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Rifiuti, da Monteverde a Roma est l'emergenza è alle porte: strade sporche e raccolta a singhiozzo 

Criticità e disservizi continuano a colpire la città a macchia di leopardo. Sullo sfondo il solito equilibrio precario legato all'impiantistica e la carenza di mezzi e risorse

L'appello di Ama ai cittadini di Roma - "differenziate bene" - e la cabina di regia per massimizzare gli interventi sulla raccolta, non sembrano bastare. La "cura Bagatti", quella voluta in queste ore dall'amministratore unico pro tempore di Ama, non sta evitando i soliti cumuli di sacchetti di immondizia attorno ai cassonetti. Da Monteverde a Casale Nei, dai Colli Portuensi al Salario a Casal Bertone e Tor Bella Monaca, ma con particolari disservizi nel quadrante ovest, sono tanti i quartieri dove i cittadini lamentano secchioni traboccanti di rifiuti e giri di raccolta a singhiozzo anche sul porta a porta.

Un quadro fragile ma certo non nuovo - lo stiamo raccontando da settimane - poggiato su un solo impianto attivo sul territorio, il Tmb di Rocca Cencia, che sta lavorando h24 per sopperire all'assenza della struttura gemella del Salario (andata a fuoco lo scorso dicembre), alla manutenzione straordinaria dei Tmb di Malagrotta, quelli di proprietà del Colari, che lavorano al minimo lasciando fuori fino a settembre 500 tonnellate al giorno, e sull'aiuto, come sempre, dei privati fuori regione. 

Già, perché Roma va avanti grazie alle disponibilità di conferimento in altri impianti, Frosinone e Viterbo nel Lazio, che hanno dato disponibilità seppur con qualche riserva, ad aumentare il quantitativo di immondizia da trattare. Si cammina però su un filo sottile, pronto a spezzarsi al primo intoppo. Un esempio su tutti: il tmb di Rocca Cencia, unico funzionante lo ripetiamo, si è bloccato lo scorso fine settimana. Troppo lavoro e poca manutenzione avrebbero determinato il guasto tecnico a un componente della catena di trattamento. Quattro giorni di stop e la città si è riempita di immondizia. 

Questo per quanto riguarda il ciclo di smaltimento e l'impiantistica necessaria per chiuderlo e rendere autonoma Roma, capitolo sul quale il Campidoglio è in alto mare. Con soli due progetti per il compostaggio (Cesano e Casal Selce) bocciati in Conferenza dei servizi e un piano industriale Ama fermo alle linee guida. Poi però c'è l'ordinario, fatto di compattatori e squaletti che dovrebbero svuotare i cassonetti e che invece rimangono fermi nelle rimesse perché continuamente guasti. Circa il 50% del parco mezzi, tutti i giorni, resta fermo. Mentre quelli nuovi, costretti a lavorare h24 senza le normali manutenzioni, finiscono per guastarsi prima del tempo. Ieri, esempio, un compattatore è andato a fuoco.   

Intanto la giunta Raggi ha licenziato il nuovo contratto di servizio di Ama - con, tra le novità, l'erogazione dei premi ai dirigenti solo se la città è pulita - ma sulle condizioni delle strade non si espressa se non invocando l'ipotesi complotto. E parlando di "inquietante concomitanza con l'approvazione del nuovo contratto di servizio che obbliga i dipendenti a obiettivi di servizio più stringenti". Uno "sciopero bianco" dei dipendenti contro l'amministrazione? L'ipotesi espressa tra le righe non è piaciuta ai lavoratori e soprattutto ai sindacati. Pronti a scendere in piazza il 14 giugno, e a proclamare lo stato di agitazione a stretto giro, e alla luce del sole. 


 

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