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Rifiuti, è crisi: Campidoglio pronto a requisire gli impianti di Cerroni

Il sindaco Marino ha firmato un'ordinanza urgente con la quale l'amministrazione "si riserva ogni opportuna iniziativa di tutela". Tra le ipotesi, 'obbligare' i Tmb di Malagrotta a lavorare a pieno regime. Riattivato anche il tritovagliatore dell'Ama

Un'ordinanza urgente per far fronte alla crisi dei rifiuti. Ha deciso di passare all'azione il sindaco Ignazio Marino dopo il duro botta e risposta con il Colari, il Consorzio privato che gestisce gli impianti di trattamento di Malagrotta. Questa mattina il primo cittadino ha firmato l'ordinanza con la quale, verso la presunta indisponibilità del consorzio di Manlio Cerroni di accettare le quantità di rifiuti da trattare richieste da Ama, “l'amministrazione si riserva ogni opportuna iniziativa di tutela”. Secondo quanto anticipato dal primo cittadino in mattinata infatti l'amministrazione potrebbe decidere, a difesa della salute pubblica, di “obbligare” gli impianti di Malagrotta a lavorare le tonnellate richieste. E non si esclude che, per arrivare a questo obiettivo, si decida di ricorrere alla requisizione degli impianti. E proprio questa mattina, il primo cittadino, ha incontrato il Prefetto Gabrielli. Sempre in tema di impianti, con la stessa ordinanza si dispone “la messa in esercizio da parte di Ama dell’impianto mobile di tritovagliatura di proprietà della stessa azienda finché non sarà superata la crisi, per un massimo di 180 giorni in attesa della definitiva autorizzazione della Regione”.

La situazione della raccolta dei rifiuti è al limite. Se gli impianti non lavorano a pieno, i rifiuti si accumulano nei depositi. Tutta la catena è rallentata e il primo anello è rappresentato dai sacchetti che rimangono nei cassonetti e per la strada. Il primo campanello d'allarme era stato lanciato venerdì scorso, quando l'azienda capitolina aveva ammesso la difficoltà di ritirare la Fos a causa di problemi di funzionamento degli impianti fuori Roma. Nei giorni seguenti la situazione si è allargata ad altre cause. 

Il Campidoglio punta il dito contro il consorzio privato: “La crisi dei rifiuti nasce dal rallentamento degli impianti della Colari necessari per la loro lavorazione e smaltimento”. Continua la nota: “Con questa ordinanza il sindaco per prima cosa evidenzia come gli impianti Colari abbiano ridotto repentinamente rispetto alle medie “storiche” la loro “capacità” (passando da una potenzialità normale di oltre 2500 tonnellate al giorno nei tre diversi impianti, ad un conferimento effettivo di circa 1600 t/g)”. Con una lettera inviata ieri agli organi di stampa però il Colari si è dichiarato “esente da qualsiasi responsabilità” facendo risalire il disguido alla difficoltà di portare fuori dalle sue strutture il Cdr che, come la Fos, è prodotto dai Tmb. 

A chiedere a gran voce un'ordinanza, nella mattinata di oggi, erano stati i radicali  Riccardo Magi, consigliere comunale a Roma e presidente di Radicali Italiani, e Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma. “Per superare definitivamente il perdurare dell'emergenza, appare quantomai opportuno imprimere un’accelerazione per l’autorizzazione e la costruzione degli impianti che renderanno finalmente Roma autosufficiente” si legge in una nota.

Il contrattacco del Campidoglio ha costretto Manlio Cerroni a scendere in campo direttamente. E se la lettera di ieri era firmata dal Colari, oggi è l'avvocato stesso a prendere carta e penna e a scrivere a istituzioni competenti e al prefetto Gabrielli. Cerroni non perde l'occasione di ribadire la necessità di portare a termine una serie di impianti. Per lui la crisi dei rifiuti è dovuta a due motivazioni:  mancano “una discarica di servizio” e “impianti di recupero energetico (Cdr, Css)” che fungono da sbocco dei prodotti di lavorazione dei Tmb senza i quali, per Cerroni, “non si va da nessuna parte”. 

Poi punta il dito contro Ama: “I Tmb di Malagrotta hanno lavorato e continuano a lavorare a pieno regime. Non ci risulta che altrettanto avvenga nei due impianti dell'Ama". Un punto viene dedicato anche al tritovagliatore di Rocca Cencia, “realizzato per salvare Roma dall'emergenza”, in merito al quale spiega: “Con il mese di febbraio 2015 il conferimento dei rifiuti è crollato” e “siamo stati obbligati a ridurre precipitosamente un turno di lavoro con conseguente licenziamento del personale addetto”. Sul tema Colari ha scritto ad Ama per un incontro 'tecnico-operativo'. Ma “nessuna risposta”. 

Una soluzione potrebbe venire dall'estero. “Dopo sette mesi, abbiamo ritirato dalla Regione i moduli per esportare il Cdr in Portogallo (via Civitavecchia, ndr) e questo sbocco ci consentirà dalla prossima settimana di aumentare il ricevimento e il trattamento dei rifiuti e siamo in attesa di concludere l'iter per l'esportazione anche in Spagna”.

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