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Rifiuti, Luigi Palumbo commissario a Malagrotta per scongiurare l'emergenza

Ieri in serata la firma del Prefetto Basilone. Palumbo sarà commissario di Giovi e Colari e gestirà i rapporti con Ama permettendo il massimo conferimento negli impianti

Un commissario per la gestione di Colari e Giovi, le società di Cerroni e per evitare che Roma finisca in emergenza rifiuti. Il compito è nelle mani di Luigi Palumbo, nominato nella serata di ieri Commissario per la straordinaria gestione del Consorzio Colari e della Societa' E. Giovi srl, raggiunte da interdittiva antimafia. La firma è del Prefetto Paola Basilone. In una nota si legge: "In tempi rapidi grazie ad una efficace collaborazione interistituzionale, si e' intervenuti con tempestività per garantire il normale processo di trattamento dei materiali post consumo della Capitale".

Una nomina che permetterà ad Ama di pagare le fatture in scadenza ad Aprile e che, in forza anche e soprattutto dell'ordinanza firmata dalla sindaca Raggi venerdì, consentirà il pieno conferimento dei rifiuti negli impianti di Cerroni. 

Dopo la conferma da parte del Consiglio di Stato dell'interdittiva antimafia adottata nel 2014 nei confronti del consorzio Colari un'azienda pubblica come l'Ama non avrebbe più potuto pagare il servizio fornito dal Colari con il conseguente blocco delle attività. Un lusso che il sistema di gestione dei rifiuti romano non si può permettere. Lo ha scritto la Regione Lazio in una nota giovedì. L'ha confermato Ama descrivendo le "criticità" dei suoi impianti. Roma si è ritrovata allo stesso punto vissuto oltre tre anni fa quando l'ex sindaco Ignazio Marino, di fronte allo stesso scenario, firmò un'ordinanza simile, per allontanare di tre mesi il fantasma dell'emergenza rifiuti. 

L'ordinanza di Raggi durerà il "tempo strettamente necessario all'individuazione di più opportune soluzioni" e comunque non più di sei mesi. La sindaca ha ordinato ad Ama di continuare i conferimenti negli impianti di Malagrotta e al consorzio Colari e alla società E. Giovi di "assicurare piena operatività dei citati impianti Tmb" accettando le quantità richiesta dalla municipalizzata romana e "ove richiesto alla massima capacità ricettiva degli impianti così come autorizzata dalla Regione Lazio", circa 1500 tonnellate giornaliere. 

Un particolare non indifferente. Come raccontato anche da Romatoday nei giorni scorsi, nei primi mesi del 2017 le quantità di rifiuti trattati negli impianti di Malagrotta è calata del 50% attestandosi attorno alle 600 tonnellate. Una decisione, hanno spiegato dal consorzio, legata alla difficoltà di smaltire i rifiuti trattati, il cosiddetto 'Cdr' destinato all'incenerimento, sorta in seguito alla diminuizione dei conferimenti in alcuni impianti del Lazio e in Lombardia. Anche l'Arpalazio ha riscontrato delle problematiche negli impianti di Malagrotta, così come riportato nell'ordinanza stessa. Nel corso di un controllo effettuato mercoledì scorso "ha rilevato una situazione di particolare criticità che rischia di produrre effetti sull'utilizzo degli impianti, tali da determinare immediate situazioni di pregiudizio ambientale e alla salute pubblica". 

La situazione resta appesa a un filo. E il problema dell'utilizzo degli impianti di Malagrotta, già concreto più di tre anni fa e ancora oggi senza una soluzione, solo rinviato. I tempi per dotarsi di due impianti di trattamento, non ci sono. E, del resto, l'amministrazione Raggi ha fatto capire chiaramente di puntare su riduzione, riciclo e riuso, staccandosi così da un sistema di gestione che necessita dell'impiego finale di inceneritori. I tempi di questa strada, però, sono lenti. La strada resta in ripida salita. Nei prossimi giorni si riunirà nuovamente il vertice in Prefettura.

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