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Rifiuti: Raggi non decide e attacca i sindaci della provincia e la regione Lazio

Raggi bacchetta i Comuni che non vogliono i rifiuti di Roma e attacca la Regione intenzionata a chiudere la discarica di Colleferro. Valeriani (PD): "Creare inutili allarmismi è segno d'irresponsabilità"

Finora era rimasta in silenzio. Dopo l’ordinanza firmata dal governatore del Lazio, la Sindaca aveva scelto il profilo basso. Niente commenti in pubblico forse anche per facilitare il lavoro dei suoi uffici che, con quelli della Regione e della Città Metropolitana, stanno cercando soluzioni. Servono due siti per lo stoccaggio dei rifiuti ed un paio di aree da indicare, nel perimetro cittadino, per la realizzazione d’una discarica.

Lavorare insieme per Roma

Il silenzio è stato rotto da una lettera. La Sindaca ha deciso di pubblicarla su facebook, “perchè devo difendere i miei concittadini da una narrazione sbagliata che descrive falsamente i romani egoisti e pronti a inondare di rifiuti i comuni del Lazio”. Secondo la prima cittadina, invece, occorre rinserrare i ranghi. Adesso per “fare meglio e tutelare gli interessi di tutti”  bisogna “lavorare insieme”. Lavorare insieme per Roma, verrebbe da aggiungere. Perché la prima cittadina, in maniera tutt’altro che implicita, torna a chiedere un trattamento speciale per la Capitale. E lo fa puntando l'indice contro tutti. Gioca la carta della gogna mediatica per provare a salvare la propria amministrazione.

Il presunto voltafaccia dei "colleghi" sindaci

Sul banco degli imputati finiscono così “alcuni colleghi sindaci che hanno firmato una lettera per dire ‘no’ a Roma, voltando la faccia dall'altra parte di fronte ad una richiesta di collaborazione per impedire in fretta e furia l'apertura di nuove discariche sul territorio della Capitale”. Il riferimento, tutt’altro che velato, muove in direzione dei trentaquattro comuni della provincia che non vogliono diventare “la pattumiera di Roma”. 

L'accusa: Zingaretti vuole aprire decine di discariche

Il bersaglio grosso però resta l’ente governato da Nicola Zingaretti. "La Regione Lazio - ha sottolineato la Sindaca  - attraverso un' ordinanza intende, di fatto, trasformare decine di cave presenti nella nostra città in vere e proprie discariche, anche superando le norme ambientali”. Al contrario l’amministrazione pentastellata, da dicembre 2018, aveva fornito un elenco di “aree bianche”. Siti in grado di raccogliere i rifiuti, dislocati tutti fuori dal perimetro comunale. Una condizione che Zingaretti non ha mai accettato. E che adesso rappresenta il principale ostacolo nell’applicazione dell’ordinanza regionale. Ordinanza che, per sua natura, fissa dei tempi molto stretti. 

Cosa prevede l'ordinanza sui rifiuti

Tenere aperta Colleferro per salvare Roma

Roma Capitale, entro la metà di dicembre, deve infatti mettere in campo tutti i provvedimenti per autorizzare l’apertura dei siti di stoccaggio e della relativa discarica. C’è una soluzione alternativa? Mentre i dipartimenti ambiente di Comune, Regione e Città Metropolitana stanno per convocare l’amministratore delegato di Ama, la Sindaca ributta la palla in fallo laterale. Secondo Raggi, c’è il modo per non trasformare decine di cave in altrettante discariche. “Sarebbe possibile evitarlo se la stessa Regione non avesse deciso di anticipare di un anno la chiusura di una discarica, quella di Colleferro, ancora attiva e capace di ospitare i rifiuti di Roma e di altri comuni laziali”. 

Un'inerzia bipartisan

Nella narrazione della Sindaca basterebbe quindi rimandare la chiusura di Colleferro, per salvare le cave ed i territori romani dalla loro trasformazione in discariche. Un’ipotesi non originale, perché la sta ripetendo da almeno una settimana. Ma è un’idea che difficilmente si può sposare con il ritardo accumulato. Perché se è vero, come ricorda Raggi, che “da 7 anni manca il Piano Regionale dei Rifiuti, per il quale la Commissione europea ha già dichiarato l’inerzia della Regione” è altrettanto vero che dal dicembre 2018 ad oggi, ovvero dalla data in cui venne consegnato l’elenco delle “aree bianche”, il Comune non ha fatto più nulla. La bocciatura di quelle aree, tutte situate in provincia, risale ormai a dodici mesi fa. “Poi cos’è successo?” verrebbe da chiedersi. Nel frattempo neppure la percentuale di raccolta differenziata, ferma grossomodo ai livelli dell’amministrazione Marino, è migliorata. L’inerzia, a ben vedere, è bipartisan. 

Inutili allarmismi

La replica alle affermazioni della Raggi non ha tardato ad arrivare. "Affermare che la Regione vuole aprire a Roma decine di discariche è una colossale stupidaggine - ha dichiarato Massimiliano Valeriani, l'assessore regionale ai Rifiuti, che bola come "grave" l'affermazione fatta dalla Sindaca, ritenuta "la principale responsabile della catastrofica gestione del ciclo dei rifiuti nella città". Valeriani ha quindi spiegato che l'ordinanza nasce "per sopperire alle inadempienze del Comune ha come unico fine quello di evitare che Roma stessa continui ad essere una discarica a cielo aperto con rifiuti nelle strade, vicino alle scuole, nidi e ospedali". Ma fatta questa premessa "una nuova discarica di rifiuti come Roma ha conosciuto nel passato non ci sarò mai più"  ha promesso l'assessore regionale, che è tornato a prendersela con la Raggi perchè "creare inutilmente allarme è segno di grave irresponsabilità''. 

Salvini chiede le dimissioni

Mentre il Comune attacca e la Regione risponde, c’è chi guadagna posizioni. Ha gioco facile Matteo Salvini, già in prima linea per bloccare i rifiuti diretti da Roma a Civitavecchia, nel bacchettare tutti. "Continuano litigi e scambio di accuse fra Raggi, sindaci del Lazio e Zingaretti. Basta – incalza il leader del Carroccio –  i cittadini di Roma non meritano di essere seppelliti dai rifiuti per questi due incapaci”. Il messaggio, ormai quotidianamente reiterato da Salvini, si chiude con un invito reciproco a dimettersi. Non sarà colto. Ma la questione dei rifiuti di Roma è un tema che ormai solletica anche la politica nazionale. Non è più possibile nascondere la polvere sotto al tappeto.Il tempo per prendere le decisioni è quasi scaduto: occorre trovare una soluzione per i rifiuti della Capitale. 

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