento meccanico biologico (Tmb) hanno diminuito in queste settimane le quantità di immondizia ricevuta da Roma? 

La Rida Ambiente che gestisce il Tmb di Aprilia le ha dimezzate, per mancanza di sbocchi nella cava di Colle Fagiolara e del termovalorizzatore Acea di San Vittore nel Lazio, che sono gli ultimi anelli della catena del ciclo, quelli dello smaltimento di Cdr e scarti. Anche gli altri operatori privati che gestiscono gli impianti di Frosinone (Saf spa) e Viterbo (Ecologia Viterbo srl) hanno subordinato la ricezione di ulteriori quantitativi da Roma alle disponibilità delle strutture atte allo smaltimento finale.

Il principio è piuttosto semplice: a un flusso tot in entrata deve sempre corrispondere necessariamente un flusso uguale in uscita. E a detta di Ama si sarebbe liberato in queste ore lo spazio a San Vittore prima occupato dai rifiuti trattati a Malagrotta da Colari, in funzione ma a scartamento ridotto per lavori di manutenzione. Quindi chi ha ridotto le quantità lavorate, è il messaggio, ora può tornare ad ampliare le disponibilità.

La replica della Regione: "Nessun problema con gli impianti"

D'altra parte la Regione Lazio nega che ci siano criticità sul versante del trattamento. "Non c’è un problema per il conferimento dei rifiuti negli impianti di lavorazione, che anche questa volta hanno assicurato disponibilità a ricevere ulteriori quantitativi di rifiuti da Roma: l’emergenza riguarda soprattutto la raccolta e lo stoccaggio dei rifiuti prima del loro trasferimento nei centri di trattamento". E riparte così lo scaricabarile. "In queste ore gli impianti del Lazio hanno fornito la disponibilità a ricevere ulteriori quantitativi di rifiuti da parte dell’Ama, mentre la Direzione regionale competente è già al lavoro per trovare una soluzione ai rifiuti di Roma che dal 31 luglio non potranno più essere trasferiti in Abruzzo perché è già stata raggiunta la quota di 70.000 tonnellate prevista dall’accordo. La Regione non ha ricevuto, invece, alcuna richiesta di attivare nuove intese con altre regioni italiane o estere per il conferimento dei rifiuti capitolini".

I no della Ciociaria

In tutto questo non dimentichiamo mai il muro issato dalle forze politiche e civiche sul territorio. Il frusinate è saturo di impianti e fonti inquinanti. I rifiuti interrati della Valle del Sacco, Sindaci e cittadini sono pronti alle barricate se dovessero aumentare ulteriormente i carichi di immondizia in arrivo. I veleni della Valle del Sacco, i fetori dal Tmb della Saf, la discarica mad di Roccasecca. E il mostro "a vapore" di San Vittore, possono bastare. 

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